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Ascesa e declino dei Cavalieri Teutonici

di Luigi C. Schiavone - 20/05/2008

 

Ascesa e declino dei Cavalieri Teutonici

Luigi C. Schiavone
caserta

L’interesse accordato dalla storiografia ufficiale agli ordini cavallereschi del medioevo è stato, molto spesso, ingeneroso nei confronti dell’Ordine Teutonico ponendolo in una posizione di subalternità nei confronti dei più famosi Templari ed Ospedalieri. Ciò, però, non corrisponde esattamente al vero, essendo l’Ordine Teutonico dotato di una storia che trova continuità fino ai giorni nostri.
L’origine dell’Ordine Teutonico, o “di Santa Maria dei Tedeschi”, è avvolto da una nuvola di mistero; generalmente indicata nell’anno 1118, la nascita dei Cavalieri Teutonici sembra essere collegata alla costruzione di un ospedale, il “Santa Maria dei Tedeschi di Gerusalemme”, sorto come istituzione caritativa ad opera di un mercante tedesco che nel 1099 aveva prestato soccorso ad un cavaliere tedesco ferito nel corso della prima crociata. Costui, insieme a sua moglie, decise successivamente di porsi al servizio dei pellegrini tedeschi in Terra Santa. Nucleo originario dell’ospedale, la coppia decise di lasciare a tale istituzione i propri beni in eredità affidandone, inoltre, la cura a dei frati ed il controllo agli Ospedalieri. In seguito alla conquista di Gerusalemme da parte di Salah-al-Din, il “personale” abbandonò l’ospedale salvo ritornarvi, nel 1189, quando, sotto la guida di Adolf Von Heinstein, alcuni mercanti tedeschi ottennero, da Guido di Lusignano, di poter edificare un ospedale all’interno della città nel momento in cui questa fosse stata riconquistata. Nel 1191, quindi l’ospedale rinasceva e riprendeva anche l’antico nome. È in questo momento che l’Ordine inizia lentamente a strutturarsi, potendo contare anche sullo stretto contatto che lentamente andava maturando con il Sacro Romano Impero e i suoi principi da cui derivarono anche copiose donazioni fondiarie. Stufi di essere sottoposti al controllo degli altri Ordini e forti della crescita del loro potere, i Cavalieri Teutonici iniziarono a fare pressioni per ottener la propria indipendenza. Formalizzata da Papa Innocenzo III nel 1199 con la redazione di uno statuto che sottoponeva i Cavalieri Teutonici alla regola degli Ospedalieri, per ciò che concerneva la pratica assistenzialista, e alla regola dei Templari; ai fratelli-cavalieri dell’Ordine, inoltre, venne assegnato come simbolo distintivo la croce nera che portavano sul mantello in luogo di quella rossa propria dell’Ordine Templare. Diviso in tre gruppi, rispettivamente i cavalieri, i fratelli-servi (questi due, oltre agli altri voti, avevano l’obbligo di difendere la Terra Santa) e i fratelli-preti votati alla povertà, alla castità ed all’obbedienza, l’Ordine Teutonico iniziò una lenta espansione che ben presto si estese anche oltre i confini della Terra Santa soprattutto grazie all’opera del quarto Gran Maestro, Hermann Von Salza. Definito da Papa Gregorio IX come “un uomo di lealtà al di sopra di qualsiasi sospetto e di un esperienza del mondo che lo rende gradito a tutti” Von Salza fu, per vent’anni, il consigliere più stretto dell’Imperatore Federico II di Hohenstaufen e intermediario di questi con il papato. Va ricordato, inoltre, che, per i servigi ottenuti, nel 1214, l’Imperatore nominò il Gran Maestro e i suoi successori membri di diritto della corte imperiale. Stratega di grande caratura, Von Salza fu uno dei primi a comprendere che con i musulmani si poteva ottenere molto di più trattando che combattendo, divenendo così uno dei principali artefici della crociata “incruenta” di Federico II. Una crociata in cui i Teutonici ebbero un ruolo maggiore dei Templari ed Ospedalieri, che, al contrario dei primi, non vedevano di buon occhio l’imperatore scomunicato nel 1227. I Teutonici, invece, lo accolsero con fasti solenni rendendogli addirittura omaggio pubblicamente eseguendo il rituale della “proskynesis”, ossia l’atto di inchinarsi di fronte al sovrano baciandogli il mantello. Tale atto pubblico sancì la consolidata alleanza dell’Ordine con la corte imperiale e l’Imperatore, mostrandosi riconoscente dall’apporto ricevuto da quest’ultimi, decise di ricompensarli facendo loro dono del Castello di Montfort, di quello di Toron, di alcuni territori nei dintorni di Sidone e del Maniero del Re situato all’interno delle mura di Gerusalemme nei pressi della Torre di Davide. La riconoscenza dell’Ordine fu dimostrata dal Gran Maestro che si adoprò presso la Santa Sede per far revocare la scomunica nei confronti dell’imperatore, cosa che avvenne nell’agosto del 1230.
