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La soluzione sovietica del problema energetico

di Lino Rossi - 15/05/2008

 
La soluzione sovietica del problema dell’energia elettrica prevede la realizzazione di grandi impianti di generazione e di grandi linee di trasporto.

I vantaggi sono:

  • l’eventuale inquinamento può essere circoscritto a territori scarsamente antropizzati;
  • il potere si può perpetuare a discapito dei cittadini, o per meglio dire, dei sudditi; l’approvvigionamento dipende in qualche misura sempre da “qualcun altro”.

Gli svantaggi sono:

  • oneri di trasporto;
  • scarsa possibilità di impiegare il calore di scarto.
La Francia, impegnata nella corsa agli armamenti nucleari, ha adottato questo modello realizzando parecchie decine di centrali nucleari.

Noi abbiamo adottato lo stesso modello realizzando centrali termoelettriche; l’avanzatissima centrale nucleare di Caorso, nuovissimo gioiello tecnologico, l’abbiamo fatta a pezzi fra gli applausi dei demagoghi e l’incredulità dei costruttori. Il NO al nucleare del 1987 è stato interpretato nella maniera più demenziale, col risultato che non abbiamo beneficiato dell’investimento e le scorie radioattive nel frattempo prodotte non si sono volatilizzate; se fossero aumentate a seguito del funzionamento della centrale appena collaudata, il nostro problema “scorie” non sarebbe stato eccessivamente diverso da quello che oggi ci ritroviamo.

La soluzione “alternativa” del problema dell’energia elettrica prevede la realizzazione di piccoli impianti di generazione a ridosso degli utilizzatori e l’assenza di grandi linee di trasporto, che bellissime proprio non appaiono; si tenga conto che esse non sono “interrabili”, se non per brevissimi tratti, a causa degli effetti capacitivi dei cavi.

I vantaggi della soluzione “alternativa” sono:

  • l’assenza di oneri di trasporto;
  • la possibilità di impiegare il calore di scarto;
  • la possibilità di coinvolgere gli utilizzatori/cittadini nel compito della generazione, magari da fonte rinnovabile.

Gli svantaggi sono legati alla presenza di eventuali inquinanti nei territori antropizzati.

La proposta del neo Ministro dello Sviluppo Economico (1) appare decisamente di stampo sovietico a meno che non intenda adottare il modello giapponese delle micro centrali a fissione nucleare (2), assai censurabile: anche l’eliminazione sistematica degli over 70 porterebbe molti vantaggi, ma non mi sembra che il solo loro inseguimento debba essere l’unico criterio di scelta.

Per Sua stessa ammissione la soluzione nucleare non è di quelle che si possono immaginare praticate in tempi brevissimi, se non altro per la prevedibile “messa di traverso” di molte persone non rassegnate all’ulteriore degrado del pianeta, del senso della misura e dell’intelligenza. È vero che la nostra società convive con tantissime “vittime” ma, mentre un incidente automobilistico o lavorativo può essere devastante per gli attori degli avvenimenti, la presenza di scorie radioattive può essere devastante per moltissime future generazioni. La differenza non è di poco conto, specialmente per chi è consapevole degli effetti della radioattività a forti dosi sulle cellule.

In fondo di cosa stiamo parlando?

Il nostro Paese ha il picco di potenza assorbita di poco inferiore a 60 GW; significa che ogni italiano assorbe mediamente, nei momenti di “punta”, circa 1 kW. L’energia elettrica che impieghiamo in un anno è pari a circa 350.000 GWh che equivalgono ad una potenza media di 40 GW, come se ogni italiano mediamente assorbisse 670 W e 6.000 kWh. In realtà una famiglia di 4 persone mediamente, a livello domestico, consuma circa 4.000 kWh; tutta l’energia eccedente va all’industria, ai trasporti, al terziario, all’agricoltura, ecc.

