Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Frattini, l'imboscato in fureria

Frattini, l'imboscato in fureria

di Enrico Sabatino - 28/05/2008

Fonte: enricosabatino

Durante l’ultima riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa a Bruxelles, Frattini ha espresso al segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, la disponibilità ad allentare le restrizioni per “uno spostamento temporaneo e caso per caso” delle truppe italiane in Afghanistan.

Dice Frattini “Ho espresso posizione favorevole alla modifica di alcuni 'caveat', quello che occorre è dare flessibilità all'impiego operativo del contingente. Serve una risposta quando viene chiesto un impiego operativo diverso. In ogni caso non mi aspetto molte più richieste rispetto a quelle che ci hanno fatto negli ultimi due anni”.

 

Ma un po’ di confusione alberga nella sua mente quando subito dopo aggiunge Non ho detto che si tratta di andare al Sud, né che si tratta di uno spostamento permanente. Ho detto che non so affatto quali saranno le domande di impiego flessibile dei soldati italiani in Afghanistan”.

Ecco, Frattini dimostra soprattutto di parlare senza alcuna cognizione di causa.

 

E’ convinto che entro la fine di giugno l'Italia sarà “nelle condizioni di far maturare la decisione” sulla modifica dei caveat, in modo da ridurre da 72 a 6 ore il tempo necessario per decidere uno spostamento dei soldati su richiesta degli alleati.

 

Frattini però dichiara bellamente di non sapere affatto quali saranno le eventuali richieste degli alleati alle nostre truppe. Orsù Frattini, faccia uno sforzo di immaginazione.

 

Comunque Frattini stava sicuramente scherzando o mentendo, altrimenti un’irresponsabilità così manifesta e una posizione talmente prona a priori verso le decisioni prese da altri Paesi e che ricadono poi sull’Italia confermano per l’ennesima volta la sua totale inadeguatezza e impreparazione a ricoprire un incarico così delicato come quello di guidare la politica estera italiana, specie in anni così difficili come questi che stiamo vivendo.

 

Ma a Frattini importa solo che si elimini “l'alibi” di cui alcuni Paesi alleati si sono serviti per criticare il comportamento poco guerriero delle truppe italiane e infatti “spavaldamente” dichiara “I nostri non stanno nelle retrovie. Dobbiamo reagire a questa percezione”.

E così Frattini è contento e appagato, forse un po’ meno i nostri vertici militari e i soldati sul campo.

 

Perché purtroppo i nostri soldati in Afghanistan non stanno certo in fureria, mentre Frattini invece vi sguazza con piacere.