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Da Prodi a Scajola, il testimone del nucleare

di redazionale - 26/05/2008

Fonte: ecoage.com

La notizia risale al mese scorso. Ed era già grave. Ma il suo peso specifico è cambiato da quando Scajola ha annunciato che “entro questa legislatura porremo la prima pietra per la costruzione nel nostro paese di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione”.

Uno degli ultimi atti del governo di Romano Prodi è stata l’approvazione del regolamento  che detta i criteri per individuare tutto ciò che può essere oggetto del segreto di stato (pubblicato nella gazzetta ufficiale n. 90 del 16 aprile 2008 ed entrato in vigore il 1 maggio).

Già la scelta di emanare un regolamento su un argomento così importante, da parte di un governo in carica solo per svolgere l’ordinaria amministrazione (e per di più elezioni già concluse) è per lo meno bislacca. Ma tutto passa in secondo piano quando si legge (al punto 17 dell’allegato!) che tra le cose a cui potrà essere esteso il segreto di stato sono  compresi anche gli impianti civili per la produzioni di energia ed altre infrastrutture critiche.

Il regolamento prevede che: “nei luoghi coperti dal segreto di Stato le funzioni di controllo ordinariamente svolte dalle aziende sanitarie locali e dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, sono svolte da autonomi uffici di controllo collocati a livello centrale dalle amministrazioni

interessate che li costituiscono con proprio provvedimento”. “Le amministrazioni non sono tenute agli obblighi di comunicazione verso le aziende sanitarie locali e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco a cui hanno, comunque, facoltà di rivolgersi per ausilio o consultazione” (il virgolettato precedente e quelli successivi vengono dall’articolo Il segreto di Stato sull’energia scaricabile all’indirizzo http://www.beppegrillo.it/2008/05/il_segreto_di_stato.html e sono tratti dal testo del regolamento).

“Sono suscettibili di essere oggetto di segreto di Stato le informazioni, le notizie, i documenti, gli atti, le attività, i luoghi e le cose attinenti alle materie di riferimento”.

Per completare il quadro manca una postilla: per chi rivela un segreto di Stato l’articolo 261 del Codice penale prevede una pena minima pari ai cinque anni di reclusione.

In altre parole, grazie al regolamento sopracitato nessun cittadino avrà legalmente diritto di sapere cosa accade nelle aree dove si trovano gli impianti soggetti a segreti di stato. E d’altra parte i Comuni e le amministrazioni locali non potranno comunicare informazioni, documenti, luoghi e attività riferite alle dette centrali.

Tutto questo varrebbe anche per il gruppo di centrali annunciate.

Non vi corre un brivido lungo la schiena? A me sì.

 

Fonti: www.noalnucleareinbasilicata.