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Ahmadinejad all'Italia: collaboriamo

di Giacomo Galeazzi - 02/06/2008

 

 

 

Fallita la sua «ostpolitik» verso il Vaticano, Ahmadinejad cerca di aprire uno spiraglio per un incontro bilaterale con le autorità italiane. In una lettera per la Festa della Repubblica inviata ieri a Napolitano e a Berlusconi, il Presidente iraniano ha espresso «la speranza che le relazioni italo-iraniane guadagnino maggiore slancio grazie al terreno che le due capitali condividono sul piano storico» e ha auspicato la «promozione di una totale cooperazione tra Italia e Iran in linea con gli interessi nazionali dei due Paesi».

 

La lettera è arrivata nel pieno delle polemiche. Alla dichiarazione di disponibilità di Teheran a un «vis-à-vis», Berlusconi lascia aperta una porta: «E una risposta che va ben ponderata». Finora il governo italiano ha sempre detto di non poterlo vedere per via del gran numero di bilaterali già organizzati. Fin dall’insediamento del governo Berlusconi, inoltre, Palazzo Chigi e la Farnesina hanno chiesto al gruppo 5+1 (i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, più la Germania) di inserire l’Italia nel novero dei Paesi coinvolti nel negoziato sulla crisi nucleare iraniana, nel quale Roma punta a mantenere una posizione intransigente, in linea con quella di Washington.

 

Discorso chiuso, invece, Oltre Tevere. La decisione della Santa Sede di non ricevere durante il meeting della Fao alcun capo di Stato pare una risoluzione mirata principalmente a evitare un faccia a faccia tra il controverso leader iraniano e il successore di Pietro. Dopo una settimana di contatti, ipotesi e proposte, la Segreteria di Stato vaticana ha trovato la via d’uscita diplomatica per scongiurare il danno d’immagine di un incontro tra Benedetto XVI e Mahmoud Ahmadinejad, il presidente iraniano che invoca la distruzione di Israele e condanna a morte gli omosessuali: il Papa non riceverà nessuno dei 50 capi di Stato arrivati a Roma per il vertice Fao sull’alimentazione che, tra misure di sicurezza record, palazzi blindati, tiratori scelti sui tetti e massimi controlli, si apre domani e si concluderà giovedì.

 

Teheran non molla. «Se il governo italiano o il Papa vorranno incontrare il nostro Presidente, l’Iran potrà prendere in considerazione la richiesta», rilancia il governo iraniano. «Anche Karol Wojtyla ha incontrato presidenti che erano molto criticati - obietta Paola Binetti, leader dei teodem del Pd ed esponente dell’Opus Dei -. Ma non ha mai avallato la situazione politica dei loro Paesi e men che meno la violazione dei diritti umani. In genere si approfitta dell’incontro per lanciare un messaggio di pace, per aprire porte che sembrano sbarrate».