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Occhio elettronico

di Massimiliano Viviani - 16/05/2008

     

 

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Dal 30 aprile scorso il limite per il trasferimento di denaro contante è sceso da 12.500 a 5 mila euro. Cioè tutti i movimenti di denaro superiori a questa'ultima cifra dovranno per forza essere tracciati, e quindi in qualunque momento resi rintracciabili.
E questo, dicono, per contrastare riciclaggio di denaro sporco e attività illecite. Ma allora perchè non controllare, prima, i disinvolti movimenti delle banche e delle finanziarie? Perchè non passare al setaccio i movimenti degli speculatori, per i quali è uno scherzo aggirare le norme attuali?
Diventeranno sempre più difficili i passaggi di denaro libero, in contanti o in assegno. E non solo in Italia, ma in tutta Europa. Il futuro sarà segnato dalla carta di credito con i suoi costi aggiuntivi, e con vantaggi discutibili per il cittadino ma certi e inequivocabili per il sistema, che ha bisogno di virtualità e rapidità.
Ma non è questo il punto. Ciò che preoccupa è una tendenza generale: quella di sottoporre a controlli e occhi elettronici ogni aspetto della vita dell'individuo. E' una legislazione da Grande Fratello che mira a decidere cosa dobbiamo mangiare, bere, fumare, come dobbiamo educare i nostri figli, guidare la macchina o il motorino. E che sta progettando di catalogare il dna di ogni essere umano per potere meglio trovare chi delinque e chi ha un comportamento "non conforme" (anche solo chi fa sporcare il proprio cane in strada).
Ma fino a dove si arriverà? Come la gente fa la fila per entrare al Grande Fratello televisivo a farsi spiare anche quando va al cesso, non diversamente è per il Grande Fratello reale, alias Libero Mercato. La gente non si ribella più, non protesta più, non si incazza più. L'uomo civile è assuefatto perchè è eccitato dalle tante luccicanti opportunità che il Mercato gli mette sotto gli occhi e che non raggiungerà mai.
E' l'immaginario colonizzato: dinanzi al controllo, alle norme, alle regole gestite dagli esperti e dai tecnici, tendiamo a sentirci tutti rassicurati, anzichè minacciati. Siamo messi in una condizione in cui crediamo di controllare tutto per ottenere il massimo, quando invece siamo noi a essere controllati, per il vantaggio del Mercato.
Ma un mondo dove è tutto controllato, tutto catalogato, tutto ottimizzato è un mondo privo di anima. Ridare un'anima e un significato a questa nostra epoca non significa chiedere più cultura, più libri, più arte: sono tutte cose ormai anch'esse funzionali al sistema.
Bisogna invece - paradossalmente - andare nella direzione opposta: accettare le cose senza volere ottimizzarle, semplificare i bisogni, diminuire gli obiettivi e le esigenze. E contemporaneamente però rimettersi a un qualcosa di trascendente - Dio, la Natura, il Destino, l'Ideale - che sappia dare un senso - la serenità - alla nostra esistenza, in particolare nelle situazioni avverse della vita. E non, come succede ora, avvelenarlo anche in quelle più "favorevoli".