Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Iraq, la crisi umanitaria di Sadr City

Iraq, la crisi umanitaria di Sadr City

di O.S. - 07/05/2008




Un bollettino di guerra. E' questa l'impressione che si ricava dalla lettura dell'ultimo rapporto sulla situazione umanitaria a Sadr City preparato dal Coordinatore Umanitario e dall'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (OCHA).

Nel rapporto, che porta la data del 2 maggio, si legge che a Sadr City dal 27 marzo ci sono intensi combattimenti fra le milizie legate a Muqtada al Sadr  e le forze di sicurezza irachene appoggiate dalle "forze multinazionali".

Ovvero: si combatte da più di un mese.

Per i suoi due milioni e mezzo di abitanti la situazione è drammatica, e va deteriorandosi assai rapidamente, in quello che – viene sottolineato – è "uno dei distretti più poveri e sovraffollati in Iraq".

La parte sud-ovest di Sadr City, dice il rapporto delle Nazioni Unite, è occupata dalle forze irachene, e da quelle "multinazionali" (cioè dagli americani), che hanno costruito un muro di separazione che divide nove dei suoi settori e l'area del mercato di Jamil dal resto della città – un enorme slum, a stragrande maggioranza sciita, considerato una roccaforte del movimento di Muqtada al Sadr.

Ma lasciamo che a parlare siano le informazioni contenute nel rapporto.

Vittime
Secondo i dati forniti da funzionari del governo iracheno, nella fattispecie il portavoce civile per il "piano di sicurezza" di Baghdad, sono 925 le persone uccise e 2.600 quelle ferite nelle operazioni militari a Sadr City, da fine marzo, quando sono iniziati i combattimenti, al 29 aprile. I dati della Missione di assistenza all'Iraq delle Nazioni Unite (UNAMI) parlano di 335 morti. Secondo le organizzazioni non governative locali, circa il 60% delle vittime sono donne e bambini.

Limitazioni ai movimenti
In nove settori della città è in vigore un rigido coprifuoco che impedisce a qualunque veicolo di circolare. In altri nove settori l'accesso è pericoloso a causa di forti combattimenti fra miliziani sciiti e forze irachene appoggiate da quelle statunitensi. In questi settori, l'accesso della popolazione al cibo, all'acqua, e all'assistenza sanitaria è limitato. A complicare ulteriormente l'accesso è l'utilizzo esteso di ordigni esplosivi improvvisati (i cosiddetti IED), molti dei quali si trovano fra i mucchi di immondizia e lungo le strade principali.

Nel resto della città, a limitare i movimenti sono i bombardamenti aerei delle "forze multinazionali" (cioè degli americani), e le bombe o munizioni inesplose. I frequenti scontri armati fanno sì che le forze irachene (e gli americani) chiudano i principali punti di accesso agli operatori umanitari e ai fornitori di servizi essenziali.

Sfollati
Secondo le Ong locali, a Sadr City centinaia di famiglie sono fuggite dalle loro case, volontariamente oppure costrette, a causa degli scontri fra miliziani e forze irachene e statunitensi, in particolare nei settori sud ovest della città – denominati Thawra 1 e 2. Adesso hanno trovato rifugio in alcune moschee (300-400 persone) e scuole, oppure sono ospiti presso famiglie nei settori nord-est. L'International Organisation for Migration (IOM) riferisce che 500 famiglie sfollate sono rifugiate temporaneamente in sette posti alla periferia di Sadr City.

Danni
Numerose abitazioni sono state distrutte o danneggiate, in particolare in alcuni settori, a causa dei bombardamenti che avevano come obiettivo le milizie che operano nei settori nord-est della città, e di combattimenti continui in altri settori.

Situazione alimentare
La situazione della sicurezza alimentare va deteriorandosi. La maggior parte delle famiglie di Sadr City conta sul sistema pubblico di distribuzione delle razioni (PDS) per la propria sopravvivenza, ma in nove dei settori della città i centri di distribuzione sono chiusi, e i generi alimentari scarseggiano. Nel resto della città, sono disponibili quantità limitate di cibo a prezzi gonfiati. Le Ong locali riferiscono che nella maggior parte delle zone le razioni di aprile non sono state distribuite.

Sanità
I due ospedali principali – l' "Imam Ali Hospital" e il "Sadr Hospital" – sono aperti, ma hanno una disponibilità limitata di medicinali e sono inaccessibili alla popolazione colpita dai combattimenti. Sei dei 18 centri sanitari pubblici sono chiusi, compresi gli unici due che servono nove settori. L'ospedale ostetrico Habybyie funziona a capacità ridotta. Il personale medico ha difficoltà a raggiungere ospedali e centri sanitari.

Un rischio per la salute pubblica è rappresentato dal fatto che la raccolta dei rifiuti è stata sospesa, a causa dei combattimenti in corso, delle minacce agli operatori, e della presenza di ordigni esplosivi.

Acqua
Le infrastrutture idriche già limitate di Sadr City sono state danneggiate. Inoltre, in molti settori la mancanza di elettricità o di carburante impedisce alle pompe di funzionare. Ora molte famiglie devono portare l'acqua a mano da serbatoi collettivi che vengono riempiti a intermittenza da autobotti. Le Ong e i funzionari locali sono preoccupati per la qualità dell'acqua e la possibilità che si diffondano malattie contagiose, in particolare il colera.

Istruzione
In 9 settori le scuole elementari sono chiuse, e gli esami delle scuole medie sono stati spostati nei settori nord-est della città. Si dice che alcune scuole – nonché altri edifici pubblici, fra cui il municipio, l'ufficio passaporti, e una banca – siano occupati dalle forze irachene e da quelle Usa oppure dalle milizie. Il Direttorato iracheno all'istruzione riferisce che 22 edifici scolastici sono stati danneggiati dai combattimenti.

Risposta umanitaria insufficiente

A fonte di una situazione di questo tipo, la risposta umanitaria, è insufficiente, dice il rapporto Onu.

Le Nazioni Unite e le Ong hanno continuato a fornire assistenza umanitaria "limitata" – es., acqua tramite autobotti, generi alimentari, e forniture mediche, ma questo tipo di aiuto di emergenza "non può soddisfare i bisogni enormi della popolazione di Sadr City".

Perché i suoi due milioni e mezzo di abitanti – viene sottolineato – necessitano di servizi, e, cosa più importante, serve "l'accesso alle normali operazioni commerciali" – il che, a sua volta, richiede la cessazione o una pausa nei combattimenti.

Cose che per il momento sembrano ancora lontane.