L’inflazione reale, in forte aumento, è certamente superiore ai dati ISTAT, già in crescita. Il petrolio inizia a scarseggiare e tutto aumenta, perchè tutto è prodotto (energia compresa) e trasportato (inquinando) fino a noi. Ricordate i cerchi della decrescita? Quei bei cerchi concentrici fra loro equilibrati? In mezzo c’è l’autoproduzione, intorno l’area del dono e, infine, l’area mercantile, che ricomprende le merci che per definizione devono essere prodotte dalle imprese e vendute nel mercato. Provate ora a pensare in ottica di famiglia: il primo cerchio corrisponde al soddisfacimento di buona parte dei bisogni primari (cibo, vestiario ed energia, ad esempio), il secondo ai beni ed ai servizi condivisibili in ottica di dono (oltre al cibo, al vestiario e ad un po’ d’energia, baby sitter, asilo, conoscenza…) ed il terzo appaga le aspirazioni umane con le merci “complesse” e tecnologicamente avanzate (penso ai personal computer, ai pannelli fotovoltaici e alle barche a vela). Tutte merci che non subirebbero più di tanto l’impatto della scarsità petrolifera se adottassimo processi produttivi efficaci e puliti (fonti rinnovabili), filiere corte e logistica avanzata.

L’inflazione per chi adotta il paradigma della Decrescita Felice è come un mare che lambisce ambiti precisi della vita quotidiana: circoscritta e mai invasiva. E’ un ospite scomodo che non entra a casa nostra, ma si ferma in giardino e, se proprio vuole rimanerci, deve attrezzarsi per dormire… Può aumentare il biglietto del treno, il costo di alcune materie prime, il costo dei beni superflui… con l’effetto (auspicabile) di ridurre gli sprechi e la quantità di rifiuti, trasformando la scarsità in opportunità per un mondo migliore. La realtà attuale, in cui tutto è merce, tutto va comprato, scartato e ricomprato e nulla è autoprodotto o donato è fragilissima. Basta una piccola tempesta finanziaria nell’irreale mondo della Borsa per farla vacillare. Basta poco per mettere a repentaglio il futuro reale di tante famiglie. Basta poco per scoprire che ogni famiglia avrebbe dovuto (dovrebbe) investire sulla coibentazione della propria abitazione e sull’indipendenza energetica, massima espressione di autoproduzione, e sui rapporti umani basati sul dono, per creare una comunità solida e realmente benestante, con valori meno effimeri e, soprattutto, con un sistema di produzione orientato alla qualità e guidato dall’equità e dal rispetto per il mondo.

Noi ci siamo messi in Movimento: ci piace far dormire in giardino l’inflazione.