In seguito alla caduta di Acri nel 1291, e la conseguente fine del dominio cristiano in Terra Santa, i vari Ordini militari presero la via dell’Europa; i Teutonici, che si mossero verso Venezia, furono, senza dubbio, coloro che penarono meno per la caduta di Gerusalemme. Già da tempo, infatti, la loro presenza, al contrario degli altri Ordini, risultava molto più incisiva in Europa che in Palestina. Nel 1211, ad esempio, l’Ordine Teutonico ricevette dal Re d’Ungheria Andrea II il diritto a stabilirsi nel Burzenland per contenere l’avanzata delle popolazioni pagane nel proprio regno. I Cavalieri Teutonici vi si insediarono costruendo, fino al 1222, fortezze oltre ad incentivare l’ingresso di coloni tedeschi, ungheresi e sassoni nel proprio territorio concedendo loro, in cambio di una rendita in natura, appezzamenti di terra da cui far derivare la loro sussistenza. L’elevata indipendenza di cui iniziarono a godere i Cavalieri Teutonici, che sembravano aver dato vita ad un vero e proprio Stato nello Stato, però, portò ben presto Andrea II a temerli tanto da dichiarare, nel 1225, l’espulsione dell’Ordine dal suo regno. L’anno successivo l’Ordine teutonico fu contattato, per la sua abilità nel respingere gli attacchi delle popolazioni pagane, dal duca Konrad di Mazovia. Ma in quest’occasione il Gran Maestro Von Salza, scottato dalla precedente esperienza, decise di far muovere il proprio Ordine solo dopo aver ricevuto delle opportune assicurazioni; grazie ad un documento di Federico II che concedeva all’Ordine lo status e i privilegi di Principe dell’Impero poterono iniziare le trattative col Duca. Tale processo si concluse nel 1230 quando all’Ordine Teutonico furono riconosciuti diritti sul territorio di Kulm e su tutti i territori sottratti alle popolazioni ribelli. Su tali basi, quindi, poteva avere inizio l’espansione dell’Ordine Teutonico in Prussia. Come in Ungheria pochi anni prima, l’azione dei Cavalieri Teutonici si orientò in favore di una pacificazione del territorio; si costruirono villaggi e fortificazioni di seguito affidati ai coloni provenienti dalla Germania o riconsegnati, dopo aver ottenuto la conversione al cristianesimo del capo prussiano sconfitto e dei suoi sottoposti, alle popolazioni autoctone. Consolidata, in poco tempo, la propria posizione in Pomerania e Pogesiana anche grazie la costruzione di una robusta rete di infrastrutture, l’Ordine si trovò a gestire un potere immenso che gli permise di iniziare a volgere lo sguardo alle regioni vicine. Un gravissimo scontro si consumò in Livonia nel 1241 con i Tartari, che iniziavano la conquista della Russia, da cui i due eserciti uscirono profondamente minati nell’organico. Nel 1248, prima che la calma fosse ristabilita, l’attenzione dei Cavalieri Teutonici fu per la Lituania.
