Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Euskal Herria. L'ETA e la libertà del Paese dei Baschi

Euskal Herria. L'ETA e la libertà del Paese dei Baschi

di Manuel Zanarini - 20/05/2008

 

 

“Euskal Herria" è il Paese dei baschi. Noi, che lottiamo con tutte le armi di cui disponiamo per la libertà del nostro popolo, preferiamo dire che Euskal Herria è il Paese dell´Euskara, la nostra lingua. La nostra lingua nella nostra terra. Libera.

(Lettera dell’ETA indirizzata ai bimbi dell’esercito zapatista)

 

 Le radici del popolo basco sono tutt’ora incerte, secondo studi fatti sulle loro caratteristiche fisiche, si è riscontrata un'affinità con gli uomini di Cromagnon che abitavano i Pirenei centro-occidentali nel Neolitico. Questo indica che probabilmente i baschi che oggi abitano il territorio di Euskadi sono i discendenti di quelli che lo abitavano nel IX millennio a.C. Oggi, nei pressi di Bilbao, è visitabile la grotta dove si pensa siano arrivati i primi discendenti dei Baschi.

La struttura sociale originaria era formata da piccoli nuclei con cultura, lingua, religione e modi di vivere molto simili, tanto da sentirsi fratelli e aiutarsi costantemente. I primi contatti prolungati con popolazioni indoeuropee si ebbero tra il XXI secolo a.C. e l'800 a.C., quando i Celti si stabilirono in quei luoghi influenzando con la loro cultura quella basca negli anni a seguire.

Il primo “stato” basco, può farsi risalire tra il 660 e il 670, quando riuscirono ad eleggere un Duca all’interno del Ducato di Vasconia, imposto loro dai Merovingi.

L’esperienza finirà nel 1032, quando il Ducato verrà assorbito dal Ducato di Aquitania di Guillerme V, vassallo del regno di Francia. Da quel momento le uniche libertà politiche saranno legate ai “fueros”, leggi storiche delle città basche, alle quali le nazioni sovrane dovevano rispetto e obbedienza.

Ma anche questo finirà: il 21 luglio 1876, però, fu introdotta una legge che riconosceva tutti i sudditi della corona spagnola come cittadini spagnoli e niente altro, per cui, oltre ad altre cose, furono aboliti i fueros, dando l'impressione che il processo di assimilazione dei baschi alla Spagna fosse ormai completato.

La situazione politica assunse i contorni odierni nel 1895, quando Sabino Arana Goiri fondò il PNV (Partido Nacionalista Vasco ovvero Partito Nazionalista Basco), tutt’oggi il primo partito basco, con il quale auspicava di risolvere politicamente la “questione basca” all’interno delle istituzioni spagnole.

Fu un partito con un buon seguito elettorale, seppur sempre diviso tra indipendentisti e regionalisti.

Dal 1923 al 1930 con la dittatura di Primo de Rivera furono proibite le attività dell'ala indipendentista, ma fu tollerata l'ala moderata.

Il 5 Novembre 1933, si è svolto un referendum sullo “Statuto di Estella”, riguardante l’autonomia per i Paesi Baschi, i voti favorevoli furono l’84%. Madrid ignorò il risultato elettorale, fin quando in occasione della guerra civile, per accaparrarsi le simpatie basche, il 1 Ottobre 1936,accettò lo Statuto Autonomo del '33 e mise a capo della regione autonoma José Antonio Aguirre.

Come tutti sanno la guerra civile la vinse Franco, il quale proibì ogni “regionalismo”, anche quello catalano, in nome dell’unità nazionale.

Nel 1952, per opera di alcuni studenti, nasce un nuovo movimento nazionalista: Egin (Agire).

Inizialmente cercò la collaborazione con il PNV, ma mentre il primo era fortemente di sinistra  la creazione quest’ultimo era centrista, seppur con forti legami col movimento operaio basco. Nel 1958, Egin cambiò nome in “Euskadi Ta Askatasuna(Paese Basco E Libertà), meglio noto come ETA.

Fin dall’inizio, l’ETA scelse la via degli attentati, prevalentemente con obiettivi strategici e militari. La prima azione “importante” fu il tentativo di far deragliare un treno carico di militanti franchisti diretto a San Sebastian, ma fallì in parte e non vi furono vittime

Il primo morto avvenne nel 1968. Txabi Etxebarrieta, il principale dirigente della quinta assemblea del gruppo uccise la guardia civile José Pardines , salvo venire a sua volta ucciso poco dopo dalla polizia.