Se grandi utilizzatori, enti locali, comunità, singoli cittadini, ecc. pensassero all’approvvigionamento dell’energia elettrica in termini integrati e rispettosi dell’ambiente, come in alcune parti della Germania, non sarebbe impossibile pervenire in breve tempo a:

  • pieno impiego delle risorse energetiche rinnovabili disponibili;
  • pieno sfruttamento, con rendimento complessivo SEMPRE superiore al 70%, dei combustibili fossili ancora impiegati. Oggi siamo ottimisticamente attorno al 50%; passare al 70% a quante centrali nucleari da 1 GW equivale?

Quali sono le nostre emergenze?

  1. la punta di 60 GW ci mette in crisi da parecchi anni a questa parte;
  2. non c’è un “piano energetico funzionale”, come dice correttamente il ministro.

È il caso di inseguire le logiche del XX° secolo oppure è meglio guardare in avanti?

Perché gli altri Paesi, Germania in testa, non sono così lanciati verso la fissione nucleare?

Prevale la logica della civiltà o quella degli affari in queste scelte?

La nostra situazione:

  • buttiamo al macero, scimmiottando un clamoroso errore dei tedeschi, parecchie centinaia di milioni di euro pubblici con il “conto energia” per finanziare la realizzazione di vergognosi impianti fotovoltaici al silicio obsoleti e costosissimi; è come se acquistassimo con denaro pubblico un PC con processore 286 a 5.000 €; il mercato già offre nuove tecnologie fotovoltaiche senza silicio a costo enormemente inferiore (3) (il problema non è la reperibilità del silicio, ma la sua “purificazione”, assai dispendiosa energeticamente); perché non destinare pochi milioni di euro alla italianissima ed autorevolissima ricerca sulla fusione fredda? (4);
  • usiamo disinvoltamente stufette elettriche, condizionatori e pompe di calore con scambiatore ad aria; significa che, oltre allo scempio estetico delle facciate dei palazzi e delle abitazioni, sprechiamo tantissima energia e potenza; ad esempio quando il caldo è molto intenso i condizionatori con scambiatore ad aria hanno COP (5) molto bassi; viceversa se impiegassimo condizionatori e pompe di calore con scambiatore ad acqua il COP si manterrebbe sempre assai più elevato;
  • è difficilissimo trovare lavatrici domestiche con ingresso sia di acqua calda sia di acqua fredda; se non fossero commercializzabili, quelle con un solo ingresso, si potrebbe risparmiare tantissima elettricità;
  • per fare il condizionamento dell’aria impieghiamo quasi sempre compressori elettrici; perchè non preferire sistematicamente i gruppi ad assorbimento funzionanti ad acqua calda, magari solare, anziché ad elettricità? Quante centrali nucleari da 1GW potremmo evitare?

L’elenco potrebbe crescere a piacimento, per chi vuole vedere.

Conclusione.

La scelta nuclearista del ministro è sbagliata nella sostanza e nei tempi di risoluzione del problema, anche se appoggiata al programma elettorale del PDL. Egli ha la possibilità di:

  • interrompere subito tantissimi errori e vuoti legislativi del passato;
  • realizzare un PEN razionale capace di risolvere in 3-5 anni tutti i nostri problemi energetici senza danneggiare l’ambiente e la salute dei nostri nipoti.

Sono note le iniziative di Casini, Fini, Brunetta ed altri per riproporre la fissione nucleare. Spero che la dirigenza del PDL sappia interpretare la fiducia che il Paese gli ha accordato.

Da 30 anni siamo privi di dirigenza politica (6); il Paese ha scelto Berlusconi, Tremonti e Bossi. Sarebbe gravissimo se si trovasse con la politica nuclearista di Casini (7) e della lobby sovietica dei boiardi, buoni per tutte le stagioni.


  1. http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/200805091223-eco-rt11041-art.html
  2. http://www.effedieffe.com/rx.php?id=2517
  3. http://www.kensan.it/articoli/Energia_Solare_Fotovoltaica_Nanosolar.php
  4. http://www.progettomeg.it/ffreddadelgiudice.htm
    http://www.lenr-canr.org/acrobat/DeNinnoAexperiment.pdf
  5. http://www.freshtec.it/apropositodi/circuito.asp
  6. http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo412774.shtml
  7. http://www.archivionucleare.com/index.php/2007/09/13/casini-riprendere-nucleare