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Italia: incriminati perché hanno criticato i crimini di Israele

di redazionale - 14/05/2008

Fonte: italian.irib.ir

 


Nel luglio 2006 si verificava l'invasione israeliana del Libano, che causava con bombardamenti aerei e di artiglieria migliaia di vittime tra i civili libanesi. L'associazione "Imam Mahdi" (AJ) (http://www.islamshia.org/) redigeva e pubblicava su internet un comunicato di condanna dell'aggressione sionista, (reperibile sul loro sito - sezione "comunicati"). A causa di tale pubblicazione la magistratura italiana ha incriminato Marco Husseyn Morelli nella qualità di portavoce e Giuseppe Abbas Di Palma, talebeh (seguace/studente islamico) della Haw'za (scuola islamica) "Imam Khomeyni", nella qualità di presidente dell'associazione "Imam Mahdi" (AJ) perché - riportiamo testuale -,: "incitavano a commettere violenze e atti di provocazione alla violenza per motivi razziali e religiosi". Il 22 maggio è stata fissata la prima udienza del processo. Sembra che condannare le aggressioni sioniste equivale, in Italia, a compiere atti di violenza aggravata da razzismo e antisemitismo! Nella "democratica" Italia non si perde occasione per denigrare l'Iran e presentarlo come un paese senza libertà ma lo Stato italiano perseguita i suoi cittadini solo perché hanno criticato la politica colonialista di Israele! Nel caso specifico l'obiettivo è intimidire e colpire Abbas e Husseyn e attraverso loro gli sciiti e tutta la comunità islamica in Italia. Radio Italia esprime la propria solidarietà ai suoi fratelli dell'associazione "Imam Mahdi" (AJ). La redazione italiana dell'IRIB ha quindi deciso di informare i media e le comunità religiose, affinché sia nota a tutti l'ingiustizia di cui sono vittime gli amici dell'associazione "Imam Mahdi" (AJ). Si cercherà inoltre di seguire il caso ed approfondirlo attraverso notizie, comunicati, interviste o di altre iniziative, in modo da dare a questa vicenda una giusta evidenza.