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I figli del '68 (incontro pubblico)

di redazionale - 15/05/2008

Fonte: Comunità giovanile

 
 
                                           

Venerdì  16 Maggio 2008 ore 21

Vicolo Carpi,5  Busto Arsizio (Va)

CONVEGNO DAL TITOLO

I FIGLI DEL '68

tra realta e illusioni  di una stagione che ha (forse) cambiato il mondo

intervengono:

ALDO BRANDIRALI

(fondatore, nel 1968, del movimento "servire il popolo")

CARLO GAMBESCIA

(opinionista - scrittore)

VALTER BINAGHI

(docente - scrittore)

 


ELOGIO DEL '68

di Gianfredo Ruggiero

Il ’68 è generalmente considerato come un’espressione della sinistra marxista e velleitaria. Fu invece, perlomeno nella sua fase iniziale, un movimento politicamente trasversale e senza alcuna connotazione ideologica prevalente.

Anzi, possiamo affermare che s’ispirò maggiormente alla cultura di destra (quando destra era sinonimo di fascismo) che a quella di sinistra.

E’ nato nei primi anni sessanta nei campus universitari americani ispirandosi al pacifismo di Ezra Pound, il poeta anti-usura, nemico delle banche, incarcerato per 13 anni in un manicomio criminale per aver aderito alla Repubblica Sociale di Mussolini. Il suo slogan preferito, “l'immaginazione al potere", è stato preso in prestito dal movimento legionario di D’Annunzio.

Gli hippies gridavano “Frodo lives!” riferendosi al “Signore Degli Anelli” di Tolkien, il libro sacro della destra radicale.

Se nel mondo occidentale il movimento del ’68 si è caratterizzato in chiave anticapitalista, nell’Europa dell’Est ha assunto una connotazione anticomunista che ha portata giovani come Jan Palach in Cecoslovacchia e Alain Escoffier in Francia ad immolarsi col fuoco per la libertà dei popoli oppressi dal comunismo e condannati dall’indifferenza dell’Occidente.

In definitiva il ’68 ha rappresentato, per dirla con Julius Evola, una “rivolta contro il mondo moderno”.

Poi sono arrivati i partiti e quelli più forti hanno imposto la loro ideologia. La parte dei leoni l’hanno fatta i partiti comunisti.

In Italia la Democrazia Cristiana, con l’Arco Costituzionale di De Mita, ha contribuito a riesumare l’antifascismo per dividere la gioventù  e per mettere fuori gioco la destra politica per avviarsi, con questa onorificenza, a costruire il compromesso storico con il Pci, poi degenerato nel consociativismo.

Nel resto d’Europa hanno invece prevalso i carri armati sovietici ad Est e la disillusione per la mancanza di un progetto politico alternativo ad Ovest.

E quella splendida esperienza generazionale, quegli entusiasmi, quella voglia sincera di libertà e di cambiamento, si sono poi dissolti nelle acque torbide della politica, la stessa d’oggi, e nel sangue degli anni di piombo, per poi defluire nel privato e nell’apatia generalizzata.

Gianfredo Ruggiero, Circolo Excalibur