Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Sendero luminoso: il comunismo in Perù

Sendero luminoso: il comunismo in Perù

di Manuel Zanarini - 29/05/2008

 

 

“Gli occhi di Gonzalo sono dappertutto”  (Murales di Sendero Luminoso)

 

 

Sendero Luminoso (nome ufficiale completo Partido Comunista del Perú - Sendero Luminoso, PCP-SL) è un'organizzazione rivoluzionaria peruviana di ispirazione maoista fondata fra il 1969 e il 1970 da Abimael Guzmán Reynoso a seguito di una scissione dal Partido Comunista del Perú - Bandera Roja.

Abimael Guzman è un professore di filosofia, nato in un piccolo Paese nella regione di  Arequipa. Questa parte del Perù rappresentava la parte “intellettuale” della nazione, grazie alla presenza di prestigiose Università. E’ anche l’area dove ha maggiore seguito il Partito Comunista del Perù, in cui entra anche Guzman.

Insegnando all’Universtà di Huamanga, ha l’opportunità di entrare in contatto con la realtà degli indigeni, scoprendo un modo di povertà e sacrifici, ed imparando la loro lingua (il quechua).

Nel frattempo, i militari depongono il Presidente Fernando Belaunde e insediano al suo posto Juan Velasco Alvarado, cosa che scatena la protesta popolare, in particolar modo dei Comunisti.

In seguito alle tensioni nel Paese, Guzman viene arrestato una prima volta.

Gli anni ’60, portano sulla scena comunista peruviana l’esperienza maoista cinese, provocando una scissione all’interno del Partito. Da una parte quelli che vogliono importare l’esperienza cinese in Perù, dall’altra quelli che vogliono rimanere fedeli alle linee peruviane del comunismo, fissate dal suo fondatore Mariátegui.

Nel 1965, Guzman effettua un viaggio in Cina, dove si convincerà che gli indios peruviani sono nella stessa situazione dei contadini cinesi, e che solo una rivoluzione maoista potrà risollevarne le sorti. Così una volta rientrato in patria provocherà una nuova scissione nel Partito Comunista, fondando il “Partido Comunista del Sendero Luminoso”(SL).

Guzman, che assumerà il nome di battaglia di “Presidente Gonzalo”, ritiene sia necessaria una rivoluzione violenta, così SL inizia le attività “militari” contro lo Stato. Ispirandosi ad una pratica cinese, vengono fatti ritrovare decine di cani randagi strangolati ed impiccati ai pali della luce,come segnale che è arrivato il momento di passare all’azione.

Il 17 Maggio 1980, alcuni cani con addosso dell’esplosivo vengono lanciati davanti alle stazioni di polizia, nel mezzo di consigli comunali, nei mercati, causando il panico tra la gente; è la prima azione di Sendero Luminoso.

Inizialmente SL si radica nella Sierra, nei villaggi degli indigeni, cosa non facile visto che aveva provato a farlo anche un altro movimento guerrigliero di ispirazione castrista, il MIR nel 1965, ma senza successo.

Ma Guzman conosce bene quel popolo, così si presenta alla gente come l’incarnazione di Incarri, il sole che nella mitologia incaica torna per ridare speranza ed unità alla nazione Quechua, riuscendo inizialmente a radicarsi.

Nel 1981, SL lancia l’offensiva allo Stato, partendo dalla Sierra. Vengono assaltate una caserma ed un carcere. Per rispondere all’offensiva, vengono messe sotto controllo dell’esercito le province più pericolose.

Intanto la popolazione incomincia a dissociarsi da SL, stanca di continui attentati e rappresaglie dell’esercito, finendo col trovarsi tra due fuochi: l’esercito che li punisce perché li sospetta di collaborare con i senderisti, e i guerriglieri che impongono la loro presenza con la violenza.

Nell’Aprile del 1983 accade il massacro di Lucanamarca. I contadini cacciano i membri di SL dal villaggio,così questi ultimi ritornano di notte massacrando a colpi di machete 69 persone, tra uomini, donne e bambini.

Ma ugualmente fanno i militari, nel 1984 a Huanta viene scoperta la prima fossa comune: contiene 50 corpi di contadini sospettati di fiancheggiare SL.

Così, a volte, avvengono reazioni inconsulte da parte dei contadini. E’ quello che succede a Uchuraccay, quando alcuni giornalisti vanno in un villaggio per indagare su una strage lì avventua, e vengono massacrati dai contadini insospettiti dalle domande e dalle macchine fotografiche.

Le azioni di SL sono sempre estremamente cruente: decapitazioni pubbliche, impiccagioni ai pali della luce, omicidi in teatro, sacerdoti squartati, lingue tagliate, massacri a colpi di machete. Questo suscita una reazione ancor più violenta, non solo da parte dei militari, ma anche dei contadini che catturano e torturano a morte diversi senderisti, seppellendoli verticalmente, ad indicare lo spregio per il cadavere e per l’anima che, in quella posizione, non troverà mai pace nemmeno nell’aldilà , secondo le antiche credenze indigene.

Un po’ per estendere la propria iniziativa, un po’ per sfuggire dalle vendette dei contadini, SL sposta le proprie azioni nelle città, nella capitale Lima in special modo e con l’uso di auto-bombe.

