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Significato della storia d'Israele nella visione teosofica di Max Heindel

di Francesco Lamendola - 09/05/2008

 

Quella di Max Heindel è stata una strana figura nel mondo dell'esoterismo e della teosofia; una figura strana, ma gentile ed estremamente disinteressata. E quella sua gentilezza, quel suo disinteresse dovevano essere dei tratti che colpivano a prima vista coloro che entravano in rapporto con lui; insieme a una cultura sterminata, a una notevole capacità di esporre concetti difficili in termini comprensibili a un vasto pubblico, e all'ardente brama di conoscenza che, fra tutte, era probabilmente la sua nota più caratteristica.

Il suo vero nome era Carl-Louis von Grasshof ed era tedesco, figlio di Franz-Louis e di una nobile danese, Anna Witthen. Nacque nel 1865 a Copenaghen - ove suo padre si era stabilito -, primo di tre fratelli (due maschi e una femmina) e venne cresciuto nella fede luterana; solo molto più tardi avrebbe adottato il nome di Max Heindel. Bambino di otto anni, cadde mentre giocava e si ferì malamente a una gamba, cosa che lo costrinse a letto per oltre un anno, poi a portare una scarpa ortopedica fino all'età di diciotto anni; l'arto continuò a sanguinare continuamente fino all'età di trentotto. Quell'incidente non influì tuttavia sulla sua forte volontà e sul suo carattere aperto e simpatico, estremamente generoso e altruista. Per vincere la noia dell'ambiente domestico si trasferì in Gran Bretagna, a soli sedici ani, e si iscrisse alla Scuola navale di Glasgow, ove divenne ingegnere navale e cominciò a navigare, in qualità di capo macchina, a bordo di una nave della compagnia Cunard, traversando più volte l'Oceano Atlantico.

Stabilitosi a Liverpool, si sposò con Catherine Luetjens Dorothy Wallace: da questo primo matrimonio nacquero ben quattro figli, tre femmine e un maschio. Tuttavia, in seguito a continue e gravi incomprensioni, i due divorziarono e Max Heindel lasciò l'Europa, deciso a rifarsi una vita, e si trasferì in America. Risiedette a New York fino al 1902, in qualità di assistente ingegnere: Risposatosi, rimase vedovo nel 1905 e dovette affrontare un periodi di gravi difficoltà affettive,  economiche e di salute, mentre passava dal luteranesimo ad una chiesa dei Quaccheri (in inglese Quackers, letteralmente: "coloro che tremano"), minoranza protestante non conformista che, in passato, era stata duramente perseguitata  dai Puritani.

Con la decisione di lasciare la costa atlantica per quella pacifica e, poi, con la morte della seconda moglie, ebbe inizio un nuovo periodo nella vita di Max Heindel, il più alacre ed intenso. Nel 1903 si era stabilito in California, a Los Angeles, ove era entrato in rapporti con la locale Società Teosofica e ne era divenuto vicepresidente nel 1904-05.  A Los Angeles si immerse negli studi di metafisica, esoterismo ed astrologia e conobbe colei che diverrà la sua nuova compagna, Augusta Foss, sposata nel 1910.

Ma proprio il surmenage dovuto all'eccesso di studio e lavoro mentale (fino a 18 ore giornaliere!) lo portò, nel 1905, ad una grave crisi cardiaca con conseguente ricovero ospedaliero. Fu allora che egli, impossibilitato a proseguire gli studi, si dedicò sistematicamente alla meditazione e perfezionò la tecnica del viaggio astrale, allo scopo di visitare i piani invisibili della realtà e perfezionare le sue conoscenze di occultismo.

Rimessosi in salute, iniziò dei giri di conferenze sul misticismo cristiano e sull'astrologia. Nell'autunno del 1907 una sua amica e ammiratrice, Alma von Brandis, lo convinse a recarsi in Germania per conoscere Rudolf Steiner ed altri personaggi dell'ambiente teosofico. L'incontro con Steiner, in un certo senso, fu controproducente, perché, sebbene il teosofo austriaco non avesse moto da insegnare a Max Heindel, quest'ultimo, con la sua caratteristica umiltà, si disse largamente debitore nei confronti di lui; ragion per cui, da allora, egli fu spesso etichettato, assai  riduttivamente, come un semplice "steineriano", mentre la sua filosofia è sostanzialmente originale e contiene moli elementi che non si trovano in quella di Steiner.

