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Banche? Forza Tremonti

di redazionali - 15/05/2008

Fonte: Il Riformista

 

 

Contro dieci banche che hanno aggirato la legge Bersani sulla portabilità dei mutui, il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, ha annunciato ieri l’avvio di altrettante istruttorie per «pratica commerciale scorretta». La parte della "lenzuolata" Bersani che doveva rendere più semplice e soprattutto più economico il trasferimento di un debito da un istituto di credito all’altro, risulta sostanzialmente inattuata: «abbiamo segnalazione di rinunce a cambiare solo per i costi e abbiamo denunce di cittadini perché le banche negano la surrogazione e propongono un contratto analogo ma con costi insopportabili», ha precisato Catricalà. In sostanza, le banche dribblano la norma che impone la "surrogazione", che elimina cioè l’obbligo, per passare da una banca all’altra, di cancellare il vecchio mutuo e accenderne uno nuovo. Con la surrogazione si dimezzano i costi per il notaio e si eliminano i costi bancari.

 

Un mese fa, commentando proprio un’inchiesta di Altroconsumo che metteva in luce la mancata applicazione della legge da parte del 95% delle banche, Catricalà aveva tuttavia segnalato i limiti di un’eventuale iniziativa dei suoi uffici. L’Autorità per la concorrenza, aveva puntualizzato, può intervenire solo per «pratica commerciale scorretta», ma «è uno strumento debole». Sa- rebbe stato molto meglio prevedere sanzioni dure già nella legge, aveva aggiunto. Qui va ricordato che in sede di conversione in Parlamento il decreto Bersani aveva subito l’estate scorsa pesanfissime incursioni della lobby dei notai e delle banche che l’avevano depotenziata enormemente. «Forse andavano previste misure adeguate, ma chi poteva pensare che banche così importanti non si sarebbero adeguate alla legge?», ha alzato le mani Catricalà.

 

Ma su questo forse si può confidare in Giulio Tremonti. Al neoministro dell’Economia, tra tanti difetti, va riconosciuto una qualità: rispetto al potente mondo bancario è uomo più che autonomo. Lo ha dimostrato nel quinquennio dell’ultimo governo Berlusconi incrociando le spade, soprattutto dopo i default Cirio e Parmalat, con i pezzi grossi degli istituti di credito, con l’ex governatore di Bankitalia Fazio, ma anche con le fondazioni. E anche stavolta le sue prime dichiarazioni sono andate in questo senso. A sostenere i maggiori sacrifici in questa fase di economia «non buona», ha detto nello scorso fine settimana a Lucia Annunziata, saranno le banche e i petrolieri. Molto bene. Forse Tremonti è l’uomo giusto per riportare un po’ di giustizia nel rapporto tra banche e clienti. Le renda più punibili, non soltanto sulla portabilità dei mutui, anche sui servizi più costosi d’Europa.