Il Governo, guidato da Alan Garcia, prova ad istituire un tavolo di trattative nel 1985, anche per fermare i militari sempre più violenti, ma SL risponde uccidendo Luis Aguilar Cajahuamán, un deputato del partito socialdemocratico APRA che cercava di instaurare un rapporto dialettico con i senderisti.

Inoltre, nel Giugno del 1986, in concomitanza con il XVII Congresso dell’Internazionale Socialista che si teneva a Lima, per la prima volta in un paese latinoamericano, i prigionieri di SL, lanciano uno sciopero violento all’interno degli istituti. La risposta dell’esercito non si farà attendere e sarà molto violenta: 126 carcerati vengono uccisi nella prigione di Lurigancho, 138 in quella del Frontón e due in quella di Santa Bárbar. Il Presidente Garcia negherà ogni responsabilità, ma ormai le feribili speranze legate al processo di pace svaniscono definitivamente, e SL si ritirerà dalle trattative. Poco dopo, il Parlamento adotterà una legge che permetterà la creazione di “squadre” di contadini armati che diano la caccia ai senderisti, dando il via alla fase più cruenta della guerriglia (la Commissione per la verità e la riconciliazione, che ha terminato i suoi lavori nel 2003, stimerà  quasi settantamila vittime e  4644 le fosse comuni ritrovate).

Ormai la “guerriglia” divampa per le strade di Lima. Infatti SL fa proselitismo nei “pueblos nuevos”, i ghetti che circondano la capitale, dove la gente vive in condizioni di estrema povertà, e nelle Università, anche se qua la situazione sarà più conflittuale.

Nel Maggio del 1998, viene occupata l’Università di San Marcos, e a fianco di studenti che protestano per gli eccidi dei militari, si inseriscono gli agitatori senderisti che cercano reclute per le loro azioni violente. Anche stavolta la mano della polizia non è leggera, negli scontri viene ucciso uno studente, Javier Arrasco e l’Universtà viene sgomberata.

La conseguenza sarà un’escalation di omicidi e di attentati: si ammazzano contadini (la strage di Cayara, 31 morti); si eliminano giornalisti (Hugo Bustíos Saavedra, corrispondente di Caretas da Ayacucho); si sviluppano vere battaglie campali come a Jauja (59 morti tra l’MRTA ,altro gruppo sovversivo, e una decina di soldati); si uccidono professori universitari (l’ingegnere Abelardo Ludeña Luque), ex ministri (Orestes Rodríguez Campos, ucciso assieme a suo figlio ed Enrique López), e sacerdoti (don Víctor Acuña); si fanno esplodere autobus (5 morti tra la guardia presidenziale); si attaccano villaggi indifesi (Cochas, Pampachancha).

Nel frattempo, il governo aprista di Garcia non supererà la crisi politica, e nel 1990 venne eletto il liberale Fujimori, che spinse ulteriormente verso l’impiego della forza, soprattutto attraverso il gruppo paramilitare “Colina”. Per aumentare la lotta al terrorismo, nell’ Aprile 1992 scioglie il Parlamento e sospende l’attività della magistratura, dando vita a quello che verrà definito un “auto-golpe”. Sempre nel 1992 resisterà ad un tentativo di golpe militare, cosa che gli “consentirà” di rendere ancora più autoritario il suo governo.

Anche SL cambia strategia, a causa dell’ormai totale scollamento tra i senderisti e la popolazione civile, che vuol procedere con il percorso di pacificazione nazionale. Così i seguaci di Guzman non colpisocono più elementi dello Stato,ma membri attivi della società: sindacalisti, giudici, contadini, operai, volontari impegnati a migliorare le condizioni di vita nei “nuevos pueblos”, ecc.

Escalation che culmina a Luglio dello stesso anno, quando SL fa esplodere un camion con 500 chili di esplosivo a bordo in un quartiere borghese di Lima, Miraflores, causando il ferimento di 150 e l’uccisione di 25 persone!

Ma al contempo, il 1992 sarà l’anno dell’ “inizio della fine” per Sendero Luminoso; infatti il 12 Settembre, le truppe speciali dell’esercito arrestano Guzman, rinchiuso in un appartamento di Lima, da dove non usciva più.

Il carcere spegne presto gli ardori guerrieri del “Presidente Ponzalo”, tanto che già nel 1993, chiederà ai senderisti rimasti liberi di deporre le armi, spaventato dalla condanna a vita che gli spetta.

A questo punto Sendero Luminoso subisce una scissione: circa 6.000 guerriglieri deporranno le armi, mentre un’ottantina di “duri e puri”, guidati dal “Comandante Artemio”, vero nomr Filomeno Cerrón Cardos, si asserragliano dentro la giungla, dove si limitano però a fornire copertura militare ai trafficanti di droga in cambio di denaro.

Nel 1995, Fujimori emana la “legge d’amnistia”, che riguarda sia i crimini commessi dai senderisti che quelli compiuti dai militari, nonostante la stragrande maggioranza della popolazione peruviana sia contraria.

 

 

Manuel Zanarini