Ad ogni modo, fu nel corso di quel soggiorno a Berlino che riferì di essere stato visitato da un misterioso Istruttore, un Fratello Maggiore della Rosacroce, che gli offrì di istruirlo sul sapere occulto, a patto che si impegnasse a mantenere il segreto. Ma ciò era in contrasto con la forte componente filantropica del carattere di Max Heindel, i cui studi e le cui aspirazioni erano interamente volti a comprendere il significato del mondo e della storia, e particolarmente delle umane sofferenze, allo scopo di diffondere un messaggio universale capace di alleggerirle. Egli, pertanto, rifiutò con decisione; e solo un mese dopo il Fratello Maggiore riapparve, sempre nel suo corpo eterico, dicendogli che era stato sottoposto intenzionalmente ad una prova di generosità, e che l'aveva superata.

Ebbe inizio, così, la sua iniziazione al sapere occulto dei Rosacroce, al termine della quale ricevette istruzioni per recarsi in un misterioso Tempio, presso il confine tra Germania e Boemia (allora parte dell'Impero asburgico), ove si trattenne circa un mese - nella primavera del 1908 - , e dove incontrò il suo istruttore nel corpo fisico. Max Heindel stese allora, lavorando a ritmo febbrile, una prima versione della sua gigantesca opera La cosmogonia dei Rosacroce, che poi riscrisse subito dopo essere rientrato in America, a New York e a Buffalo. Trasferitosi a Columbus, nell'Ohio, riprese quindi a tenere un importante giro di conferenze; in quel periodo fondò una organizzazione denominata The Roscrucian Fellowship. Da Seattle, infine - già vistata prima del viaggio a Berlino - organizzò, col sostegno di alcuni amici, la pubblicazione del manoscritto, che ebbe luogo presso un editore di Chicago nel novembre 1909 (poco più di mese prima che finisse il primo decennio del XX secolo, secondo le istruzioni dei Maestri Rosacroce).

Stampato inizialmente in duemila copie, il libro ebbe un discreto successo, grazie a anche a circostanze imprevedibili. Due terzi delle copie erano state collocate in un magazzino, donde una libraia oberata di debiti le spedì, per tacitare i creditori, a una serie di persone interessate alla filosofia esoterica; e quella fu, sia pure involontariamente, una magnifica propaganda per l'opera di Max Heindel.

Mentre il suo nome cominciava a divenire noto e sedi locali della Rosicrucian Fellowship sorgevano in varie città degli Stati Uniti, Max Heindel riprese, con l'aiuto di Augusta Floss, una serie di conferenze molto frequentate, con migliaia di partecipanti, allo scopo di diffondere ulteriormente il suo messaggio, anche distribuendo materiale ciclostilato (e che verrà pubblicato postumo). Questo eccesso di lavoro lo portò rapidamente a una seconda crisi cardiaca e ad un nuovo ricovero ospedaliero, nel 1910. Durante la sua degenza fu la sua fedele compagna e collaboratrice compagna a proseguire le conferenze, trattando specialmente il campo in cui era esperta: l'astrologia.

Non appena ripresosi, l'infaticabile Max Heindel riprese le conferenze nel nord-ovest degli Stati Uniti (Oregon e Washington), ma di nuovo dovette sospenderle per problemi di salute. Allora si ritirò con la moglie - si erano sposati nell'agosto del 1910 - in una villetta di Ocean Park, in faccia al Pacifico, di dove mantennero intensi contatti con numerosi seguaci e simpatizzanti sparsi per il Paese, mentre veniva steso il testo di un'altra importante opera, I Misteri Rosacrociani. Fra il 1910 e il 1918, Oceanside diviene così il centro mondiale della Associazione Rosicruciana, intorno ad alcuni edifici amministrativi e ad un tempio dalle bianche pareti con dodici lati, uno per ciascuna delle costellazioni dello Zodiaco; il tutto immerso nel verde di palme e prati fioriti, dopo che un duro lavoro ebbe trasformato quel luogo arido e selvaggio in un giardino.

