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La Road Map è solo un ricordo. Israele rilancia le colonie a Gerusalemme

di Carlo M. Miele - 04/06/2008



A poche ore da un nuovo colloquio con il presidente palestinese Mahmoud Abbas, il primo ministro israeliano Ehoud Olmert ha rilanciato il processo di colonizzazione di Gerusalemme Est, il settore arabo della città santa occupato da Tel Aviv nel 1967.

"Costruiremo 121 appartamenti ad Har Homa, e altri 763 a Pisgat Zeev (quartieri dei coloni, ndr), ha dichiarato alla radio di Stato il ministro dell’Edilizia, Zèev Boim, precisando che “il primo ministro è stato tenuto informato e ha dato la sua autorizzazione alla costruzione di questi alloggi”.

L’annuncio - dato lunedì in occasione del "41esimo anniversario della riunificazione della città", cioè dell’occupazione israeliana del ’67 - ha suscitato le critiche degli Stati Uniti, dove Olmert si trova in visita ufficiale.

“Pensiamo che nuove colonie non debbano più essere costruite - ha detto la portavoce della Casa Bianca, Dana Perino

Più dure, com’è ovvio, le reazioni palestinesi. Saeb Erakat, uno dei principali negoziatori dell’Autorità palestinese, ha condannato con forza il provvedimento, come “tutti quelli che perpetuano la colonizzazione" e ha chiesto a Washington di "mettere un termine”, visto che tali decisioni “danneggeranno gli sforzi di pace".

Yasser Abed Rabbo, stretto collaboratore di Abbas, ha dichiarato che, mentre discute di pace, il governo di Tel Aviv si impegna a sabotare le basi della discussione.

Appelli da più parti sono stati rivolti al Quartetto internazionale per il Medio Oriente (Stati Uniti, Unione europea, Russia e Onu) la cui proposta di pace (Road Map, datata 2003) prevede appunto il congelamento delle colonie ebraiche.

Israele, tuttavia, dichiara che i progetti appena annunciati non contrastano con i tentativi di pace promossi dalla comunità internazionale. Tali costruzioni – ha detto il portavoce di Olmert, Mark Regev - "non contraddicono assolutamente il processo di pace, in quanto sono previste in quartieri ebraici di Gerusalemme che, in ogni accordo di pace, saranno parte integrante di Israele".

Dopo Annapolis colonie in aumento

Oltre che nella Road Map, di “congelamento” delle colonie ebraiche si parlava anche nell’ultima “conferenza di pace” tra israeliani e palestinesi, voluta dagli Stati Uniti e ospitata nel novembre scorso ad Annapolis.

Eppure, dalla fine dello scorso anno a oggi gli insediamenti ebraici illegali all’interno dei Territori palestinesi occupati (Tpo) sono aumentati in maniera consistente, con il consenso del governo di Tel Aviv.

In particolare - stando a un rapporto della ong Peace Now, pubblicato lo scorso aprile - nelle 101 colonie israeliane in Cisgiordania sono stati messi in cantiere circa 500 nuovi edifici, per un totale di migliaia di appartamenti.