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Macrocosmo e microcosmo

di Manuel Zanarini - 05/06/2008

 

micro-macro cosmo

 

 

“Quod est inferius, est sicut quod est superius”

“Ciò che è in basso, è come ciò che è in alto” (Ermete Trismegisto, La Tavola di Smeraldo)

 

 

Nella Tradizione sia Occidentale che Orientale, i concetti di “macrocosmo” e di “microcosmo” hanno sempre rivestito una parte molto importante. Il mondo veniva considerato come un’unica cosa, una parte “generale” (macrocosmo) e le singoli parti (microcosmo). La caratteristica di questi due elementi è con sono scissi, ma sono “come la stessa cosa”, uniti,  considerati formati dalle stesse materie. Quindi il cambiamento di uno dei due elementi, provoca necessariamente il mutare dell’altro.

 

I primi filosofi greci, consideravano il mondo come un “essere animato”, quindi composto da anima (i 4 elementi: acqua, terra, fuoco e aria) e corpo (gli esseri viventi e gli oggetti), stabilendo per primi l’unitarietà del “creato”.

 

Ma è con gli “ermetici”, che la teoria dell’unità del cosmo assume la massima importanza. Individuano tra le due parti un rapporto di analogia (“Ciò che è in basso, è come ciò che è in alto”), principio fondamentale per l’ermetismo, che vede la presenza in Natura di tutti gli elementi presenti anche nell’Uomo. Questo consente loro di ordinare il “caos” in cui si trova il cosmo, stabilendo “leggi” universali, valide per tutti gli elementi. Due sono gli elementi principali di questa “Legge di analogia”: la “trascendenza”, il rimandare ad un’entità esterna all’individuo; e l’ “immanenza”, ciò che all’esterno è analogo alla nostra costituzione interna e viceversa.

 

Troviamo lo stesso concetto nei “pitagorici”. Essi riconoscono l’unitarietà del cosmo, tanto da affermare la possibilità di studiarlo attraverso i numeri, la matematica e la geometria, essendo questi in grado di esprimere il cosmo intero. Inoltre, l’essere umano è formato da “atomi” di materia, quindi da elementi fisici appartenenti appunto al macrocosmo.

 

Particolare rilievo va dato anche al pensiero di Paracelso. Questi ritiene che le forze del firmamento influenzassero, sia psicologicamente che fisicamente, l’uomo. Quindi bisognava studiare scienze come l’astronomia, che potessero spiegare le relazioni tra  il macrocosmo e l’Uomo, considerato come il microcosmo che contiene al suo interno qualcosa di tutti gli elementi del macrocosmo.

 

Nel XVI Sec. troviamo nuovamente analisi simili. Visto che il mondo viene considerato come un’ “organismo” completo, del tutto simile a quello umano, e l’Uomo come un “piccolo mondo”, che vive in simbiosi con il macrocosmo esterno.

 

Sempre sullo stesso piano, molto interessante è il concetto, affermato da Leibniz, di “Monadi”. Queste vengono definite come “forme sostanziali dell’Essere”, e vengono identificate come tipi di atomi spirituali, primari, eterni ed indivisibili, all’interno delle quali viene riflesso intero cosmo, nella sua completa armonia. Anche Dio e l’Uomo, vengono considerati “Monadi”.

 

Anche nella Tradizione Orientale, si trovano elementi analoghi.

In India, si sviluppò la medicina Ayurveda, una delle più antiche, secondo la quale l’Uomo è un condensato di energia cosmica, la cui salute dipende dall’equilibrio tra ciò che riceve e ciò che emette nel macrocosmo. Inoltre, ritiene che gli astri influiscano sugli organi umani, stabilendo quindi un legame inscindibile tra macrocosmo e microcosmo.

 

 Nel Buddhismo, sia il cosmo che i singoli individui sono composti dagli stessi elementi (acqua, terra, fuoco e aria) e grande importanza, specialmente durante la meditazione, viene data al “connettersi” col proprio respiro, quindi con un elemento appartenente al macrocosmo esterno. Anche in questo caso, troviamo la concezione che l’Uomo sia una “miniatura” del macrocosmo esterno.

 

Si può dire, almeno per l’Occidente, che la divisione tra Uomo e Natura, avvenga a seguito dell’affermarsi del Cristianesimo. Per la prima volta, l’uomo assume un ruolo centrale rispetto al creato, essendo “creato ad immagine di Dio”, quindi staccato dagli elementi del macrocosmo, da cui nascerà la concezione “antropocentrica”, caratteristica di tutto il pensiero “moderno” occidentale.

 

Penso che nella situazione odierna, di disinteresse e totale devastazione ambientale, figlia sia della concezione Cristiana del creato asservito all’uomo, sia del Positivismo relativista, che ritiene le capacità dell’intelletto infinite, che ha portato a questa crescita materialista che si sta rivelando autodistruttrice, sia fondamentale riportare al centro del pensiero e del nostro stile di vita, le riflessioni e le analogie tra macrocosmo e microcosmo, tipiche del nostro pensiero tradizionale.