Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Per gli ebrei una discriminazione al "contrario"

Per gli ebrei una discriminazione al "contrario"

di Massimo Fini - 31/05/2008

Caro Fini, la comunità ebraica italiana, dal sequestro di un tribunale che fece trasformare un'assoluzione in ergastolo, fino al veto posto di intitolare una via di Roma ad Almirante ha assunto un peso politico del tutto sproporzionato rispetto ad altre comunità ben più numerose. Perchè proclamarsi cittadini italiani e poi porre veti a nome di un organismo dall'identità specifica? Prendere di continuo le distanze dalla più ampia comunità di appartenenza non è anche un modo di isolarsi?

Adriano Scatassi, Cagli (Pu)

Le cose nella vicenda Priebke non andarono esatamente come dice lei, anche se ebbero lo stesso significato. Priebke non fu assolto, ma condannato, però liberato perchè gli furono riconosciute alcune attenuanti. Una cinquantina di giovani ebrei inscenò una manifestazione di protesta e il governo Amato si rese responsabile di un fatto inaudito, gravissimo e, oserei dire, fascista: annullo, di fatto, una sentenza di un tribunale italiano, con tanti saluti all'indipendenza della Magistratura, e Priebke rimase in carcere. Sulla questione ebraica l'Italia ha la coda di paglia per aver varato, nel 1938 su input nazista, le vergognose, aberranti e criminali leggi razziali. Ma da quei fatti, anzi misfatti, è passato più di mezzo secolo. Gli ebrei, almeno in Occidente, non sono più in alcun modo discriminati. Semmai è verso altre comunità etniche (islamici, rumeni, rom, stranieri in genere) che si dirige oggi il razzismo. Ed è inaccettabile che a ogni piè sospinto la comunità ebraica italiana ponga veti su questo e su quello in nome delle antiche persecuzioni. I cittadini ebrei hanno i diritti di tutti gli italiani (e anche alcuni privilegi connessi alla loro religione), ma non possono avere "più" diritti. Altrimenti si crea una discriminazione "al contrario".