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Avanti col nucleare? Ma con le scorie come la mettiamo...

di Gianfredo Ruggiero - 29/05/2008

Fonte: excaliburitalia

Dall’incidente di Cernobil sono passati 21 anni; la tecnologia in campo nucleare ha fatto notevoli progressi (si parla di quarta generazione di reattori, che saranno sicuramente più sicuri e affidabili di quelli attuali), ma  nessun passo avanti è stato fatto per risolvere il problema del trasporto e dello stoccaggio del materiale radioattivo. Alla domanda  "come si pensa di affrontare la questione?" La risposta stizzita degli “esperti” pro-nucleare è sempre la stessa: ci penseremo!

E’ da quando è stato attivato il primo reattore, dagli anni cinquanta, che ci stanno pensando, ma il problema è ancora lontano dall’essere risolto.

Il nuovo governo, sull’onda emotiva dei rincari petroliferi e dietro pressione della lobby nucleare, parla di costruire nuove centrali.  Le vecchie, che dovevano essere demolite e i rifiuti radioattivi messi in sicurezza, sono ancora lì in balia di sé stesse, in tutta la loro pericolosità. Vere e proprie bombe ecologiche.

Dopo 20 anni e qualche figuraccia come quella di Scanzano Jonico dove il governo Berlusconi (ancora lui) è stato costretto a furor di popolo a fare dietro front, non è stato ancora trovato un sito dove stoccare i rifiuti radioattivi. Scorie che, come sanno anche i sassi (ma evidentemente non i nostri politici), rimangono letali per migliaia d’anni.

Un altro aspetto su cui si tenta di sorvolare è quello della fonte. L’uranio non solo è in pochissime mani (si passerebbe dalla dipendenza da petrolio a quella da uranio), ma è oltretutto scarso e, se fosse pienamente utilizzato dai quei paesi che dispongono di un gran numero di centrali, si esaurirebbe nel giro di pochissimi anni.

La soluzione, per un Paese come il nostro ricco di fonti energetiche naturali ed inesauribili, c’è ed è a portata di mano. Basta seguire l’esempio della Spagna che produce già il 25% del suo fabbisogno energetico tramite fonti alternative ed ha in programma la costruzione di 20 centrali ad energia solare che raddoppieranno la produzione pulita d’elettricità; l'Austria produce già ora il 60% del fabbisogno nazionale da fonti rinnovabili; la Germania e la Svezia si accingono a ridimensionare pesantemente il loro programma nucleare a favore dell’energia pulita.

L’Italia, il paese del sole, potrebbe, attraverso grandi centrali termodinamiche e la diffusione dei pannelli fotovoltaici sui tetti delle case e dei capannoni industriali, raggiungere in poco tempo, senza alcun pericolo e a costi contenuti la piena autosufficienza energetica. Senza contare le altre fonti pulite e rinnovabili di cui il nostro Paese è ricco. L’unico dubbio: ci sarà da speculare?