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Obama o Hillary non cambieranno gli Usa

di Massimo Fini - 28/05/2008

 
CARO FINI, conosco i suoi sentimenti antiamericani, che non condivido. Anch’io però sono spaventato dalla politica di Bush, uno che non esiterebbe un attimo a trascinarci in una terza guerra mondiale. Ma, per fortuna, l’America è un grande paese democratico dove i presidenti possono, anzi, dopo due mandati, devono, essere cambiati.
Non crede che con Hillary od Obama, se vinceranno, avremo una politica estera americana meno aggressiva?
Fabrizio Poletti, Milano




IO NON sono pregiudizialmente antiamericano. Le correnti di pensiero che stanno alle spalle del mio antimodernismo sono proprio americane: il bioregionalismo e il neocomunitarismo. Gli Stati Uniti proprio perché sono la punta di lancia dell’attuale modello di sviluppo — che è ciò che io contesto, non gli americani — sono anche i primi a produrne gli anticorpi. Quanto alla sua domanda la mia risposta è no. Storicamente i democratici sono stati più guerrafondai dei repubblicani. Fu il democratico Kennedy a iniziare la disastrosa guerra del Vietnam, mentre a chiuderla è stato il repubblicano Nixon, forse il miglior presidente che gli Stati Uniti abbiano avuto nel dopoguerra. E’ stato il democratico Clinton perpetrare un’aggressione alla Jugoslavia ancora meno giustificata di quelle all’Afganistan e all’Iraq (l’11 settembre era di là da venire). Un Impero (e gli Stati Uniti lo sono) segue delle inevitabili logiche di potenza. E fin qui niente di nuovo e nemmeno, forse, di riprovevole. Ciò che disturba negli americani è l’ipocrisia, il mascherare la politica di potenza dietro i ‘sacri principi’, i ‘diritti umani’, la Bontà. Con i democratici, si tratti dell’insopportabile Hillary o di Obama, la politica di potenza Usa non cambierebbe, ma l’ipocrisia sarebbe perfino maggiore.