Nell'ultima parte della sua non lunga (cinquantaquattro anni) e operosa vita, Max Heindel, oltre a scrivere un gran numero di testi, di lettere ai suoi giovani seguaci e curare la pubblicazione di una rivista, Echi da Monte Ecclesia, più tardi ribattezzata Raggi della Rosacroce, si dedicò con la solita giovanile energia alla missione di offrire al mondo una nuova scienza di guarigione. Mentre era ricoverato in ospedale, infatti, il Fratello Maggiore gli era apparso per affidargli tale compito, indi lo aveva condotto nel Tempio col corpo astrale e gli aveva affidato la formula per preparare una panacea capace di aiutare i malati a ripristinare il controllo, ridotto o smarrito, sui propri corpi  fisici. Nella preparazione di tale panacea una funzione importante era svolta dagli influssi siderali (e ciò spiega la stretta connessione tra astrologia e teosofia), nonché l'intervento diretto dei Fratelli Maggiori e l'assistenza spirituale di aiutanti invisibili, sparsi in vari luoghi della Terra. Quest'ultimo elemento ricorda da vicino la fiducia cristiana nell'efficacia della preghiera di guarigione ed è caratteristico di gruppi protestanti non ortodossi di tipo carismatico (basti pensare alla Chrstian Science di Mary Eddy).

Max Heindel si spense il 6 gennaio 1919, senza dubbio anche per gli strapazzi cui aveva sottoposto il suo cuore indebolito. La direzione della Associazione Rosicruciana passò nelle mani della moglie e sopravvisse, espandendosi anche fuori degli Stati Uniti d'America. In Italia il pensiero del teosofo è noto fin dagli anni Venti del secolo scorso, con la traduzione de La Cosmogonia dei Rosacroce; e attualmente esiste una sede dell'Associazione a Vaprio d'Agogna, in provincia di Novara, nonché un gruppo di Studi Rosacrociani a Padova.

 

In questa sede non faremo una esposizione complessiva del sistema filosofico di Max Heindel, perché ciò richiederebbe un apposito studio, ma ci limiteremo ad esporre il suo pensiero riguardo a un aspetto di esso assai circoscritto, e tuttavia significativo: il ruolo del popolo ebraico nell'economia complessiva della storia universale.

La cosa che risulta più evidente è la forte dimensione religiosa del sistema di Heindel, e più precisamente, la componente cristiana. Come  Helena Petrovna Blavatskij, egli è convinto che l'universo sia diviso in sette mondi (fisico; del desiderio; del pensiero; dello Spirito della Vita; dello Spirito Divino; degli Spiriti Verginali; di Dio) e che l'evoluzione di esso si svolga in sette grandi periodi ,che corrispondono ai pianeti. Ritiene, inoltre - come Madame Blavatskij -, che sulla Terra si siano finora succedute cinque Razze: nell'ordine, la Polare, l'Iperborea, la Lemuriana, l'Atlantica e la Ariana, ossia quella attuale, a sua volta divisa in sette Razze o Nazioni. Ce ne siamo già occupati nei due precedenti articoli Il malefico «Libro di Dzyan» e la storia segreta dell'umanità, prima e seconda parte: sempre sul sito di Arianna Editrice.

Dalla teosofia, Heindel riprende anche l'idea della rinascita delle anime individuali e sostiene che esistono delle Guide dell'Umanità che si servono di essa per far progredire incessantemente gli esseri umani, dal mondo fisico verso il mondo divino. Gesù Cristo è il capo della Razza futura; egli è venuto per dare un potentissimo impulso all'evoluzione dell'umanità in senso spirituale; ed è venuto in mezzo al popolo ebreo proprio per convincerlo a non attaccarsi alla  sua condizione di "popolo eletto" in senso meramente razziale, ciò che ne avrebbe inevitabilmente ritardato il progresso spirituale. Ma ciò è stato inutile, perché gli Ebrei non hanno mai voluto ascoltare i profeti, né Cristo; e, per quanto messi a dura prova dalle vicende storiche, hanno sempre voluto tornare in Palestina, animati dall'idea razziale di essere il popolo eletto, fraintendendo così la reale natura della loro missione, che era di tipo spirituale e universalistico. Né la loro attitudine verso gli altri popoli e le altre religioni è mutata dopo la diaspora: ovunque hanno rifiutato di mescolarsi ai loro nuovi vicini, ovunque sono rimasti tenacemente aggrappati al loro credo in un senso egoistico e puramente materiale.

