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Il nucleare assistito

di Federico Valerio - 30/05/2008

     
  
 Il rilancio del nucleare all'italiana parte da lontano e più precisamente dall'altra sponda dell'Atlantico.

Negli Stati Uniti, dopo il grave incidente del reattore di Tree Mile Island, avvenuto il 28 marzo 1979, e che ha decretato la bancarotta della società che gestiva l'impianto, nessun imprenditore privato ha investito un dollaro nel nucleare.

E oggi la Casa Bianca ha deciso di dimenticare il liberismo e le ferree leggi del mercato, sovvenzionando con danaro pubblico la realizzazioni di nuove centrali nucleari.
La principale scelta del governo americano che ha scosso il mercato statunitense e ha ridato fiato, a livello internazionale, alle lobby del nucleare è stata quella che accolla allo Stato gli oneri assicurativi, a copertura di incidenti disastrosi per l'impianto e per la popolazione, alla faccia del nucleare sicuro!

In una sua nota, il Rachel's Democracy and Health News...
si chiede i motivi di questa scelta dello zio Sam.

La risposta è che Washington e Wall Street hanno deciso che l'energia nucleare è preferibile alle fonti di energia rinnovabile (assolutamente in grado di dare risposta ai consumi energetici americani) perchè in questo modo la politica e la finanza continuano a controllare direttamente e da soli il mercato mondiale dell'energia; nel caso delle fonti energetiche rinnovabili, necessariamente diversificate, adattate alle singole realtà locali e con produzioni fortemente delocalizzate (la microgenerazione diffusa sui tetti con impianti eolici e fotovoltaici e nelle cantine con micro-generatori a biogas) è la famiglia e  l'azienda proprietaria dell'impianto di autogenerazione a controllare l'uso del proprio finanziamento e dell'energia prodotta.

In gioco è il controllo oligarchico (da parte di pochi) del potere, contro la democrazia diffusa che passa anche per il controllo delle fonti di energia e delle risorse.

Questa grande partita si sta giocando anche in Italia, dove il nucleare nostrano sarà ancora una volta sovvenzionato con danaro pubblico come è con denaro pubblico ( sovratassa su fornitura di energia elettrica) che le ignare famiglie italiane stanno pagando per la messa in sicurezza delle vecchie centrali nucleari italiane, dismesse in gran parte per vetustà negli anni '80. Pochi sanno che solo negli ultimi sette anni abbiamo pagato, per il funerale infinito del nucleare italiano dismesso, 500 milioni di euro.

La storiella, falsa, che il nucleare costa poco e contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra è già stata preparata e nella assoluta mancanza di informazioni  esenti da conflitti di interesse, molti stanno abboccando.