In tempi in cui tutti si dichiarano liberali è cosa scontata che si pubblichino libri su libri in argomento. E Laterza non poteva non sottrarsi al mainstream. Ecco infatti appena uscita per i suoi tipi un' antologia del pensiero liberale .
Purtroppo, come tutte le antologie, anche la raccolta a cura di Corrado Ocone e Nadia Urbinati, riflette le idiosincrasie degli autori. Infatti già il sottotitolo, "da Filangieri a Bobbio", è tutto un programma: si va da un illuminista a un neoilluminista, escludendo tutti gli autori "liberali", estranei o appena sfiorati dalla marcia trionfale dei "Lumi". Restano perciò fuori dalla raccolta cattolici-liberali come Gioberti, Rosmini, e non sia mai, Del Noce. E lo Sturzo critico degli sprechi dell'economia pubblica. Ma resta fuori anche il versante liberale-hegeliano dei Gentile e degli Omodeo (quest'ultimo antifascista). Per non parlare, come ha notato Carioti sul "Corriere della Sera", della destra liberale (Maranini, Panfilo Gentile, Bruno Leoni, Matteucci), sulla quale il silenzio è totale. A parte Gaetano Mosca...
E' giusto quindi interrogarsi su quale possa essere il senso e il valore scientifico, ma anche informativo, di un'antologia che privilegia oltre agli illuministi italiani, solo autori, certo importanti ma non i soli di parte di liberale , come Cattaneo Gobetti, Salvemini, Carlo Rosselli, Calamandrei, Spinelli e Rossi e ovviamente Bobbio. Su un libro che sostanzialmente è una storia del liberalismo democratico-radicale. O se si preferisce del liberalismo di sinistra.
Il senso dell'operazione culturale è sicuramente ideologico: di ricostruzione di una linea di pensiero liberaldemocratico, finalmente "rispettabile", e fruibile da un sinistra liberal-progressista, o postcomunista, e bisognosa di essere acculturata al nuovo "verbo". Nell'introduzione (attenzione, di un testo pubblicato nella scientificamente prestigiosa "Biblioteca Universale") addirittura si polemizza con Marcello Pera (p. VIII, nota 1), scambiando le Edizioni Laterza per "Diario" di Repubblica.
Certo, le tesi di Pera sono inaccettabili. E inoltre tutti sono liberi ( e dunque anche agli autori) di esprimere le proprie idee sulla storia del liberalismo italiano, ma non rivestendole di scientificità. E qui anche l'editore ha la sua parte di responsabilità.
Di conseguenza l' antologia di Corrado Ocone e Nadia Urbinati non ha alcun valore critico.
Né, eventualmente, divulgativo: dal momento che non informa ma deforma.