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Le signore del channeling: il caso di Jane Roberts, ovvero «Seth»

di Francesco Lamendola - 06/06/2008

 

Ma che fine ha fatto la figura leggendaria del medium, del medium ottocentesco che fa ballare le gambe del tavolino, evoca gli spiriti dei defunti, materializza misteriose entità, mani, volti, persino corpi umani completi, come la celebre Katie King, che mandava in fibrillazione l'Inghilterra perbenista e vittoriana, dando esca a polemiche infuocate e mettendo in crisi la carriera di eminenti scienziati? Non ci sono più individui con i poteri di Eusapia Palladino; e, se ci sino, perché non attraggono più l'interesse di studiosi come Cesare Lombroso?

Non è che la figura del medium sia veramente sparita, anche se pare abbia subito - come tutte le altre figure sociali, del resto - una notevole mutazione antropologica rispetto a un secolo fa. Oggi non abbiamo più un Douglas Home che si libra nell'aria, esce dalla finestra aperta e rientra da un'altra, sotto gli sguardi attoniti di parecchie persone. Non abbiamo nemmeno un Harri Houdini che sfida le leggi della fisica, liberandosi da prigioni impossibili,  sciogliendo pesanti catene e aprendo serrature di bauli chiusi a doppia mandata. Anche l'astro luminoso di Uri Geller, gran mattatore del varietà parapsicologico, si è tristemente appannato, da quando il giovanotto ha smesso di piegare le chiavi e di fermare le lancette degli orologi con la sola forza del pensiero; e nessuno psichiatra del livello di Andrja Puharich sembra essersi più interessato a individui che fossero dotati delle stesse, sconcertanti facoltà telepatiche e psicocinetiche dell'ex paracadutista dell'esercito israeliano.

Una mutazione antropologica: è finita l'epoca avventurosa e pionieristica del medium, l'epoca artigianale ed entusiastica inaugurata dalle sorelle Fox e poi, dalle dottrine di Allan Kardec, in cui sembrava che solo una sottile parete dividesse ancora  il nostro mondo da quello degli spiriti, dell'occulto, dell'impensabile. Ora i medium si sono alquanto organizzati e sono diventati, grazie al supporto dei mezzi di comunicazione di massa, degli esperti imprenditori di se stessi e degli oculati amministratori della propria celebrità e dei propri guadagni. Hanno fondato centri di meditazione e di benessere, tengono corsi di esoterismo, di biodanza, di autorealizzazione e crescita spirituale, perfino di paleoastronautica e di medicina naturale. Non di rado si qualificano come contattisti (magari ostentando piaghe e stimmate che dovrebbero attestarne la profonda spiritualità), portatori all'umanità di decisivi messaggi da parte degli abitatori delle stelle. E, tra una conferenza sulle profezie dei Maya o sulle proprietà dell'alimentazione vegana, e un mistico - e turistico - viaggio di illuminazione interiore lungo la valle del Nilo, non mancano di fare qualche incursione alla radio o in televisione, sempre dispensando perle di saggezza a buon mercato e distribuendo maliosi sorrisi di indefettibile amore cosmico.

Oggi che dilagano tutte le mode possibili relative all'occulto e al soprannaturale; che attrici come Shirley McLaine si ricordano a un tratto delle loro vite precedenti, e vi scrivono sopra un libro dopo l'altro; che riviste di preteso esoterismo (contraddizione in termini!) si accatastano sugli espositori delle edicole, e che i centri di meditazione e di "filosofia orientale" sorgono numerosi come i funghi dopo la pioggia nel bosco, si può dire che è divenuto possibile produrre e vendere praticamente qualsiasi idea o prodotto, purché debitamente intinti in salsa New Age.

New Age: questo ridicolo supermercato della Nuova Era, popolato di borghesi annoiati, di spiritisti irriducibili e di Acquariani dalle ineffabili aspettative, tutta una umanità che cerca il sacro su misura e la saggezza formato Baci Perugina; questa ribellione del kitsch contro la noia della vita di ogni giorno e il triste anonimato della società di massa: è la parola magica che apre tutte le porte e tutti i portafogli, che rianima i dubbiosi e gli scoraggiati, che rivitalizza gli stanchi della vita, i delusi e i depressi. Come potrebbero, in un contesto socio-culturale così profondamente mutato rispetto all'epoca dei figli dei fiori, dei concerti a Woodstock e dei mistici viaggi a Poona, in India, non essersi aggiornati anche i medium ed i loro affini?

