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Non gioco più

di Gaetano La Legname - 10/05/2008

 

In questi giorni si sta formando il IV governo Berlusconi: per gli amministratori delle piccole aziende come la nostra, poco cambia e lo diciamo senza polemica.

E’ un periodo strano questo; qualche giorno fa sono stato nel paese natale di mia mamma in Basilicata e non riesco a dimenticare la situazione paradossale in cui vive quella comunità: da un lato l’abbondanza delle produzioni agricole, dall’altra lo spettro della disoccupazione mitigata dai lavori socialmente utili; quella comunità possiede una miniera d’oro a cielo aperto che è data dalla presenza costante di vento per oltre 300 giorni l’anno, sfruttata solo in minima parte. Già, l’energia: nota dolente…

 

Chi scrive amministra da anni un’azienda di trasporto e per spostare le merci (su strada) si divorano tonnellate di petrolio; è di oggi la notizia dello sfondamento del 120 dollari al barile.

In tempi non sospetti i report di Centrofondi (http://www.centrofondi.it/report/report_02_03_06.pdf e http://www.centrofondi.it/report/report_03_03_07.pdf) spiegavano le vere ragioni dell’aumento del prezzo dell’oro nero; ma basta guardare le fatture di acquisto della nostra azienda per avere conferma che nel 2000 il costo dei carburanti per autotrazione incideva meno del 10% sul fatturato mensile, oggi siamo tra il 15% e il 20%.

 

Otto anni, solo otto anni per mettere in ginocchio l’economia italiana che sposta su gomma il oltre il 90% delle merci (dati WWF Italia 08/2005) ed il resto dell’europa non se la passa di certo meglio!

Il traffico su ferro è destinato a calare per un semplice motivo: la globalizzazione porta ad acquistare merci dove costano meno, le operazioni di vendita avvengono telematicamente e gli autocarri, a tutt’oggi, sono l’unico vettore (insieme all’aereo) che riesce a garantire consegne rapide e personalizzate; però facciamo l’alta velocità a spese del cittadino.

 

Questo è lo scenario attuale:

 

1)      una disorganizzazione sui flussi di trasporto che fa percorrere il 44% degli autocarri scarico per il 75% dell’itinerario;

2)      l’eccessivo nanismo delle aziende (quasi il 70% delle aziende di trasporto è inferiore ai 3 addetti, fonte Albo Autotrasportatori – Ministero dei Trasporti) e la diffidenza a creare realtà più grosse;

3)      la non corretta applicazione della reverse logistic (per la presenza di automezzi di proprietà delle aziende che devono spedire);

4)      la bassa scolarizzazione e la scarsa informatizzazione degli addetti e degli automezzi;

5)      il contenimento dei costi di trasporto con l’introduzione di cooperative che utilizzano manodopera extracomunitaria, sottopagata e senza diritti.

 

Tutta questa “follia” non si sposa bene con il protocollo di Kyoto e siamo curiosi di sapere come, il Ministero dei Trasporti ed i Comuni, intendono mettere in atto il Piano Generale sulla Mobilità e la City Logistics in meno di 24 mesi (entro il 2010).

 

Sappiamo che il Ministero dei Trasporti sta investendo centinaia di milioni di Euro per le infrastrutture delle cosidette “autostrade del mare” (fonte Albo Autotrasportatori) e abbiamo osservato come il Comune di Milano, per un ambiente più vivibile, ha introdotto la tassa d’ingresso Ecopass (http://www.comune.milano.it/ecopass/); le intenzioni sono buone, ma per quest’ultimo i proventi andranno a coprire (quasi sicuramente) le perdite finanziarie sui prodotti derivati,  (fonte Report – Rai3:

http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1077793,00.html).


A farne le spese saranno le aziende più piccole: “Chi glielo dice? Perché ricordiamo ancora il blocco di dicembre 2007 che mise in ginocchio l’Italia”; (fonte blog di Beppe Grillo: http://www.beppegrillo.it/2007/12/camion_vuoti_e.html) questo ebbe ripercussioni gravissime sul reparto agro-alimentare (1,5 miliardi di Euro di perdite). Bruciamo carburanti per acquistare gli asparagi dal Perù (fonte Report – Rai3:

http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1077906,00.html)

e distruggiamo le produzioni nostrane.

 

Un ultima considerazione: non si capisce perché i costruttori di autoveicoli industriali propongono motori con potenze e consumi sempre maggiori e non invitano le istituzioni a monitorare le emissioni di PM 10, 5, 2.5 ,1 dovute ai nuovi sistemi di combustione dei motori (fonte Stefano Montanari – Nanopatologie: http://www.stefanomontanari.net/images/pdf/nanopatologie.pdf).