 

Scrive Max Heindel nella sua vasta opera Il mondo magico dei Rosacroce (Genova, Fratelli Melita Editori, 1987, pp. 319-327):

 

Attualmente lo spirito di proselitismo è forte. Le chiese occidentali mandano missionari in tutto il mondo per convertire alle loro credenze gente di ogni nazione e non sono sole nei loro sforzi di proselitismo. L'Oriente ha cominciato una forte invasione dei campi occidentali, e e molti Cristiani, insoddisfatti della fede e dei dogmi insegnati dal clero. Desiderosi di trovare una verità che appaghi le esigenze dell'intelletto circa una adeguata spiegazione dei problemi della vita, si sono familiarizzati con gl'insegnamenti orientali del Buddismo, Induismo ecc. e in molti casi li hanno accettati.

Dal punto di vista occulto questo sforzo missionario, sia esso da Oriente a Occidente o viceversa, non è desiderabile perché contrario alla corrente di evoluzione. I Grandi capi dell'Umanità, che hanno il compito del nostro sviluppo, ci danno ogni aiuto necessario per questo fine. La Religione è uno di questi aiuti, e vi sono eccellenti ragioni perché la Bibbia, contenente non solo una, ma entrambe le religioni: Ebraica e Cristiana, sia stata data all'Occidente. Se veramente cerchiamo la luce, vedremo la Suprema Sapienza che ci ha dato queste due Religioni e capiremo come nessun'altra religione di oggi si adatti ai nostri bisogni particolari. (…)

Nelle epoche Polare, Iperborea e Lemuriana, il compito di guidare l'umanità era relativamente facile, poiché l'uomo non aveva la mente; ma quando questo elemento conturbante si aggiunse, durante la prima parte dell'epoca Atlantica, esso sviluppò l'astuzia, che è il prodotto della mente non controllata dallo spirito. L'astuzia agisce come aiuto del desiderio, senza considerare se il desiderio sia buono o cattivo, se porterà gioia o sofferenza.

A metà dell'Epoca Atlantica lo spirito era penetrato completamente nei propri veicoli, e cominciò ad agire allora sulla mente per produrre il Pensiero e il Ragionamento: capacità di discernere gli inevitabili effetti di una data causa, e di dedurre da un effetto la causa che lo produsse. Questa capacità di Ragionamento o logica, era destinata a svolgersi pienamente nell'Epoca Ariana e perciò i Semiti Originari (la Quinta Razza dell'Epoca Atlantica) erano un popolo "eletto" che doveva portare quella facoltà allora in germe a tal punto di maturità da impregnare le fibre dei loro discendenti, che sarebbero così diventati la Nuova Razza.

Trasformare l'Astuzia in Ragione non fu compito lieve. I precedenti cambiamenti  nella natura dell'uomo si attuarono facilmente. Egli poteva allora esser guidato sena difficoltà, perché non aveva desideri coscienti, né mente per guidarsi; ma al tempo dei Semiti Originari era diventato abbastanza astuto da risentire le limitazioni della propria libertà, al punti da eludere ripetutamente le misure prese per tenerlo sul retto cammino. Il compito di guardarlo era tanto più difficile in quanto bisognava lasciargli qualche libertà di scelta, onde potesse tempestivamente imparare ad auto-governarsi. Perciò fu istituita una legge che stabiliva immediata ricompensa per l'ubbidienza, e immediata punizione per le trasgressioni. Così l'uomo fu indotto e costretto al ragionamento in maniera limitata e imparò che "il cammino del trasgressore è duro" e che egli doveva "temere Dio" o il Capo che lo guidava.

Di tutti i prescelti come "seme" per la Nuova Razza, solo pochi rimasero fedeli, molti furono ribelli e, per quanto li concerneva, frustrarono completamento lo scopo della Guida, congiungendosi con le altre Razze Atlantiche, immettendo così sangue scadente nei loro discendenti. Questo è quanto intende la Bibbia nel passaggio in cui dice che i figli di Dio hanno sposato le figlie degli uomini. Per tale atto di disubbidienza furono abbandonati e "perduti".. Anche i fedeli perirono., secondo la carne, nel Deserto di Gobi ("la Solitudine"), nell'Asia centrale, culla della Razza attuale. Essi rinacquero come loro propri discendenti, naturalmente, ed ereditarono così la "Terra Promessa", la Terra quale è attualmente. Essi costituirono le Razze Ariane, nelle quali la ragione sta evolvendosi verso la perfezione.

