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L’Italia di Marcegaglia e Scajola è sempre più nucleare

di redazionale - 22/05/2008

La neo-presidentessa di Confindustria, Emma Marcegaglia, nel suo primo discorso all´assemblea degli industriali denuncia la crescita zero dell’Italia e fra le medicine per la crescita propone il nucleare: «E´ tempo di tornare a investire nell´energia nucleare, settore dal quale ci hanno escluso più di vent´anni fa decisioni emotive e poco meditate (veramente si trattò di un partecipato referendum in seguito ad una catastrofe nucleare ndr). L´abbandono del nucleare ha accresciuto la nostra insicurezza e la nostra dipendenza dall´estero, ha sottratto altre risorse alla crescita, ha gonfiato le bollette elettriche di famiglie e imprese».

Affermazioni accolte con entusiasmo dal governo e dall’opposizione (!), che recitano entrambe il mantra della crescita infinita e del nucleare miracoloso che ci farà uscire dalla schiavitù del petrolio, cosa che non succede nemmeno in Francia, il Paese più nuclearizzato del mondo.

Il più entusiasta interprete delle parole della Marcegaglia è però il ministro dello sviluppo che ha assicurato che entro la legislatura (quindi meno di cinque anni) partiranno in Italia i lavori di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione. Per farle bisognerà individuare i siti, convincere la popolazione ad ospitarle e individuare i siti dove mettere le scorie. Scajola avrà bisogno di molti santi in paradiso, visto che nonostante una campagna mediatica senza precedenti, la diffidenza degli italiani verso il nucleare resta forte e che l’opposizione aumenta fino a cifre bulgare se la centrale dovesse essere costruita nella provincia di residenza.

Ma il clima sembra quello del “tutto è possibile” e Berlusconi elogia la responsabilità dell’opposizione sperando che la luna di miele duri a lungo.

A rompere il clima di concordia nucleare e di magnificazione dell’atomo è Legambiente, che annuncia «opposizione durissima all’opzione nucleare avanzata da Scajola».
Il Cigno verde ironizza amaramente: «C’era una volta l’energia atomica poco costosa, competitiva, sicura… Ecco che riparte la favoletta del nucleare che risolve tutti i problemi energetici dell’Italia… L’energia prodotta dall’atomo è più costosa delle altre fonti e non ha fatto passi avanti in termini di sicurezza. L’esecutivo chiarisca dove vuole prendere i soldi e dove vuole fare le centrali».

Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ricorda ai nuclearisti vecchi, nuovi e risorti che «il primo (e finora unico) reattore nucleare commissionato nell’Europa occidentale dopo Cernobyl, quello finlandese sull’isola di Olkiluoto, ha già sforato il budget di spesa previsto del 35%, passando dagli iniziali 3 milioni di dollari agli oltre 4,1 attuali».

«I sostenitori del nucleare dichiarano che il costo di costruzione più elevato delle centrali è bilanciato dai minori costi che si sostengono in seguito per il combustibile e il processo produttivo – aggiunge Cogliati Dezza – In realtà la Energy information administration degli Stati Uniti, non una setta di fanatici ecologisti dunque, afferma che l’elettricità proveniente da una nuova centrale nucleare è più costosa del 15% rispetto a quella prodotta col gas naturale e nel computo economico non sono considerati né i costi di smaltimento delle scorie né lo smantellamento dell’impianto alla fine del ciclo vita».

Ma ci sarebbero altri aspetti non secondari da chiarire che riguardano la “generazione” dei reattori richiamata da Scajola. «Dire nuova generazione – spiega Legambiente - lascia intendere che si sta parlando della “quarta generazione”, che è però ancora in una fase embrionale: se tutto va bene impianti di questo tipo saranno disponibili tra 20-25 anni. Se davvero Scajola vuole una prima pietra entro i prossimi cinque anni allora sta parlando della terza generazione, quella che non ha fatto passi avanti in termini di sicurezza e che oggi l’Europa sta generalmente smantellando».

Legambiente chiede al Governo di dire dove realizzerà queste nuove centrali. «Che farà? Utilizzerà i siti del passato (Latina, Montalto, Caorso…) oppure ne individuerà di nuovi?».
«Comunque sia noi siamo pronti, su questa vicenda, a una opposizione durissima – conclude Cogliati Dezza – li aspetteremo al varco: sarà davvero dura far diventare realtà la vecchia favoletta dell’atomo».