 

Qualcosa si sta muovendo ed ora si inizia a comprendere l’importanza delle merci a Km. zero; bisogna tornare alle produzioni locali, non per imporre l’autarchia, ma perché siamo obbligati dalla carenza energetica!

 

E’ necessario riorganizzare anche il settore dell’autotrasporto di merci su strada.

Dal 2001 la nostra azienda ha iniziato a sviluppare un sistema telematico “proprietario” che permette di ottimizzare gli itinerari e di ridurre al minimo i “viaggi a vuoto”; nel 2005 sono stati depositati due brevetti per invenzione industriale. Questa procedura, attualmente, è utilizzata per la nostra struttura, ma grazie al dialogo intrapreso prima con il Dipartimento di Scienze dell’Informazione dell’Università Statale di Milano e quindi con di Dipartimento di Tecnologie dell’Informazione dell’Università di Crema (nel polo di Crema ci sono i maggiori esperti italiani in ottimizzazione dei flussi di trasporto), si riuscirà a realizzare un procedura ad hoc che potrà essere utilizzata da tutto il settore.

Un sistema del genere, che abbiamo messo a disposizione GRATUITAMENTE per il progetto di Arcipelago SCEC, può essere implementato in tempi relativamente brevi e con costi irrisori rispetto alle ingenti risorse richieste ad esempio per la relizzazione del solo sistema Ecopass.

E siamo sicuri che i vari consorzi di autotrasportatori saranno molto interessati a capire il funzionamento di questo sistema innovativo.

 

Un sistema del genere ha permesso alla nostra struttura di aumentare il fatturato del 15% negli ultimi 3 anni e di mantenere costante la spesa sui carburanti. Se consideriamo che il gasolio nel 2005 costava € 1,05 ed oggi siamo quasi a € 1,50, la minore manutenzione sugli automezzi e la riduzione delle ore di straordinario degli autisti, possiamo affermare che la performance non è da trascurare; come non è da trascurare neanche la migliore qualità della vita dei collaboratori.

 

Ma nel frattempo cosa facciamo per il costo dei carburanti? La risposta è semplice: intanto dal punto di vista informatico il sistema può emettere una sorta di “certificazione” sui trasporti a km. zero, sugli autocarri “virtuosi” che non percorrono distanze parzialmente carichi o scarichi e sui trasporti intermodali.

Lo Stato da parte sua potrebbe “adottare” il progetto sui Buoni Locali di Solidarietà dell’Associazione ARCIPELAGO SCEC (http://www.arcipelagoscec.net; il progetto completo al link: http://www.centrofondi.it/articoli/Progetto_Buoni_Locali.pdf).

 

Sappiamo che le accise sui carburanti incidono oltre il 48% sul prezzo alla pompa (senza contare l’IVA, circa il 17%, che per gli autotrasportatori è detraibile); in questo caso lo Stato potrebbe accettare TOTALMENTE questa percentuale in Buoni Locali di Solidarietà SCEC ed il sistema fornirebbe una certificazione di riscontro sui trasporti “virtuosi”. Questa operazione finanziaria allo Stato non costerebbe nulla in quanto gli stessi SCEC potrebbero essere ri-utlizzati per l’acquisto di servizi di trasporto o di beni per la collettività presso le stesse aziende che aderiscono al circuito.

Gli autotrasportatori avrebbero un beneficio notevole poiché riporterebbero la spesa per carburanti ai livelli della fine degli anni ’90 senza contare l’aumento di fatturato possibile per mezzo del sistema telematico. I costi di trasporto si abbatterebbero fino al 30% con tutti i vantaggi che questo comporta!

 

Corriamo… corriamo in maniera folle verso una destinazione ignota per rubare ai nostri colleghi imprenditori quella quota di mercato che oggi ci permette di rimanere a galla, con enormi fatiche!

Ferminamoci a riflettere, oggi siamo ancora schiavi, di un sistema economico basato sul debito degli interessi (http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2008_mag_1.pdf)  che funziona esattamente come il gioco delle sedie “musicanti”.

Chi non ha giocato da bambino? 10 bambini e 9 sedie, qualcuno a fine musica rimane in piedi e viene escluso dal gioco (fallimento dell’impresa), si toglie una sedia (aumento del debito) e il gioco ricomincia finchè ci sarà solo un vincitore (indovinate chi)… Voi volete partecipare ad un gioco così criminale? Io, no!

 

Siamo quasi sicuri che verremo presi per matti e magari qualcuno ci inviterà al Trattamento Sanitario Obbligatorio; ma a nostra volta, con questo articolo intendiamo denunciare la follia perpetrata dal sistema attuale e la miopia del sistema politico (tutto), proponendo soluzioni che rendono questa realtà OBSOLETA!