I ribelli che furono abbandonati sono gli Ebrei, dei  quali la maggior parte sono ancora governati più dalla facoltà Atlantica dell'Astuzia che dalla Ragione, In essi il sentimento della Razza è così forte da far loro distinguere solamente due classi d'uomini: gli Ebrei e i Gentili. Essi disprezzano le altre nazioni e sono a loro volta disprezzati da esse per la loro astuzia, il loro egoismo e la loro avarizia. Non si può negare  che facciano beneficenza, ma ciò è principalmente, se non esclusivamente, fra loro stessi, e non internazionalmente, come fu fatto in occasione del disastroso terremoto in Italia, ove ogni barriera di fede, razza e nazionalità fu abbattuta dal sentimento umano di simpatia.

In casi come questo e come il disastro di San Francisco, la profonda natura spirituale dell'uomo diventa evidente più che in qualunque altra circostanza, e l'osservatore acuto può allora discernere la corrente dell'evoluzione. Si vede allora che, benché nel corso della vita ordinaria le nostre azioni  possano dimostrare il contrario, ciò nondimeno il nostro cuore sa e riconosce la grande verità della fratellanza, e le sofferenze di uno sono sentite da tutti. Tali incidenti sono indici della direzione dell'evoluzione. Il controllo dell'uomo per mezzo della Ragione, deve venir seguito da quello dell'Amore che ora agisce indipendentemente e qualche volta contrariamente ai dettami della Ragione. Quest'anomalia ha origine dal fatto che l'Amore al giorno d'oggi, è raramente disinteressato, e la nostra Ragione non sempre è giusta. Nella "Nuova Galilea", la futura Sesta Epoca, l'Amore diverrà altruista e la Ragione approverà i suoi dettami. La Fratellanza Universale verrà è pienamente attuata, e ognuno lavorerà per il bene comune, perché* la ricerca del proprio vantaggio sarà cosa del passato.

Affinché questa agognata meta possa essere raggiunta, sarà necessario scegliere dal tronco attuale un altro "popolo eletto", che serva come nucleo da cui germoglierà la nuova Razza. Questa cernita non dovrà venir fatta in contrasto alla volontà dei prescelti. Ogni persona deve scegliere da sé; deve volontariamente entrare nei ranghi.

Le Razze non sono che aspetti effimeri dell'evoluzione. Prima della fine dell'Epoca Lemuriana, vi era un "popolo eletto" differente dall'umanità ordinaria di quel tempo, che divenne progenitore delle Razze Atlantiche. Dalla quinta di queste Razze, un altro "popolo eletto" fu scelto, dal quale discesero le cinque "Razze Ariane", di cui due debbono ancora venire. Prima che incominci una nuova epoca però, dovrà esserci "un nuovo Cielo e una nuova Terra"; l'aspetto fisco della Terra   sarà cambiato e la densità diminuita. Al principio della prossima Epoca ci sarà una sola Razza; ma dopo questa, ogni pensiero e sentimento di Razza scompariranno. L'umanità costituirà di nuovo una vasta comunità, senza tener conto di nessuna distinzione. Le Razze non sono che semplici gradini dell'Evoluzione, che si devono superare, altrimenti non ci sarebbe progresso per gli spiriti in esse rinati. Ma, benché necessari, questi gradini sono anche molto pericolosi e causano gravi preoccupazioni ai Capi dell'umanità. Essi chiamano queste sedici Razze "i sedici sentieri verso la distruzione", perché, mentre nelle precedenti Epoche, i cambianti avvenivano in tempi così enormi che era assai facile mettere in linea per la promozione la maggior parte delle entità, con le Razze la cosa è diversa. Esse sono alquanto effimere, perché si deve particolarmente evitare che il minor possibile di individui venga impigliato nelle pastoie della Razza.

