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Bolivia: i campesinos in marcia al fianco di Morales

di Enea Baldi - 04/06/2008

 

Bolivia: i campesinos in marcia al fianco di Morales



Domenica primo giugno, in Bolivia, si consumerà il secondo atto incostituzionale ai danni della presidenza plebiscitaria di Evo Morales, una sorta di mini-golpe che, insieme a quello realizzato il 4 maggio scorso nel governatorato di Santa Cruz, fa temere non poco per le sorti del Paese.
Questa domenica toccherà ai dipartimenti di Beni e Pando subire il tentativo di destabilizzazione voluto dal partito di opposizione Podemos e avallato dai latifondisti e dai conservatori locali.
La Corte Nazionale Elettorale (CNE), si è già pronunciata sui due referendum definendoli illegali, così come quello in programma per il 22 giugno nel governatorato di Tarija.
Migliaia di contadini, indigeni, artigiani di Riberalta, nel governatorato di Beni, giovedì hanno organizzato una marcia di protesta contro lo “statuto autonomista” della regione, voluto dal prefetto Ernesto Suárez Sattori, leader locale dell’opposizione. Secondo l’Agenzia Boliviana d’Informazione (Abi), alcuni dimostranti durante il corteo sono stati picchiati selvaggiamente da membri dei “Comitati civili” – strutture paramilitari vicine all’opposizione – davanti allo sguardo delle forze dell’ordine che non sono intervenute.
German Monasterios, il segretario de la Confederación Sindical de Colonizadores de Bolivia, ha denunciato che gruppi di giovani aderenti alla Unión Juvenil Cruceñista, si stanno muovendo in massa da Santa Cruz verso Beni e Pando al fine di aggredire chi respinge la consulta illegale e appoggia il governo di Evo Morales.
Il Movimiento Al Socialismo (MAS) ha denunciato che le autorità regionali di Pando stanno preparando una frode elettorale richiamando numerosi elettori dalla zona di Beni a quella di Pando. Ana Melena di Suzuki, il principale dirigente civico del governatorato di Pando, pur avendo ammesso il trasferimento delle persone, ha poi affermato che si tratta di pendolari che vivono a ridosso del confine regionale e che pur vivendo nella regione di Pando hanno il diritto di votare in quella di Beni.
I lavoratori, i contadini, la gente comune, le popolazioni di Beni e Pando sembrano aver già scelto: opposizione ad oltranza ai referendum autonomisti in entrambe le regioni, anche se le “squadracce” sobillate dall’opposizione cercheranno in tutti i modi d’impedirlo. Staremo a vedere.