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Sbagliando non si impara

di Luca Bernardini - 13/05/2008

 
A causa del continuo aumento dei cereali, gli allevatori di suini francesi stanno facendo pressione sull’Unione Europea per reintrodurre le famigerate farine animali, ritenute causa dell’epidemia di Bse (nota come sindrome della mucca pazza).
A seguito di questo scandalo, le farine animali sono vietate nell’Ue dal 2000.

Guillaume Roué, vicepresidente della Federazione nazionale francese degli allevatori di suini, ritiene che l’utilizzazione parziale di alcune farine animali dovrebbe essere riconsiderata. Si tratterebbe, secondo lui, di usare quelle derivate dai maiali per nutrire i volatili e viceversa. Un tale sistema permetterebbe di evitare ogni forma di ˝cannibalismo˝. Inoltre Roué fa notare che i loro concorrenti statunitensi e brasiliani possono ricorrere alle farine animali ed esportare le produzioni in Europa (quindi siamo fregati comunque).

Gli allevatori di suini oggi sono in crisi per il rincaro di cereali e soia usati per nutrire gli animali e che costituiscono da soli il 65% dei costi di produzione. Secondo una stima, il ricorso alle farine animali farebbe risparmiare 4 centesimi di euro per chilo di carne. Troppo poco però, visto che oggi in Francia la carne di maiale si vende a 1.15 euro al chilo, mentre il costo di produzione è di 1.60. Un paradosso delle leggi di mercato, ma sono miracoli dei sussidi all’agricoltura... Inoltre i produttori chiedono al governo francese la rimozione del divieto al ricorso a integratori vegetali, autorizzato in tutta l’Ue tranne che in Germania.

L’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria ha da parte sua ribadito nel 2007 l’importanza di non modificare le misure prese contro il diffondersi della Bse: il bendo alle farine animali deve essere mantenuto.

Tuttavia sono in corso degli studi per analizzare le componenti delle farine animali e quali specie vengono utilizzate in questo intruglio mefitico. I primi risultati saranno disponibili nel 2009. La questione sulla reintroduzione di questa fonte di proteine nell’alimentazione dei suini e del pollame tornerà d’attualità, se già non lo è diventata.
Come dire, sbagliando non si impara.


Fonte : Le Monde