L’ETA assesterà un duro colpo al regime franchista il 20 dicembre 1973, quando con una bomba piazzata in un tunnel uccise Luis Carrero Blanco, capo del governo e successore designato del generale Francisco Franco. Alla fine del franchismo, verrà concessa un’amnistia ai militanti baschi, ma non fermerà l’escalation della violenza.

Nel 1976 viene redatta la prima Alternativa KAS (Coordinamento Patriottico Socialista) che tra i suoi punti principali annovera l'amnistia per i prigionieri e i rifugiati baschi, la legalizzazione dei partiti indipendentisti, il ritiro delle forze di polizia spagnole, un'economia non oligarchica che rispetti gli interessi delle classi lavoratrici e un nuovo statuto d'autonomia che preveda il diritto all'autodeterminazione e il controllo sulle forze armate, la sovranità basca e la promozione della lingua basca. Nel 1977 fu autorizzata l'esposizione della bandiera basca, proibita sino ad allora.

Il 6 dicembre 1978 fu messa a votazione la nuova costituzione spagnola, che riscontrò ampi consensi in tutta la Spagna, tranne che nei territori baschi, poiché non riconosce il diritto del popolo basco di autodeterminarsi. Nonostante questa disparità di risultati il voto fu contato a maggioranza relativa (senza tener conto quindi delle singole regioni) e la nuova costituzione fu approvata senza ratifiche, diventando motivo di successive instabilità. Nel 1979, venne indetto un referendum per approvare uno statuto autonomo per le province basche, esclusa la Navarra, che venne approvato col 53,1% dei voti.

Sempre il quell’anno nasce il partito politico “Herri Batasuna” (Unità Popolare), che raccolse persone anche con ideologie diverse concordanti, però, su uno stesso programma, che era poi l’Alternativa Kas.

Nel 1982 sale al governo di Madrid il PSOE (Partido Socialista Obrero Español ovvero Partito Socialista Operaio Spagnolo) che vi rimarrà per quattordici anni. Secondo il PSOE la questione basca si può risolvere solo con l'azione militare contro ETA e il processo di autonomia cominciato nel 1976 viene bruscamente interrotto.

Così il Governo Spagnolo da il via ad una feroce repressione: nel 1983 si formano i “GAL”, squadroni della mote, composti da poliziotti in borghesi ed ex-franchisti, che avranno il compito di eliminare i militanti baschi, la loro prima azione avviene nel 1983, quando rapiscono due militanti, i cui cadaveri torturati verranno ritrovati dopo anni; viene varato il piano ZEN (Zona Especiale Norte) atto a reprimere ogni forma di ribellione.

In seguito a quest’ondata repressiva, l’ETA decide di sedersi al tavolo delle trattative, ma queste si riveleranno infruttuose.

Tra il 1986 e il 1989 ETA e il governo di Madrid fecero numerosi negoziati politici ad Algeri, quasi sempre associati a tregue bilaterali (nessun attentato e nessun arresto politico) alla fine dei quali sembrava che si fosse giunti ad un accordo concreto tra le parti, ma il governo in ultimo negò (senza nessun motivo apparente) gli accordi presi. Per risposta ETA organizzò una serie di attentati simultanei l'8 aprile 1989. Successivamente ci fu ancora qualche incontro, ma nessuno dello spessore di quelli di Algeri.

In seguito a questo fallimento, nel 1992 viene arrestato il capo militare dell'organizzazione, Francisco Mugica Garmendia, nome di battaglia "Artapalo". Nel 1997 avviene il rapimento, a Bilbao, di Miguel Angel Blanco Garrido, consigliere comunale del Partito popolare, successivamente assassinato, e avviene anche l'assassinio di un magistrato del Tribunale supremo, Rafael Martinez Emperador.

Nel 1992 si formò il movimento sociale per il dialogo e l'accordo chiamato “Elkarri”, che si occupa di proporre alternative non violente per la risoluzione del conflitto basco.

