Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Proust era un neuroscienziato

Proust era un neuroscienziato

di Stafano Pisani - 02/06/2008

Proust era un neuroscienziato
Jonah Lehrer Codice Edizioni, Torino, 2008
pp. 224
Euro 22,00
Il primo libro di Jonah Lehrer, venticinquenne laureato in neuroscienze alla Columbia University e giornalista scientifico di testate come «Nature» e «Science», non delude le aspettative create dal curioso titolo. Il suo libro regala al lettore una panoramica di intuizioni neuroscientifiche raggiunte da grandi artisti nelle loro opere.
Come l'unità fra mente e corpo della poesia di Whitman (che studiava manuali di anatomia cerebrale), l'illuminazione di Proust, che prima di ogni fisiologo riconobbe l'importanza di olfatto e gusto nella rievocazione della memoria (oggi sappiamo che olfatto e gusto sono gli unici sensi ad avere un collegamento diretto con l'ippocampo, il centro della memoria a lungo termine), o il processo della visione svelato con prodigiosa esattezza dall'arte di Cézanne.
La scienza non è dunque l'unica strada per la conoscenza, e Lehrer si rivela molto abile a gettare un ponte fra scienza e arte. Il libro è composto da otto capitoli monografici dedicati rispettivamente a Walt Whitman, Thomas S. Eliot, Auguste Escoffier, Marcel Proust, Paul Cézanne, Igor Stravinsky, Gertrude Stein, Virginia Woolf.
L'autore tratteggia con linguaggio efficace e netto l'atmosfera intellettuale che circonda il processo creativo, raggiungendo il risultato di un libro stimolante, la cui morale è che «noi siamo fatti di arte e di scienza. Sappiamo abbastanza del cervello per capire che il suo mistero rimarrà sempre tale. Alla scienza occorre l'arte per dar forma al mistero, ma l'arte ha bisogno della scienza perché non tutto sia un mistero».