Paventando il vento di una nuova e sanguinosa crociata, i Cavalieri Teutonici riuscirono ad ottenere la sottomissione del Principe della Lituania che si battezzò nel 1251. La presenza di alcuni distretti indipendenti come la Sambia, la Nardrovia e la Scalovia, tuttavia, portò comunque all’iniziò delle manovre militari al seguito di cui venne fondata la città di Konigsberg. Nel 1260 la rivolta lituana, inoltre, condusse anche all’insurrezione delle popolazioni prussiane precedentemente pacificate; le violenze si susseguirono fino al 1274, anno in cui i Cavalieri Teutonici ristabilirono pienamente l’ordine. Suggello del nuovo stato di cose fu l’edificazione, sulla riva destra del fiume Nogat, della poderosa fortezza di Marienburg che, dal 1309 al 1457, venne eletta a residenza del Gran Maestro dell’Ordine Teutonico oltre a rappresentare il segno tangibile dell’immenso potere dell’Ordine Teutonico in Prussia. Nel 1308, approfittando delle scaramucce fra i polacchi e i margravi di Brandeburgo, i Cavalieri Teutonici posero sotto il proprio controllo lo strategico porto di Danzica nella regione della Pomerania Orientale. Un atto che portò all’intensificarsi degli screzi con la Polonia fino allo scaturire della guerra nel 1328. Conclusasi nel 1343 con la stesura di una delle molteplici “paci perpetue” che saranno stabilite nel corso degli anni tra i due contendenti, i Cavalieri Teutonici si trovarono, ben presto, a fare nuovamente i conti con la Lituania che, dal 1320, aveva iniziato una vera e propria offensiva contro l’Ordine. Mentre la lotta con i lituani continuava a fasi alterne e vedeva coalizzarsi anche altri popoli decisi a fiaccare la resistenza dell’Ordine, nel 1346 i Cavalieri Teutonici acquistarono dalla corona danese tutti i suoi possedimenti in Estonia, che si estendevano dal Vistola fino al lago Peipus e al Golfo di Finlandia. La conclusione del conflitto, avvenuta nel maggio del 1404, segnò un passo importantissimo nella storia dei Cavalieri Teutonici. Grazie alla “pace perpetua” siglata dal re di Polonia Jagellone (precedentemente convertitosi al cristianesimo) e il Gran Maestro Ulrich Von Jiingingen, infatti, l’Ordine Teutonico riuscì ad ottenere, oltre la Samogizia, l’intero controllo del Brandeburgo dando finalmente corpo all’antico sogno di Hermann Von Salza di instaurare uno Stato sovrano, esteso dall’Oder fino al golfo di Finlandia e per tutta la costa meridionale del Baltico e retto dai suoi valorosi monaci guerrieri.
Terminata l’opera di evangelizzazione nelle terre baltiche e persa quella che era la sua consegna fondamentale, l’Ordine, che nel frattempo si era trasformato in una potenza temporale, iniziò ad essere il bersaglio di leghe “interne” che mal sopportavano la sua presenza. Un’opera tutt’altro che irrilevante e che fece sì che lo splendore accumulato dall’Ordine si disintegrasse nel giro di un secolo. Supportati dalla corona polacca e lituana, infatti, tali dissapori interni sfociarono nella guerra del 1410, evoluzione della ribellione dei samogiti del 1407.
Questo conflitto, ricordato sia per l’immenso esercito di Jagellone, che mise in campo oltre centomila unità, che per la battaglia di Grunwald a cui oggi ogni città polacca dedica una strada, fu l’origine di quell’ “onta di Tanneberg” da cui i tedeschi si riscattarono solo nella Prima Guerra Mondiale. Attestatosi nella piana di Grunwald il 14 luglio 1410, infatti, l’esercito polacco era pronto allo scontro con i cinquantamila effettivi dei Cavalieri Teutonici giunti nel villaggio di Tanneberg, dopo una lunga e faticosa marcia, solo nella notte tra il 14 e 15 luglio. Il giorno successivo, all’alba, la cavalleria pesante dell’Ordine mosse battaglia; questa, protrattasi per tutto il giorno, vide un iniziale predominio dei Cavalieri Teutonici destinato a cessare a causa del sopraggiungere della stanchezza. Nel tentativo di raddrizzare le sorti dello scontro si gettò nella mischia anche il Gran Maestro che fu però colpito a morte. Con questo tragico evento si segnò quella che la storia considera la prima grande sconfitta militare dell’Ordine Teutonico, resa ancora più grave dall’esposizione dei suoi 51 stendardi caduti nelle mani dei polacchi nella cattedrale di Cracovia. Galvanizzate da questa vittoria, le truppe di Jagellone iniziarono una lenta ed inesorabile marcia all’interno del territorio prussiano; Torun, Strassburg e Schweiz si sottomisero all’invasore, mentre Konigsberg, Danzica, Elbing, Kulm e Balga resistettero ad oltranza. Il 25 luglio 1410, inoltre, le truppe polacche iniziarono un assedio alla fortezza di Marienburg destinato a protrarsi fino al settembre del 1410 quando l’Ordine Teutonico, approfittando delle divisioni presenti nel fronte nemico, riuscì a romperlo. Nel dicembre del 1410 iniziarono i negoziati di pace che si conclusero solo il 1° febbraio 1411 con la “pace di Torun”. Tale trattato, oltre a prevedere l’ennesima “pace perpetua” tra le parti, sanciva la liberazione, senza riscatto, dei prigionieri e la restituzione reciproca di tutti i territori catturati durante la guerra oltre a sancire il diritto dei mercanti ad usare le rotte commerciali; di fronte alla richiesta del re polacco di un riscatto di cinquantamila fiorini d’oro per liberare gli ostaggi, inoltre, l’Ordine acconsentì senza proteste al solo scopo di salvare la pace. La fine della guerra rappresentò anche l’inizio della rappresaglia per tutti coloro che avevano tradito l’Ordine Teutonico. Imposte sui beni e sui redditi si resero necessarie, inoltre, per risanare le casse sconquassate dei Cavalieri provocando così un deciso allontanamento della nobiltà tedesca ad esse restie dal primo momento.