Questo è esattamente quanto accadde agli spiriti rinati nei corpi di razza Ebraica. Essi si attaccarono così fortemente alla Razza, da essere di nuovo attirati in essa  elle successive rinascite. "Una volta Ebreo, sempre Ebreo", questo è il loro motto. Essi hanno completamente dimenticata la loro natura spirituale nel fatto materiale di essere "il seme di Abramo". Perciò non sono "né carne né pesce". Non hanno nessuna parte nel progresso della Razza Ariana, e tuttavia hanno sorpassato quei residui dei popoli Lemuriani e Atlantici che sono ancora con noi. Sono diventati un popolo senza patria; un'anomalia fra il genere umano.

A causa del loro rinchiudersi nell'idea di Razza, il loro Capo di una volta li ha per forza abbandonati e diventarono "gente perduta". Affinché essi smettessero di considerarsi da altri popoli, in varie epoche, guidati da Capi dell'umanità, diressero contro di loro altre nazioni, ed essi furono deportati in prigionia dal paese dove si erano stabiliti; ma invano. Ostinatamente rifiutavano di amalgamarsi con gli altri. Invariabilmente essi tornavano a riunirsi nella loro arida terra. Profeti della loro Razza si mossero a redarguirli senza pietà, predicendo orrendi disastro; ma senza nessun successo.

Come sforzo finale per persuaderli a liberarsi dalle pastoie della Razza, abbiamo la quasi anomalia che il Capo della Razza futura, Cristo - il Grande Maestro - appare fra gli Ebrei. Ciò dimostra ancora una volta la compassione e la sapienza dei Grandi Esseri che guidano l'evoluzione. Non v'era tra tutte le Razze della terra altra razza "perduta" nel senso della razza Ebraica; nessun'altra al pari di quella, aveva tanto acutamente bisogno di aiuto. Inviar loro uno straniero, uno che non fosse della loro Razza, sarebbe stato certamente un tentativo inutile; si sapeva in precedenza che lo avrebbero rigettato. Come il grande spirito noto col nome di Booker F. Washington, rinacque fra i Negri per essere ricevuto da essi quale uno di loro onde poterli illuminare meglio di quanto nessun bianco avrebbe potuto fare, così i Grandi Condottieri avevano sperato che l'apparire di Cristo fra gli Ebrei, come uno di loro, potesse condurli ad accettare Lui ed i Suoi insegnamenti ed in tal modo liberarsi dai vincoli tenaci dei corpi razziali. Ma è dolorosissimo vedere come i pregiudizi umani possano prevalere. "Egli venne tra i Suoi, ed essi scelsero Barabba." Gesù non glorificò né Abramo, né alcun altro delle loro antiche tradizioni. Egli parlò "di un altro mondo", di una nuova Terra, di Amore e di Perdono, e ripudiò la dottrina dell'occhio per occhio. Egli non li incitò ad armarsi contro Cesare; se lo avesse fatto, lo avrebbero acclamato come liberatore. In tale rispetto Egli non fu compreso nemmeno dai Suoi discepoli che rimpiansero ugualmente tanto la svanita speranza di un Regno terreno, quanto l'amichevole  dominio dei Romani.

Il rifiuto di Cristo da parte degli Ebrei fu la prova suprema della loro aderenza alla Razza. Da allora tutti gli sforzi per salvarli in massa, dando loro speciali profeti e maestri, furono abbandonati, e siccome la futilità di esiliarli come una comunità era stata provata, essi furono, come ultimo espediente, dispersi in tutte le nazioni della Terra. Malgrado tutto, l'estrema tenacità di questo popolo, ha prevalso anche al giorno d'oggi, la maggioranza essendo tutt'ora ortodossa. In America, però, vi è oggi un lieve accenno di defezione. La giovane generazione principia a sposarsi al di fuori della Razza. Col tempo, un crescente numero di corpi, con caratteristiche di razza sempre meno marcate, saranno provveduti per incarnare spiriti di Ebrei del passato. In questo modo verranno salvati loro malgrado. Si "persero" per essere sposati con Razze inferiori; verranno salvati per essersi amalgamati con quelle più progredite.

