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Bobby Sands: un martire per la libertà (nel XXVII anniversario della morte)

di Manuel Zanarini - 07/05/2008

“Se un uomo non è disposto a rischiare per le sue idee, o non vale niente lui, o non valgono nulla le sue idee” (Ezra Pound)


Lunedì 5 Maggio è stato il 27 anniversario della morte di Bobby Sands.
Sands è morto il 5 Maggio 1981 all’interno del carcere speciale di Long Kesh, vicino Belfast, a seguito di uno sciopero della fame.
La sua storia è intrecciata a quella dell’occupazione inglese dell’Irlanda. La vicenda è troppo lunga e complessa per essere trattata in questo articolo, basti sapere che da secoli l’Inghilterra occupa militarmente l’Irlanda, cosa che ha generato una guerra civile che dura da secoli. Dal 1921, il dominio inglese è rimasto solo nelle 6 Contee del Nord, e negli ultimi anni si è avviato un processo di pace che dovrebbe riportare alla normalità la vita sull’isola.
Ma nel 1969,iniziano quelli che il governo di Londra definirà i “troubles” (i problemi), assalti unionisti a quartieri nazionalisti, che daranno il via ad il riacutizzarsi della guerra civile.
La risposta di Londra sarà durissima e porterà ad un’ondata di arresti sommari in seguito a leggi speciali che prevedono l’arresto anche solo per semplici sospetti. Molti vengono internati in carceri speciali dove i trattamenti sono brutali, una delle più famose sarà proprio quella di Long Kesh, ed i suoi “Blocchi H”.
 
I prigionieri, quasi tutti cattolici e non tutti appartenenti a gruppi terroristi, chiedono venga riconosciuto loro lo status di prigionieri politici. Il regime risponde che sono solamente comuni criminali e quindi rifiuta.
Così il 15 Settembre 1976, Kieran Nugert, allora 18enne, diventa il primo prigioniero a rifiutare di indossare l’uniforme del carcere, dando vita a quello che verrà chiamata la “blanket protest”, la protesta delle coperte, che in seguito coinvolgerà molti altri detenuti. Questa forma di protesta prenderà questo nome, in quanto l’organizzazione carceraria risponderà mettendo i prigionieri in celle d’isolamento vestiti solo da una coperta. Ma non solo, verrà riservato loro il trattamento “on the blanket”: niente vestiti, nessuna possibilità di leggere o scrivere, niente radio, nessun esercizio fisico e nessuna attività di svago, nessun contatto col mondo esterno. Vengono tenuti in cella d’isolamento per 23 ore al giorno e subiscono pestaggi continui.
Per protestare contro questo regime carcerario, in particolar modo per i pestaggi da parte dei secondini, che avvengono ogni volta che i carcerati escono per farsi la doccia, adotteranno, a partire dal Marzo 1978, la “no wash protest”, si rifiuteranno di uscire di cella per lavarsi. Per tutta risposta, le guardie si rifiutano di svuotare i bugigattoli, quindi in breve tempo i detenuti impareranno a vivere in celle ricoperte dei loro escrementi.
Nonostante questi trattamenti inumani e che violano qualunque norma in materia di diritti umani, la protesta dei prigionieri indipendentisti non si ferma, anzi.
Nell’Ottobre del 1980, passano all’ “hunger srtrike”, lo sciopero della fame, rifiutano di assumere cibo finché non verranno accolte le loro 5 richieste, che poi sono tute implicite allo status di prigioniero politico: indossare i propri abiti e non l’uniforme del carcere; essere esentati dai lavori in carcere, tranne quelli di pulizia del loro settore e comunque che si tenga conto di ore riservate allo studio; libertà di associarsi agli altri detenuti politici durante le ore di svago; ricevere una visita e una lettera e/o un pacco alla settimana e avere l’autogestione delle ore di svago; avere diritto della stessa riduzione di pena dei detenuti normali.
Qua entra la “leggenda” Bobby Sands, ma facciamo un passo indietro.
Bobby Sands nasce ad Abbot Cross il 9 Marzo 1954, un sobborgo settentrionale di Belfast, ma cresce nel quartiere protestante di Rathcoole, e deve cambiare spesso scuola e residenza per le continue minacce dei paramilitari protestanti.
Nel 1972 aderisce all’IRA (Esercito della Repubblica d’Irlanda, le forze paramilitari indipendentiste cattoliche) , ma poco dopo viene arrestato e detenuto in carcere fino al 1976 senza processo. Dopo un solo anno di libertà viene arrestato e condannato a 14 anni, per possesso di armi,avendo trovato una pistola in una macchina in cui viaggiava con altre tre persone.
In carcere diventa il portavoce dei detenuti dell’IRA e con l’inizio dello sciopero della fame, ne viene nominato ufficiale comandante.
Tornando agli “hunger strikes”, quello iniziato nel 1980, finiscono una volta che il governo inglese, a Dicembre dello stesso anno, promette di accettare le richieste, pur non riconoscendo lo status di prigionieri politici.
Dopo pochi mesi, però, ritornerà sui suoi passi e non manterrà la parola data.
A questo punto, il 1 Marzo 1981, Sands ordina il secondo sciopero della fame, cominciandolo per primo e dando ordini che altri detenuti lo proseguano a scaglioni e ad oltranza, anche a costo della vita.
Il governo di Londra risponde che non accetterà mai una trattativa diretta con i prigionieri.
Il 26 Marzo dello stesso anno, muore un deputato indipendente anti-unionista del Parlamento inglese (Frank Maguire), cos, il 9 Aprile, si devono tenere le elezioni suppletive per il distretto Ferranagh/South Tyrone, nelle 6 Contee. Viene candidato lo stesso Sands, e tutti i partiti anti-unionisti ritireranno le loro candidature, per lasciarlo come unico rappresentante contro il candidato unionista. Nonostante si trovi in carcere e le forze paramilitari unioniste conducano continui attacchi ai cittadini cattolici, Bobby Sands viene eletto con 30.492 voti, contro i 29.046 dell’avversario, appena saputa la notizia furiosi scontri avverranno per le strade di Belfast.
Nonostante il successo elettorale, da Londra il governo non si smuove e la situazione precepita.
Il 3 Maggio, dopo aver avuto 5 attacchi cardiaci durante la protesta, Sands entra in coma e morirà il 5 Maggio 1981 alle 1,17, dopo 66 giorni di sciopero della fame.
I funerali si tennero il 7 Maggio a Belfast davanti ad una folla di oltre 10.000 persone.

L’esempio di Bobby Sands, ci lascia l’insegnamento di una persona in grado di combattere e morire per le proprie idee, e ci ricorda che ancora oggi l’Unione Europa tollera una vera e propria occupazione colonialista, razzista e militare dell’Irlanda da parte dell’Inghilterra.