Le misure straordinarie risultarono tuttavia insufficienti a frenare il declino dell’Ordine; altre rivolte scoppiarono negli anni a venire ed in seguito a quella del 1454, da cui scaturì la guerra dei Tredici anni, l’Ordine perse Marienburg (1457) e trasferì la propria sede a Konigsberg; nel 1466, inoltre, rifiutando di sottomettersi al re polacco, l’Ordine Teutonico diede inizio ad un altro periodo della sua storia. Il Gran Maestro Albrecht di Brandeburgo, considerando indebite ingerenze le pressioni di Carlo V che lo spingeva verso la sottomissione, decise, in seguito all’incontro con Lutero, di convertirsi alla riforma luterana; grazie a delle trattative diplomatiche, poi, lo stesso Gran Maestro trovò un accordo con il re di Polonia. Trasformandosi in suo vassallo e divenendo così il primo duca di Prussia, Albrecht faceva svanire, di fatto, il bianco mantello dei Teutonici dalla Prussia e con esso il sogno di Hermann von Salza.
Quello che restava dell’Ordine, ormai spaccato a metà, passava da questo momento sotto il controllo della casa degli Asburgo che si prodigò in modo d’assicurarvi sempre un Gran Maestro tedesco. Con la nomina a tale carica di Massimiliano d’Asburgo, nel 1595, il controllo divenne totale. Destinato a ridursi a mero cerimoniale in cui nobili ricevevano l’ennesima carica da aggiungere al loro blasone, gli ultimi scampoli di una tradizione militare antica l’Ordine Teutonico li offrì nella difesa di Vienna dall’assalto dei Turchi.
Vicino alla massoneria nel periodo dell’Illuminismo, nel XIX secolo l’Ordine Teutonico venne mutilato della sua componente militare a favore di quella clericale. Soppresso da Napoleone il 24 aprile del 1809, l’Ordine fu restaurato dal Congresso di Vienna come “istituzione autonoma religiosa e militare” senza però essere reintegrato dei suoi beni. Riposto sotto il controllo austriaco, dal 1877 al 1923, fu presente nei campi di battaglia per portare assistenza ai feriti. Questa sorta di ritorno alle origini venne istituzionalizzata anche dal cambio della regola ad opera della Santa Sede che, modificandone il nome in “Fratelli dell’ordine tedesco di Santa Maria di Gerusalemme”, nel 1929 ne dichiarava decaduta la tradizione militare facendone un Ordine esclusivamente religioso a cui era consentito mantenere solo il privilegio dell’investitura cavalleresca.
Motivo ispiratore dell’Ordine nero delle SS di Heinrich Himmler, l’Ordine Teutonico fu soppresso dal nazionalsocialismo nel 1938 che ne confiscò i beni; rinato all’indomani della Seconda Guerra Mondiale per offrire assistenza alle popolazioni colpite dal conflitto, l’Ordine Teutonico fu ostacolato nella sua missione dall’avvento dei regimi comunisti ad est. Con la fine della guerra fredda quel che rimane dell’Ordine degli antichi Cavalieri Teutonici rivive, come pallida ombra del suo illustre passato, nei tre Priorati di Austria, Germania ed Italia. La sede centrale di Vienna con i suoi pochi adepti, tuttavia, non è sicuramente paragonabile alla fortezza di Marienburg, centro di tangibile potere, spirituale e temporale, di una comunità guerriera capace di imporre per più di un secolo la sua legge dalla Palestina al cuore dell’Europa.