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No dell'Ue all'Uranio impoverito

di lucrezia cippitelli - 31/05/2008

Fonte: agenziami

Con 491 voti favorevoli, 18 contrari e 12 astensioni, il Parlamento
europeo ha adottato ieri una risoluzione che considera l'uso dell'uranio
impoverito a fini bellici «contrario al diritto internazionale,
umanitario ed ambientale».
Da Strasburgo, l'europarlamentare Umberto Guidoni descrive le linee
guida della risoluzione.


«L'uso di uranio impoverito a fini bellici è contrario al diritto
internazionale ed esistono testimonianze sulla sua tossicità»: così
inizia un comunicato stampa contenente la risoluzione contro l'uso
dell'uranio impoverito, votata ieri dal Parlamento europeo riunito in
plenaria a Strasburgo dopo la discussione di giovedì.
Con la risoluzione votata oggi, il Parlamento fa un appello per una
moratoria sull'uso di armi all'uranio, chiede di non utilizzarlo nelle
operazioni della Politica Estera e di Sicurezza Europea (Pesc) e la
Politica Europea di Sicurezza e di Difesa (Pesd), di non inviare
personale militare e civile nelle regioni in cui non vi è garanzia che
l'uranio non sia stato utilizzato, informando su questa eventualità ed
infine sollecita studi scientifici a riguardo e l'inventario delle aree
contaminate.

L'uso dell'uranio impoverito nei conflitti bellici è definito «contrario
alle norme e ai principi basilari sanciti dal diritto internazionale,
umanitario e ambientale scritto e consuetudinario». Lo sostiene il
Parlamento nella risoluzione - sostenuta da Partito socialista europeo
(Pes), Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa
(Alde), Uen, Gruppo Verde/Alleanza libera europea (Verdi/Ale) e Gruppo
confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica
(Gue/Ngl) - adottata oggi con 491 voti favorevoli, 18 contrari e 12
astensioni, sottolineando che l'uranio (impoverito) «è stato ampiamente
utilizzato nelle guerre moderne», sia come munizione sia come protezione
blindata contro attacchi missilistici e di artiglieria.

Come ribadisce in un'intervista rilasciata all'agenzia Ami Umberto
Guidoni, sebbene la ricerca scientifica non sia stata finora in grado di
fornire prove conclusive sulla sua nocività, sia per mancanza di
ricerche, sia per la reticenza in alcuni casi degli eserciti a favorire
tali ricerche, esistono testimonianze sugli effetti dannosi e spesso
letali dell'uranio impoverito sia per il personale militare che per i
civili. Durante la discussione nell'emiciclo di Strasburgo, gli
europarlamentari hanno ricordato che fin da quando l'uranio impoverito è
stato utilizzato dalle forze alleate nella prima guerra contro l'Iraq,
sono emerse gravi preoccupazioni circa la «tossicità radiologica e
chimica» delle fini particelle di uranio rilasciate in seguito
all'impatto di tali armi contro bersagli corazzati. Testimonianza ne
sono gli «effetti dannosi e spesso letali - continua Guidoni - sia sul
personale militare (ad esempio i soldati italiani di ritorno dai Balcani
e dal Kosovo) che sulla popolazione civile (come dimostrano i casi di
gestanti e di figli nati con malformazioni in Iraq».
Come ricorda la Vicepresidente del Parlamento europeo Luisa Morgantini
in un comunicato diffuso ieri pomeriggio per salutare l'approvazione
della risoluzione da parte del parlamento, «oltre 2000 tonnellate di
uranio impoverito sono state utilizzate dal 1991 al 2003; attualmente il
70% del territorio dell'Iraq è contaminato e ancora oggi non si conosce
con certezza l'ammontare dei costi umani».

Il Parlamento fa quindi un appello agli Stati membri dell'UE e della
NATO ad imporre una moratoria sull'uso di armi all'uranio impoverito e a
raddoppiare gli sforzi tesi ad un divieto globale, nonché a cessare
sistematicamente la produzione e l'acquisto di questo tipo di armi.
Invita poi gli Stati membri e il Consiglio ad assumere un ruolo guida
per giungere all'elaborazione di un trattato internazionale - tramite le
Nazioni Unite o attraverso una "coalizione delle persone di buona
volontà" - al fine di introdurre un divieto sullo sviluppo, la
produzione, lo stoccaggio, il trasferimento, la sperimentazione e l'uso
di armi all'uranio, nonché la distruzione o il riciclaggio delle riserve
esistenti, nel caso in cui esistano prove scientifiche conclusive del
danno causato da tali armi.

Il Consiglio e la Commissione dovrebbero quindi far eseguire studi
scientifici sull'uso dell'uranio impoverito in tutte le regioni in cui è
stato dispiegato personale militare e civile europeo ed internazionale e
gli Stati membri dovrebbero aderire alla risoluzione delle Nazioni Unite
approvata il 5 dicembre 2007, nonché presentare una relazione con le
loro opinioni sugli effetti dell'uso di armi e di munizioni contenenti
uranio impoverito.

In quanto organo più democratico delle istituzioni Ue, perché votato
direttamente dai cittadini e rappresentanza di essi, Guidoni ribadisce
quindi la necessità che la sua risoluzione spinga l'esecutivo (la
Commissione ed il Consiglio) ad adottare delle misure fattive
sull'uranio impoverito, incarnando un ruolo di avanguardia nel quadro
delle istituzioni internazionali e spingendole a muoversi nella
direzione indicata dal voto parlamentare di oggi.

APPROFONDIMENTI
Interrogazione parlamentare alla Commissione europea per un Trattato
globale sul bando alle armi all'uranio del 1 aprile 2008.

Interrogazione parlamentare al Consiglio dell'Ue per un Trattato globale
sul bando alle armi all'uranio del 1 prile 2008.
Testo approvato in Parlamento sulla non proliferazione delle armi di
distruzione di massa 17 novembre 2005.
Convenzione sull'interdizione delle armi biologiche e tossiniche del 16
novembre 2006.