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Per un’ecologia cristiana (recensione)

di Lorenzo Fazzini - 23/05/2008


 T ra i «verdi» di mezzo mondo spopola la moda di sostenere che cristiani ed ebrei sono colpevoli dell’attuale emergenza ambientale. E le tendenze new age che rendono la Terra una Dea Madre da adorare in improbabili culti neopagani fanno da pendant a quella visione per cui il tanto conclamato sovrappopolamento del pianeta, imputabile – naturalmente – alle «retrograde» visioni morali della Chiesa, viene considerato il nemico numero uno del progresso economico. Come se ne esca da questo guazzabuglio è difficile a dirsi; offre una bussola precisa un piccolo saggio che Lindau manda in libreria in questi giorni: Per un’ecologia cristiana
 (pagine 78, euro 11) è il frutto del lavoro di due coniugi francesi, Hélène e Jean Bastaire, quest’ultimo apprezzato conoscitore di Charles Péguy e di cui si ricorda
Eros redento (Qiqajon).
  Ebbene, il ribaltamento delle sopraccitate stantie posizioni è quanto mai vivace in queste pagine: i Bastaire offrono un discorso che, diacronicamente, parte dal primo libro della Bibbia giudaico-cristiana, Genesi, e arriva fino al magistero di Giovanni Paolo II (vanno anche ricordati gli autorevoli interventi di Benedetto XVI sul tema) per raccontare quello che la cultura benpensante identifica solo con Francesco d’Assisi. Ovvero, quella «compassione ecologica» – categoria che gli autori identificano come appello-invito ai cristiani di oggi – per la natura che il messaggio evangelico ha portato con sé secondo la logica della Creazione e dell’Incarnazione. Gesù era un amico degli animali («stava con le fiere» racconta Marco), Dio Creatore è stato il primo ecologista della storia per quel suo «E vide che era cosa molto buona». E anche l’annuncio cristiano che il Salvatore ha affidato ai suoi discepoli – secondo i Bastaire – ha un che di «ecologico» se è vero che «annunciare il Vangelo a tutte le creature significa posare su di
esse lo sguardo di Gesù». Senza dimenticare quel «Cristo cosmico» che Paolo, nella Lettera ai Romani, pone come epicentro della creazione, elevando così a dignità cristologica tutte le creature: «La croce è piantata al centro del mondo per rinnovare e salvare tutte le creature». I Bastaire passano poi in gustosa rassegna i Padri della Chiesa «ambientalisti»: l’anacoreta del Sinai che chiamava «mio fratello» un leone; l’eremita Florenzio che vive in famigliarità con un plantigrado; Colombano, il grande evangelizzatore della Britannia, che scherza con uccelli, scoiattoli e altre bestie. I teologi francesi hanno poi il merito di ricordare come anche Tommaso d’Aquino fremeva di una sana indignazione contro chi maltrattava il creato: «Dobbiamo prenderci cura delle altre creature […] affinché nel giorno del giudizio esse non siano testimoni della nostra malizia», scriveva il Dottore Angelico. Ma cosa è successo perché tale simbiosi tra
 homo naturaliter christianus
e natura venisse a rompersi? I Bastaire imputano alla visione meccanicistica di Cartesio e dei suoi epigoni la colpa di «riconoscere sulla terra un unico padrone, una sorta di novello Prometeo che ritiene di non dover più rendere conto a nessuno delle sue azioni». A nulla servono quei «culti pericolosi» di oggi, «l’adorazione di Gaia e delle altre matrone cosmiche» che provano a riparare agli errori del passato: per gli autori «rappresentano un passo indietro» perché il segreto di una vera ecologia sta nel salvare la creazione, non nel tentativo (minimalista) di preservarla. A tale alto compito sono chiamati i cristiani di oggi, cui i Bastaire rimproverano di aver «impegni più urgenti. Si tratta di un modo elegante per rimandare a oltranza una questione che l’uomo comune considera secondaria, ritenendo che interessi soltanto un gruppo di mistici». E invece riguarda il presente e il futuro degli uomini. Tutti.
 I coniugi Bastaire: dal Vangelo elementi di «compassione ecologica», san Paolo esalta il Cristo «cosmico» e i Padri della Chiesa furono «ambientalisti»...
 




«San Francesco predica agli uccelli», affresco di Giotto nella Basilica superiore di Assisi