Londra, Maggio 2008. Una nuova ricerca dello Waste and Resources Action Program ha rivelato in questi giorni che il Regno Unito butta via 6.7 milioni di tonnellate di cibo ogni anno, circa un terzo di tutto il cibo acquistato. Nella maggior parte dei casi cio’ potrebbe essere evitato ed il cibo mangiato se solo si pianificassero meglio la sua distribuzione ed immagazzinamento.

Meno di un quinto di tutto questo cibo finisce inevitabilmente tra i rifiuti (ossa, bucce, noccioli), ma quasi un quarto dei 4.1 milioni di tonnellate del cibo che potrebbe fare a meno di finire nella spazzatura, viene buttato via intero, come e’ stato comprato, senza essere stato ne’ toccato ne’ aperto. E di questo, almeno 340,000 tonnellate non e’ ancora scaduto quando viene buttato. Un ulteriore milione e duecento mila tonnellate viene semplicemente lasciato sui nostri piatti.

Tutto questo si va ad aggiungere al generale spreco di risorse (acqua, elettricita’ ecc), riscontrabile in ogni dove.

Per fare alcuni esempi, la Gran Bretagna butta via quotidianamente, in unita’:

5.1 milioni di patate

4.4 milioni di mele

2.8 milioni di pomodori

7 milioni di fette di pane

1.3 milioni di yogurt non aperti

1.2 milioni di salsicce

1 milione di fette di prosciutto

700 mila uova

700 mila barre di cioccolato e dolciumi non aperti

300 mila cibi pronti e d’asporto a base di carne non aperti

300 mila pacchetti di patatine non aperti

Oltre al dispiacere di vedere tutto cio’ sprecato, c’e’ da considerare che questo cibo ha un costo. Ogni anno nel solo Regno Unito si spendono 10.2 milioni di sterline per comprare e gettare cibo ancora buono, vale a dire una media di 420 sterline per famiglia (o 610 sterline per famiglia con bambini).

I vari consigli locali, inoltre, sembrano spendere oltre un miliardo di sterline all’anno per una raccolta differenziata di rifiuti organici che finiscono per la maggior parte direttamente in discarica.

Soldi letteralmente buttati via.

Lo spreco di cibo causa anche danni all’ambiente. Il cibo che si butta via inutilmente causa l’emissione di 18 milioni di tonnellate di diossido di carbonio ogni anno. E il problema non e’ solo il metano rilasciato quando tale cibo si trova in discarica, ma anche l’energia spesa per produrlo, immagazzinarlo e trasportarlo fino a noi.

In sostanza, secondo i calcoli dei ricercatori dello WRAP, ogni tonnellata di cibo che buttiamo via inutilmente e’ responsabile di emissioni equivalenti a 4.5 milioni di tonnellate di CO2.

In Italia come negli altri Paesi “avanzati” la situazione non e’ differente (senza considerare i campioni mondiali dello spreco, gli USA, che raggiungono livelli incomparabili), ma sta arrivando il momento in cui anche noi dovremo fare i conti con questo tipo di atteggiamento, se non per una questione di coscienza, almeno per gli incredibili rincari che stanno subendo i generi alimentari in ogni parte del globo.

Lo spreco di cibo e’ una sfida oltre che un problema, anche perche’ la maggior parte di noi non si rende nemmeno conto delle grandi quantita’ che ne produciamo. E’ un’altra caratteristica comportamentale lasciataci in eredita’ da questo tipo di societa’ consumistica dell’usa e getta, che sta addirittura diventando non-usare e getta.

Ma e’ anche una buona opportunita’, che ci da’ la possibilita’ di re-imparare a risparmiare soldi e di ridurre il nostro impatto sull’ambiente.