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La Cina e l´acqua del dopo terremoto

di redazionale - 16/05/2008

E´ l´acqua l´altro protagonista del devastante terremoto di 7,8 gradi che ha colpito il sud ovest della Cina: inizialmente qualcuno aveva incolpato la diga delle Tre gole di essere la causa scatenante del sisma, mentre ieri il ministero dell´ambiente di Pechino si è visto costretto a smentire una notizia apparsa su internet che denunciava l´inquinamento da parte di una fabbrica chimica di Dujiangyan che avrebbe provocato l´inquinamento dell´acqua potabile di Chengdu.

Il governo cinese afferma che tutti i prelievi eseguiti dopo il terremoto dimostrano che la qualità delle acque nelle regioni sinistrate è rimasta immutata, compresa quella del grande fiume Yangtse e dei suoi molti affluenti e della provincia di Hubei, dove si trova la diga delle Tre gole.

Sul dopo terremoto la Cina sta attuando una comunicazione certamente più trasparente che in altre simili occasioni del passato, sembra aver imparato la lezione del vicino e amicissimo Myanmar, dove la dittatura sta facendo di tutto per ingigantire nella segretezza, nel sospetto e negli evidenti soprusi, una situazione che si fa sempre più tragica di ora in ora, con i profughi e i senza tetto del ciclone Nargis saliti ormai a due milioni e mezzo, mentre le vittime non si contano più.

Questo giornale non è mai stato tenero con il regime comunista-turbocapitalista cinese, ma davanti alla disperante e voluta inefficienza del vicino Myanmar, l´esercito cinese sembra, una volta tanto, davvero l´armata del popolo, lontano mille miglia dall´immagine di corruzione e di ottuso menefreghismo per le sorti del loro popolo che danno i miliari di Yangoon.

Pechino è impegnata in una operazione "trasparenza" nella quale c´entrano molto anche le olimpiadi e la necessità di tranquillizzare il mondo, e di questa immagine efficiente della Cina fanno parte anche le informazioni che vengono dal Comitato incaricato della costruzione del progetto di deviazione colossale delle acque dal sud verso il nord della Cina, per raggiungere l´assetata Pechino olimpica.

Il Comitato ha avviato subito dopo il terremoto una ricognizione urgente delle infrastrutture dal quale risulterebbe che le scosse di terremoto non avrebbero prodotto effetti sulle strutture, terminate o in via di costruzione, di deviazione delle acque. Il progetto, per un valore di svariati miliardi di dollari, è iniziato nel 2002 e punta a spostare veri e propri fiumi di acqua dal sud della Cina verso il nord, con strutture ciclopiche che si sviluppano anche nelle regioni più colpite dal sisma come il Sichuan, lo Yunnan, il Gansu, lo Shaanxi, e la municipalità di Chongqing.

Questo non toglie che le stesse autorità locali centrali stiano mettendo in evidenza il pericolo di dighe più vecchie lesionate dal terremoto e che rischiano di cedere portandosi via quel che rimane in piedi in villaggi e città.

Il ministro cinese delle acque, Chen Lei, ha assicurato che «i governi locali supervisioneranno i progetti, per scoprire e riparare i danni il più velocemente possibile. In caso di pericolo evacueranno la popolazione in luoghi sicuri».