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Iraq, Gli abitanti di Sadr City invitati a lasciare la zona

di Leila Fadel - 10/05/2008



Dopo oltre 40 giorni di intensi combattimenti, ieri le forze di sicurezza irachene hanno detto ai residenti di evacuare le loro case nello slum sciita di Sadr City, nella parte nord-est [della capitale], e di trasferirsi in sistemazioni temporanee in due stadi.

L'invito delle forze armate, che indica la possibilità di una intensificarsi delle operazioni militari, arriva mentre le forze di sicurezza irachene hanno fatto irruzione nella sede della radio gestita da sostenitori dell'esponente religioso sciita Muqtada al Sadr, e alcuni miliziani hanno lanciato missili contro una base delle forze della coalizione nella città portuale di Bassora, nel sud, uccidendo due contractor, e ferendo quattro civili, e quattro soldati della coalizione.

Da fine marzo, Sadr City è un campo di battaglia, che sopporta raid aerei Usa, cecchini delle milizie, e scontri a fuoco fra le forze statunitensi e quelle irachene e l'Esercito del Mahdi, la milizia fedele a Sadr.

Secondo la Iraqi Red Crescent [la Mezzaluna Rossa irachena], circa 8.500 persone sono già state costrette a lasciare lo slum che si estende in modo irregolare, nel quale vivono in circa 2 milioni e mezzo. Da settimane, circa 150.000 persone mancano di generi alimentari, acqua, e forniture mediche, dicono le agenzie umanitarie.

Due stadi - nella parte est e nord-est di Baghdad – sono pronti a ricevere circa 16.000 persone evacuate dalla parte sud-est della città, nella quale i combattimenti sono stati più intensi.

Il colonnello Abdul Amir Risna Sigar, direttore delle strutture sportive di Baghdad, dice che la sua organizzazione allestirà 500 tende nei due stadi, ma sta aspettando ordini finali. La Iraqi Red Crescent sta facendo scorta di generi alimentari, forniture mediche,e tende, dopo essere stata informata dell'evacuazione. Avrà la responsabilità di allestire il riparo e le zone per ospitare le persone evacuate, dice il direttore generale, Mazin Salum.

Per adesso, gli stadi sono vuoti, e le famiglie non sono arrivate.

Um Mohammed, 48 anni, ha ignorato i soldati iracheni che ieri invitavano con gli altoparlanti i residenti a lasciare le loro case. In precedenza, questa settimana, l'esercito iracheno aveva lanciato attorno a casa sua dei volantini, che chiedevano ai residenti di consegnare i miliziani dell'Esercito del Mahdi, e di cooperare con il governo.

"Qui i residenti ridono del governo", dice. "Le loro richieste sono molto strane: consegnare i nostri figli, oppure lasciare le nostre case per andare a vivere in piccole tende".

Um Mohammed resterà a casa sua, dice, anche se il suo quartiere è tormentato da scontri a fuoco e da sporadici raid aerei.

"Rifiutiamo di andarcene", dice. "Moriremo dentro le nostre case".

Nella maggior parte di Sadr City, la gente non riceve le razioni alimentari da più di un mese e mezzo, e la Red Crescent ha distribuito migliaia di pacchi di generi alimentari, 100 tonnellate di farina, e fornito quattro tonnellate di furniture mediche ai due ospedali principali. In oltre 40 giorni di combattimenti sono state uccise dalle 500 alle 1.000 persone.

Anche le forze armate Usa hanno distribuito aiuti, e curato alcuni cittadini che ne avevano bisogno, mentre i soldati continuavano la loro battaglia ai margini di Sadr City.

Le forze armate Usa stanno costruendo barriere per isolare la parte sud della città, circa 5 kmq, da dove ritengono che i miliziani lancino missili contro la superfortificata Green Zone, che ospita gli uffici del governo iracheno, e la missione diplomatica statunitense. Prevedono di completare il progetto in meno di due settimane. I muri isoleranno circa 800.000 persone nello slum che si estende in maniera irregolare dal resto del distretto per arginare il flusso di missili e armi, dice il colonnello Allen Batschelet , capo di stato maggiore del comando delle forze Usa a Baghdad.

"Stiamo mettendo una serie di queste barriere, che ci permettono di controllare l'accesso", dice. "Provoca problemi? Potete scommetterci. Rallenta il commercio? Senza dubbio. Però adesso è questo il costo di ridurre il flusso illegale di armi che prima entravano".

Due giorni fa, le forze di sicurezza irachene hanno fatto irruzione nell'emittente 'sadrista' radio al 'Ahd, interrompendone le trasmissioni, dicono i dipendenti della radio.

"L'esercito ha detto al direttore che si ritiene che la radio inciti al terrorismo", dice Akhbal Hamid, un dipendente che ha 38 anni. "Le forze irachene hanno bloccato, fatto irruzione, ed evacuato l'edificio".

Funzionari iracheni dicono di non avere chiuso l'emittente, e di avere fatto solo un raid.


(Hanno collaborato i corripondenti speciali [termine con cui i media Usa si riferiscono ai loro stringer iracheni] Laith Hammudi e Jenan Hussein)


(Traduzione di Ornella Sangiovanni)
da McClatchy Newspapers