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Libano: Il dialogo riprende a Doha sotto lo sguardo della Lega Araba

di Hussein Abdallah - 16/05/2008



I leader dell’opposizione libanese e dei partiti pro-governo si recheranno oggi a Doha per tenere dei colloqui volti a mettere fine al lungo conflitto tra fazioni politiche rivali. Lo ha dichiarato giovedì lo sceicco Hamad bin Jassem al-Thani, primo ministrio e ministro degli Esteri del Qatar.

Durante una conferenza stampa a Beirut, lo sceicco Hamad ha svelato anche un accordo in sei punti tra l’opposizione e la coalizione di governo, in vista dei colloqui di Doha, sostenuti dalla Lega Araba, per formare un governo di unità nazionale ed elaborare una nuova legge elettorale per le elezioni politiche del 2009.


Giovedì il primo ministro Fouad Siniora ha proclamato il suo sostegno all’accordo mediato dalla Lega Araba e ha dichiarato che avrebbe preso parte ai colloqui di Doha.

Successivamente, gli Stati Uniti hanno espresso le proprie riserve sull’accordo, visto che - secondo il portavoce del dipartimento di Stato Sean McCormack - è improbabile che risolva i complessi problemi del sistema politico libanese.
McCormack ha accusato anche Hizbollah di costituire una minaccia per la democrazia in Libano.

"Hizbollah è pronto a uccidere altri libanesi pur di raggiungere i propri obiettivi", ha detto.

In base all’intesa di giovedì, le parti rivali si sono accordate per lanciare il dialogo per "accrescere l’autorità dello Stato libanese in tutto il Paese", astenersi dall’utilizzo di armi per ulteriori scopi politici e rimuovere i gruppi armati dalle strade.

(L’accordo) chiede anche la rimozione di tutti i blocchi stradali che hanno paralizzato il traffico aereo e chiuso le principali autostrade, e ai politici di astenersi dall’uso di un linguaggio che possa incitare alla violenza.

La dichiarazione di giovedì prevede che il dialogo sia coronato dalla fine del sit-in dell’opposizione nel centro di Beirut, che dura da 18 mesi, alla vigilia dell’elezione del comandante delle forze armate libanesi, il generale Michel Suleiman, come presidente.

Lo sceicco Hamad ha dichiarato che i colloqui diretti all’elezione di Suleiman sarebbero durati solo pochi giorni.

Quanto agli eventuali effetti dei rapporti tesi tra Siria e Arabia Saudita sull’implementazione dell’accordo, lo sceicco Hamad ha detto che sia Riyadh che Damasco stavano sostenendo l’intesa mediata dalla Lega Araba.

Le fazioni in lotta hanno raggiunto l’accordo il giorno dopo che il governo ha ritirato le misure volte a far pressione su Hizbollah.

In cambio, l’opposizione ha rimossso un blocco stradale che aveva determinato per una settimana la chiusura dell’aeroporto internazionale del Paese.

Subito dopo l’annuncio dell’intesa, i bulldozer e i sostenitori dell’opposizione hanno iniziato a eliminare le barricatre lungo la strada diretta all’aeroporto e altre arterie che circondano la capitale.

Le speranze di un’intesa erano aumentate dopo che il governo, con la brusca retromarci di mercoledì, aveva cancellato le controverse misure contro Hizbullah che avevano scatenato le ultime agitazioni responsabili di almeno 65 morti e 200 feriti.

Il governo ha messo da parte le intenzioni di mettere fuori legge la rete di telecomunicazioni privata di Hizbollah e rimuovere il capo della sicurezza dell’aeroporto, il generale Wafiq Shoucair.

Nel frattempo, il capo della Lega Araba Amr Moussa, intervenendo nella stessa conferenza stampa, ha dichiarato che il 15 maggio rappresenta un importante passo avanti nella scena politica libanese grazie al successo nel rlancio del dialogo e il ritorno alla vita normale.

In precedenza,giovedì, la delegazione aveva condotto colloqui con i diversi leader rivali, incontrando la seconda carica di Hizbollah, lo sceicco Naim Qassem, nei sobborghi meridionali di Beirut.

Al termine dell’incontro, Qassem ha dichiarato ai giornalisti che Hizbollah “riporterà le cose” alla normalità in Libano dopo che il governo aveva ritirato le decisioni chiave che avevano scatenato le giornate di sanguinoso conflitto.

"La revoca delle due decisioni da parte del governo rappresenta un passaggio naturale per riportare le cose nella maniera in cui erano prima delle decisioni stesse", ha detto Qassem. "Vogliamo un accordo politico che, alla fine, faccia sì che non vi siano né vincitori né vinti."

L’ufficiale di Hizbollah ha dichiarato che le armi dell’organizzazione saranno sempre puntate contro Israele, sostenendo che la lotta interna in cui è stato coinvolto il gruppo è stata scatenata dalle decisioni del governo, volte a colpire la resistenza e fare gli interessi degli Stati Uniti.

"Speriamo che tali errori non si ripetano in futuro", ha detto.

Fonti saudite hanno fatto sapere che funzionari di Riyadh si sarebbero consultati a breve con il presidente Usa, George W. Bush - il cui arrivo nel Regno è fissato per venerdì, nell’ambito di un tour della regione in corso - sull’evoluzione della situazione in Libano.

Un funzionario saudita ha dichiarato alla Agence France Presse che Riyadh avrebbe messo alcorrente Bush sulla sua posizione riguardante "gli ultimi sviluppi in Libano e gli sforzi in corso della Lega Araba per evitare lo scontro [confessionale] e implementare il piano della Lega per risolvere la crisi libanese" attraverso l’elezione di un presidente condiviso e un accordo per la condivisione del potere.

Bush ha accusato l’Iran e la Siria per l’esplosione di violenza dell’ultima settimana che ha messo Hizbollah e i suoi alleati contro le forze del governo. La Siria ha dichiarto che i combattimenti sono stati innescati da un’usurpazione di potere da parte del governo Siniora, che è fortemente sostenuto da Washington.

(Traduzione di Carlo M. Miele per Osservatorio Iraq)
Daily Star
L’articolo in lingua originale