Essendo le attuali Razze Ariane, composte di esseri umani ragionevoli capaci di trarre profitto dalle esperienze passate, il mezzo logico di aiutarli consiste nel dir loro dei passati stadi di progresso e del destino che colpì gli Ebrei disobbedienti. Questi ribelli avevano memorie scritte di come i loro Capi li avevano trattati. Queste dimostravano come essi erano stati prescelti e si erano  ribellati; come furono puniti; e come ci sia ancora la speranza di poterli redimere. Queste memorie possono recar profitto anche a noi per farci imparare come non dobbiamo agire. Non ha importanza il fatto che nel corso del tempo la testimonianza sia stata mutilata e che l'Ebreo di oggi si illuda ancora un "popolo eletto"; la lezione che può essere ricavata dalla loro esperienza  è nondimeno valida. Possiamo imparare come un "popolo eletto" possa stancare la propria Guida, frustrare i suoi piani, e divenire legato ad una Razza  per secoli e secoli. La loro esperienza dovrebbe essere  un avvertimento per qualsiasi futuro =popolo eletto". Paolo ci indica questo in termini inconfondibili (Ebr., ii, 3-4): «Perché se la parola degli Angeli è divenuta ferma ed ogni trasgressione e disubbidienza riceve una giusta retribuzione, come scamperemo noi adesso se trascuriamo una sì grande salvezza?». E Paolo parlava ai Cristiani, perché gli Ebrei ai quali scriveva questo, avevano accettato Cristo ed erano il popolo che sperava di potersi considerare, in qualche futura incarnazione, il "nuovo popolo eletto" che volontariamente avrebbe seguito la sua Guida e avrebbe sviluppato la facoltà della percezione spirituale e dell'Amore, l'intuizione che succederà all'auto-ricerca ed alla ragione.

L'insegnamento cristiano del Nuovo Testamento appartiene particolarmente alle Razze pioniere del Mondo occidentale. Sta prendendo piede particolarmente fra la popolazione degli Stati Uniti, perché lo scopo della Nuova Razza della sesta Epoca, sarà l'unificazione di tutte le Razze; gli Stati Uniti stanno diventando il "crogiuolo" in cui tutte le nazioni della Terra vanno amalgamandosi, e da questo amalgamo principalmente deriverà il nucleo del prossimo "popolo eletto".

Quegli spiriti di tutte le parti della Terra, che si saranno sforzati di seguire gli insegnamenti di Cristo, coscientemente o anche in altro modo, rinasceranno qui, allo scopo di ricevere le condizioni adatte per tale sviluppo.

L'Ebreo nato Americano è differente perciò dall'Ebreo di altre nazioni. Lo stesso fatto della sua rinascita nel mondo Occidentale, prova che sta emancipandosi dallo Spirito di Razza, ed è per conseguenza più progredito dell'Ebreo ortodosso del Vecchio Mondo cristallizzato - come lo furono i suoi genitori, altrimenti non avrebbe potuto concepire l'idea di recidere i vecchi legami e trasferirsi in America. Perciò l'Ebreo nato in America è il pioniere che preparerà la strada la quale sarà più tardi percorsa dai suoi compatrioti.

Vediamo così che la Bibbia contiene l'insegnamento di cui i popolo occidentali abbisognano affinché il terribile esempio della Razza Ebraica, menzionato nel Vecchio Testamento, possa servir loro di lezione ed essi imparino a vivere secondo gl'insegnamenti del Cristo nel Nuovo Testamento, offrendo disinteressatamente i propri corpi come sacrificio vivente sull'Altare della Fratellanza e dell'Amore.

 

Max Heindel era un uomo profondamente buono e fiducioso; la sua concezione della storia umana è intimamente ottimistica, improntata all'idea di una progressiva evoluzione spirituale dell'umanità, sotto la guida indiretta ma attenta e sapiente delle Guide Superiori. La sua fiducia nel ruolo positivo svolto dalle varie Razze non ha nulla di "razzista" nel senso deteriore del termine, anche perché egli afferma esplicitamente che lo scopo di ciascuna Razza è quello di andare oltre se stessa, di favorire il sentimento della fratellanza universale e di spiritualizzare sempre più l'anima dell'uomo - per lui, come per tutti i teosofi, l'uomo non ha sempre avuto uno spirito; gli uomini delle prime Razze ne erano privi: esso è penetrato lentamente, traverso innumerevoli reincarnazioni, come effetto generale di quanto le singole anime hanno imparato sul significato della vita stessa. Si può anzi dire che la sua concezione complessiva è più spirituale di quella di Madame Blavatskij e di molti altri teosofi, perché le Razze, per lui, non scompaiono periodicamente, in modo che l'umanità debba ricominciare ogni volta daccapo, bensì accumulano le loro conquiste spirituali mediante la rinascita e la legge di conseguenza.

