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Shell e Repsol abbandonano il gas iraniano. Arriveranno russi, cinesi e indiani. Cosa farà l'Italia?

di redazionale - 13/05/2008

 
Il Financial Times dà oggi notizia che la multinazionale anglo-olandese Royal Dutch Shell e la spagnola Repsol hanno annunciato il loro ritiro dal progetto di gestione del più grande giacimento di gas del mondo: South Pars, in Iran. Shell e Repsol avrebbero dovuto partecipare alla valorizzazione dei settori 13 e 14 del progetto ma, di fronte alle pressioni internazionali per il boicottaggio dell´Iran, secondo il Financial Times si limiteranno a consultazioni di tipo tecnico. Ad aprile il governo di Teheran aveva chiesto a Shell, Repsol e alla francese Total (che sfrutta i settori 11 e 12 di South Pars) di concludere al più presto i contratti di esplorazione per i settori 13 e 14. Secondo il giornale britannico, l´Iran avrebbe fretta di avviare i cantieri di fronte alla velocità con la quale il vicino Qatar sta sfruttando la parte del giacimento che ricade sotto la sua giurisdizione per rifornire di gas gli Usa.

Nell´area ha forti interessi anche l´Eni, ma il ministro iraniano del petrolio ha annunciato che la russa Gazprom, le cinese Sinopec e la Società nazionale indiana del petrolio sono pronte per sostituire spagnoli ed anglo-olandesi se questi non rispetteranno i tempi previsti dai contratti. Ufficialmente Shell e Repsol si sono ritirate dal progetto di valorizzazione, che aveva un costo stimato di 10 miliardi di dollari, per le incertezze strategiche e le spese crescenti, ma secondo il Financial Times la ritirata delle società occidentali al grande affare del gas iraniano dipende soprattutto dal rifiuto di Teheran di fermare l´arricchimento dell´uranio per i suoi impianti nucleari e, ancora di più, per le eventuali misure economiche che verranno prese contro la Repubblica Islamica: «Questa decisione è stata presa sullo sfondo delle pressioni crescenti esercitate da Washington sulle società internazionali con l´obiettivo di contrastare ed arrestare i loro lavori in Iran – scrive il giornale inglese – questo costituisce un elemento di una campagna che mira ad isolare Teheran in seguito al suo rifiuto di fermare il suo programma nucleare».

Si può anche capire quanto sia stato dolorosa la rinuncia: le riserve iraniane di gas conosciute ammontano a più di 28.000 miliardi di metri cubi (le secondo al mondo dopo quelle della Russia), la produzione destinata al consumo interno è arrivata a 105 miliardi di metri cubi e le esportazioni a 105,1 miliardi nel 2006. I russi, che pure fanno parte del gruppo dei 6 che ha chiesto l´inasprimento delle sanzioni contro l´Iran, partecipano attraverso Gazprom allo sfruttamento dei settori 2 e 3 del giacimento di South Pars, insieme alla francese TotalElf (40%) ed alla malese Petronas (30%).

Dopo la decisione dei due colossi energetici occidentali si aspetta di capire se li seguiranno anche i francesi ed i tedeschi, che fanno parte del gruppo dei 6 insieme a gran Bretagna, Russia, Cina ed Usa, ma soprattutto cosa farà il nuovo governo italiano, visto che l´Italia è uno dei maggiori partner commerciali dell´Iran ed ha colossali interessi nei giacimenti di petrolio e gas del Paese della Repubblica Islaica.