I soldati ebrei nell'esercito asburgico 1788-1918 (novità editoriale)
di Erwin A. Schmidl - 27/05/2008
Fonte: leg
Collana: "LEGuerre", n° 47 Brossura, pagine: 128 + 84 fuori testo (di cui 72 b/n e 12 colori) Prima edizione "LEGuerre", maggio 2008 ISBN: 978-88-6102-025-2 prezzo: Euro 20,00 i.i. Note: TRADUZIONE di ROSSANA MACUZ VARROCHI Con 57 fotografie b/n e alcuni figurini. Con 2 cartine (una dell'Impero austro-ungarico, la seconda dei territori orientali della Monarchia asburgica) » PER ACQUISTARE questo libro | |
· note di copertina · | |
Nel 1778, in virtù di un decreto di Giuseppe II, l'esercito austro-ungarico iniziò ad arruolare soldati ebrei: prima di allora ciò non era avvenuto in nessun altro stato europeo. Un secondo, importante passo verso una significativa emancipazione, fu compiuto all'epoca delle guerre napoleoniche (1792-1815), quando gli ebrei furono ammessi anche nel corpo ufficiali. All'inizio del XX secolo, era di religione ebraica circa il quattro per cento del totale dei militari; gli ufficiali di carriera ne costituivano l'uno per cento e quasi un quinto degli ufficiali della riserva erano ebrei; numerosi, inoltre, erano gli ufficiali di alto grado e i generali. Durante la Prima guerra mondiale, servirono nell'esercito imperial-regio intorno ai 300.000 ebrei, vale a dire più del tre per cento degli oltre nove milioni di uomini che l'impero asburgico mobilitò fra il 1914 e il 1918; gli ufficiali erano circa 25.000. A dispetto di isolati casi di discriminazione, nel complesso i soldati israelitici non furono vittime di atteggiamenti ostili - o, quanto meno, il fenomeno ebbe minore incidenza che in altri eserciti o nella vita civile del Paese. La tolleranza in fatto di confessioni religiose che caratterizzò la Monarchia asburgica, risulta con particolare evidenza rispetto alla vita militare - nella fattispecie per quanto attiene ai militari ebrei. Questo libro scrive un capitolo fondamentale della storia degli ebrei in Europa, ed è al tempo stesso un'interessante proposta di analisi sul tema dell'integrazione di una minoranza nell'àmbito militare. | |
· l'autore · | |
Erwin A. Schmidl, nato nel 1956 a Vienna, è storico e direttore del Dipartimento di Storia contemporanea della Landesverteidigungsakademie di Vienna. Presidente della Commissione Austriaca di Storia Militare e della Società Austriaca per le Scienze Militari, è autore di numerosi libri e saggi di storia militare e internazionale, ed insegna alle università di Innsbruck, Graz e Vienna. Tra le sue opere, Der deutsche Einmarsch in Österreich e Die Ungarnkrise 1956 und Österreich. |
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· il curatore · | |
Ilario Bailot, pordenonese di nascita ma di sangue veneziano, con una laurea alla Facoltà di Medicina e Chirurgia a compendio della sua eclettica formazione, è allo stesso tempo sia studioso appassionato di storia militare antica e moderna, che artista poliedrico. Impegnato nella divulgazione di articoli, saggi ed in particolar modo di immagini "che sappiano raccontare", collabora con associazioni e musei. Con la Leg ha già prestato la sua collaborazione nelle opere: Wagram - L'ultima vittoria di Napoleone ed I Bosniaci sul fronte italiano. |