All'interno di ciascuna Razza, poi, le Guide stabiliscono di volta in volta un "popolo eletto", che non è tale in senso biologico o angustamente nazionalistico, ma in quanto portatore di un superiore messaggio di spiritualità, destinato a diffondersi tra tutti gli esseri umani. Dopo le cinque Razze attuali della Razza ariana, altre due ne sorgeranno prima che la concezione più spirituale e più universale di tutte, quella cristiana, si diffonde ovunque definitivamente, consentendo il salyo evolutivo verso una dimensione superiore.

Come dice egli stesso,

 

L'insegnamento cristiano del Nuovo Testamento appartiene particolarmente alle Razze pioniere del Mondo occidentale. Sta prendendo piede particolarmente fra la popolazione degli Stati Uniti, perché lo scopo della Nuova Razza della sesta Epoca, sarà l'unificazione di tutte le Razze; gli Stati Uniti stanno diventando il "crogiuolo" in cui tutte le nazioni della Terra vanno amalgamandosi, e da questo amalgamo principalmente deriverà il nucleo del prossimo "popolo eletto".

Quegli spiriti di tutte le parti della Terra, che si saranno sforzati di seguire gli insegnamenti di Cristo, coscientemente o anche in altro modo, rinasceranno qui, allo scopo di ricevere le condizioni adatte per tale sviluppo.

 

Max Heindel, dunque, aveva fiducia che gli Stati Unirti d'America sarebbero stati il "crogiolo" in cui sarebbe maturato il germe della umanità futura, una umanità nella quale

 

Il controllo dell'uomo per mezzo della Ragione, deve venir seguito da quello dell'Amore che ora agisce indipendentemente e qualche volta contrariamente ai dettami della Ragione. Quest'anomalia ha origine dal fatto che l'Amore al giorno d'oggi, è raramente disinteressato, e la nostra Ragione non sempre è giusta. Nella "Nuova Galilea", la futura Sesta Epoca, l'Amore diverrà altruista e la Ragione approverà i suoi dettami. La Fratellanza Universale verrà è pienamente attuata, e ognuno lavorerà per il bene comune, perché* la ricerca del proprio vantaggio sarà cosa del passato.

 

In questa generosa utopia millenaristica, Max Heindel - pensatore così originale - si adegua al sentimento allora diffuso, specialmente fra gli Americani di recente immigrazione dall'Europa, che gli Stati Uniti sarebbero stati la fucina di una umanità finalmente libera ed evoluta. Non vedeva, però, che non la legge dell'amore, ma proprio quella della ragione - intesa come massimo potenziamento della tecnica e dell'utile - stava improntando la società americana; e che - più grave ancora - nella società americana stava germogliando quello stesso esclusivismo da "popolo eletto", nel senso puramente fisico del termine, che egli aveva criticato nel popolo ebraico. Come accade a molte persone buone e fiduciose, Max Heindel non si rese conto di avere idealizzato la società nella quale aveva scelto di vivere; e, forse, lo scoppio della prima guerra mondiale lo convinse che l'Europa non era più in grado di svolgere degnamente la sua funzione di civiltà, nel senso spirituale del termine, ma che quest'ultima sarebbe passata - almeno per il momento - al popolo d'oltre Atlantico. È vero che aveva preconizzato che la sesta razza atlantica, artefice del prossimo avanzamento, sarebbe stata la slava; poi, però, sarebbe subentrata una settima razza, ancora ignota, che avrebbe coronato l'evoluzione spirituale degli Ariani.

Amore eccessivo e un po' ingenuo della simmetria matematica e, in particolare, del numero sette?

Residui della visione dialettica e trionfalistica della storia, retaggio delle filosofie di Hegel e di Marx?

Forse.

Quella di Max Heindel, comunque - lo ripetiamo - è stata una utopia generosa, che ha contribuito - in tempi di ottuso darwinismo biologico e sociale - a diffondere una visione spirituale della storia umana, basata sull'idea della fratellanza, del perdono e dell'amore universale.

Già solo per questo, non ci sembra che sia stato piccolo il contributo che egli ha dato alla storia del pensiero e alla concezione che l'uomo contemporaneo ha di se stesso, dei propri simili e del mondo nel quale si trova a vivere e ad operare.