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Ahmadinejad alla FAO: no al nuovo imperialismo

di Manuel Zanarini - 04/06/2008

 

 

 

 

Ieri è iniziato a Roma il vertice della FAO (Food and Agricolture Organization), l’organizzazione delle Nazioni Unite, che dovrebbe combattere la fame nel Mondo, ma che ovviamente serve solo ad estendere il potere di Washington sul pianeta.

Mentre il governo italiano, come peraltro praticamente tutti quelli europei, subiscono passivamente lo strapotere imperialista a stelle e strisce, ieri abbiamo avuto modo di apprezzare come si dovrebbe esprimere un uomo politico che combatte per la libertà del proprio popolo.

Infatti, è intervenuto all’Assemblea il Presidente dell’Iran Mahmoud Ahmadinejad, che ha tenuto un discorso assolutamente notevole e condivisibile, se si esclude qualche obiezione sull’energia nucleare.

 

Ha iniziato ringraziando Allah per avergli permesso di partecipare e ricordando la figura di Khomeini, che ha indicato al popolo iraniano “la strada di una vita libera della morale, dell'onestà contro l'egoismo e l'ostilità".

Poi, si è scagliato contro l’ONU e i meccanismi che hanno dato vita ad una nuova forma di imperialismo globale, accusando il Consiglio di Sicurezza di essere “strumentalizzato” dalle grandi potenze, le quali nutrono verso il pianeta un “appetito insaziabile e un'avarizia senza fine”.

Soprattutto ha denunciato come l’economia del pianeta sia gestita per affamare alcuni popli ed arricchirne altri.

Intanto, contro gli attuali sistemi, ha proposto la costituzione di “organismo indipendente e autorevole, a cui rispondano tutti i paesi, per regolare in modo equo e giusto il mercato alimentare e organizzare tutte le questioni correlate, dalla produzione al consumo”. Questo porrebbe fine alle continue speculazioni finanziarie che stanno generando la più grossa crisi alimentare nella storia dell’umanità.

Poi, scagliandosi contro le occupazioni militari e le relative speculazioni finanziarie, ha denunciato come l’attuale svalutazione del dollaro sia proprio uno strumento utilizzato per foraggiare l’espansionismo imperialista: “la svalutazione del dollaro e l'aumento dei prezzi dell'energia sono due facce della stessa medaglia”.

Trovo utile riportare la parte del discorso del Presidente, così come riportata dal Resto del Carlino: “I responsabili di alcune grandi potenze si sono trovati obbligati a svalutare il dollaro perchè da una parte non hanno altra scelta per ridurre le conseguenze delle loro azioni in passato e dall'altra vogliono imporre la loro volontà sul mercato. Lunghi anni di inflazione e problemi economici di alcune potenze sono stati imposti sulle altre nazioni attraverso l'iniezione di dollari nell'economia globale - ha proseguito il presidente della Repubblica Islamica - Oggi l'assorbimento della capacità dell'economia globale è diminuito e altri attori sono scesi nell'arena, i problemi sono tornati al punto in cui sono stati generati. Il pagamento delle spese di guerra e delle occupazioni, la compensazione dei forti consumi e l'aver riempito le tasche del capitalismo globale svuotando le tasche delle nazioni del mondo sono stati sostenuti da una vasta iniezione di dollari .Oggi tutto si riflette visibilmente nella svalutazione del dollaro, un fenomeno che mette i rapporti economici del mondo sull'orlo della distruzione".

Infine, si è anche espresso sulla questione del nucleare, ribadendo il giusto diritto del popolo iraniano di scegliere come approvvigionarsi di energia (peraltro è la scelta che sembra volere percorrere anche il governo Berlusconi), e ha proposto che ogni paese devolva una consistente fetta di fondi attualmente impegnata per costruire armi per accrescere la produzione alimentare e i sussidi per i poveri. (“Smettiamola di costruire armi, nessuno può vivere senza cibo!).

Direi che sono parole che si commentano da sole e che dovrebbero essere solo sottoscritte!

Invece, il nostro governo, un po’ per vigliaccheria un po’ perché suddito di Washington e dei poteri economici che lo mantengono, ha scelto di analizzare una singola frase su Israele piuttosto che abbracciare le analisi “rivoluzionarie” del Presidente Ahmadinejad.

 Complimenti!