Il 29 novembre 1997 tutto il Consiglio Nazionale di Herri Batasuna fu processato e poi condannato a sette anni di carcere (di cui sconteranno venti mesi) per aver cercato di diffondere, nello spazio televisivo dedicato al partito, un video di ETA con una proposta di alternativa democratica per i Paesi Baschi.

Il 15 luglio 1998 vengono chiusi il quotidiano “Egin” (Agire) e la radio “Egin Irradia” (Radio Egin) accusati di aver collaborato con ETA. Il 20 febbraio 2003 viene chiuso l'unico giornale scritto integralmente in lingua basca, l'”Euskaldunan Egunkaria” (Giornale dei baschi), accusato di collaborare con ETA. Il 17 marzo del 2003 fu reso illegale il partito Batasuna per appartenenza a ETA. Fino a quel momento HB otteneva circa il 10% dei voti nei Paesi Baschi, pur dovendo spesso cambiare nome per aggirare i divieti posti da Madrid. Dopo la sua messa fuorilegge, HB Nelle elezioni regionali del 2005 Batasuna ha invitato i propri elettori a votare per il Partido Comunista de las Tierras Vascas (EHAK, la sua sigla in lingua basca o euskera vuol dire Euskal Herrialdeetako Alderdi Komunista), che molti considerano un suo mero prestanome.

Negli ultimi anni, quindi, l'attività di ETA è notevolmente diminuita anche per la riduzione dell'appoggio sociale alla sua lotta armata.

L’offensiva del Governo Aznar e la perdita di consenso sociale, spinge l’ETA nel Settembre 1998, a dichiarare la prima tregua a tempo indeterminato della sua storia. Ma all'inizio del 2000 riprendono le ostilità, con una serie di omicidi mirati. Inoltre, seppur indirettamente, l’ETA è coinvolta nella caduta di Aznar a favore di Zapatero. Infatti mentre sembrava certa la riconferma al governo dle Partido Popular, dopo gli attacchi a Madrid del 11 Marzo 2004, dei quali vengono ingiustamente accusati i baschi, la vittoria andrà al Partito Socialista.

Il 30 dicembre 2004 nel parlamento basco fu approvato a maggioranza assoluta il nuovo statuto di Ibarretxe, ma il 1 febbraio 2005, quando questo fu proposto al parlamento spagnolo, fu respinto. Il 24 marzo 2006 l'ETA ha dichiarato il cessate il fuoco totale e a tempo indeterminato per consentire le trattative politiche con il nuovo governo di Zapatero, il quale il 29 giugno dello stesso anno dichiarò ai media l'inizio del dialogo con ETA. Il 30 dicembre 2006, però, lo scoppio di un'autobomba nell'aeroporto Barajas di Madrid attribuito a ETA, e che causerà 2 morti e 19 feriti,fa saltare i colloqui di pace.

E’ bene ricordare che per “Paesi Baschi”, si intendono le tre province dell'attuale comunità autonoma spagnola di Euskadi, la comunità autonoma di Navarra e le tre province basche del sud ovest della Francia, per un totale di sette province. Ma i Baschi usano il termine “Euskal Herria”, per indicare lo Stato socialista che vorrebbero creare, che letteralmente significa “il popolo che parla la lingua basca”, proprio perché sono rimasti uniti culturalmente, nonostante le spartizioni avvenute tra i vari stati nazionali, quindi più che di un nazionalismo legato a confini geografici, si può parlare di un nazionalismo comunitario, legato ad aspetti etnici e culturali.

Come abbiamo visto, il percorso dell’ETA si svolge sia sul campo politico (Herri Batasuna) che su quello “militare”. Questo è evidenziato anche nel suo motto: “Bietan jarrai” ("perseguire entrambi", riferito al perseguimento della lotta politica e di quella armata, attraverso i valori di patria e libertà).

Come abbiamo visto inizialmente l’ETA compiva “attacchi militari” a posizioni strategiche, col passare del tempo, ha spostato i propri obiettivi sui civili: caffetterie, stazioni, ristoranti e centri commerciali. Va anche sottolineato, che per auto-finanziarsi, l’ETA ricorre alla richiesta del “pizzo” verso commercianti baschi, non sono mancati attentati a coloro che si rifiutavano di pagare.

L’ultimo attentato, senza però vittime, dell’ETA è avvenuto la notte del 18 Maggio scorso nella città basca di Getxo, vicino Bilbao.