Non basta essere in contatto con le entità dell'altro mondo, bisogna anche sapersi presentare nella maniera giusta e gestire i propri talenti con oculatezza ed un pizzico di furberia. Bisogna aver compreso a fondo che a contare veramente non sono i fatti, ma il modo in cui vengono date le notizie dei fatti e, al limite, in cui vengono date le notizie prive di qualunque fatto: perché, nella spettacolarizzazione mediatica, quel che conta davvero è la notizia, anche se si tratta di un guscio vuoto; purché sia confezionata nel modo più accattivante possibile. A nessuno interesserebbe sapere di una  contadina anzianotta e malvestita che parla delle sue visioni, anche se ispirate, con rozzo accento dialettale; no: anche la figura del medium deve essere al passo coi tempi nuovi: giovanile, seducente, tonica e palestrata.

Et voilà, lo spettacolo è servito. Così bisogna inquadrare, sociologicamente, fenomeni quali lo spettacolare successo di J. Z. Knight, l'ex casalinga che è divenuta, col nome di Ramtha, una figura carismatica della pur affollatissima galassia New Age. I libri della bionda signora americana si vendono a milioni di copie in tutto il mondo, i suoi corsi per "scoprire Dio che è in noi" attraggono innumerevoli seguaci, pronti a pagare qualunque cifra pur di ricevere le sue maliose rivelazioni. Si potrebbe pensare a un fenomeno letterario tipo Agata Christie o Carolina Invernizio, se non fosse che la bella signora, dalla sua residenza californiana, non si limita a inondare di volumi e volumetti il mercato editoriale di mezzo mondo, bensì sostiene di prestare la sua voce a un guerriero vissuto trentacinquemila anni fa: Ramtha, appunto.

 

Il precursore dei cosiddetti channelers, parola intraducibile che si potrebbe tentare di rendere con quella obsoleta di medium, è stato l'americano Edgar Cayce, il quale scoprì di poter attingere a un immenso patrimonio di conoscenze di cui lui stesso non era cosciente. La diagnosi di malattie e la chiaroveggenza facevano parte delle sue strane facoltà, dalle quali egli - peraltro - non cercò mai di trarre un profitto personale.

Oggi, negli ambienti New Age è ormai di moda parlare di channeling. Innumerevoli artisti si dicono ispirati dall'alto, nella composizione dei loro quadri o nella stesura delle loro poesie - non sempre eccelsi, in verità. Valga per tutti il caso dello psicoterapeuta brasiliano Luiz Antonio Gasparetto, che dipinge migliaia di quadri mediante l'ispirazione. O per meglio dire la personificazione, di apittoiri famosi del passato: Goya, Van Gogh, Picasso e così via.  Ora, tutte queste persone  sostengono che i loro spiriti-guida, versione aggiornata e corretta dei Maestri Invisibili dei teosofi di fine Ottocento, non si limitano a trasfondere in loro impensate capacità estetiche e creative, ma li guidano spiritualmente verso le magnifiche sorti e progressive di una più autentica comprensione della realtà. Una volta, si sarebbe parlato di invasati o di maniaci, ma oggi non è più di moda; oggi queste persone  vantano il pedigree dei loro spiriti-guida e fanno a gara per vedere chi di loro sia ispirato da quelli più lontani nello spazio e nel tempo. Alcuni spiriti-guida vengono da Atlantide, da Mu o da Lemuria; altri da Sirio, da Orione o dalle Pleiadi; alcuni vissero sulla terra qualche secolo fa, altri qualche decina di migliaia d'anni or sono.

Fa chic dire una frase come: «Questo dipinto me l'ha ispirato, mentre ero in trance, il mio spirito-guida», così come fa chic, in certi ambienti, dire: «Questo messaggio me l'ha comunicato il mio angelo custode». Come si addice all'odierna società dei consumi, queste cose suscitano un piacevole senso di sicurezza e quasi di onnipotenza in coloro i quali vi prestano fede: fanno sentire privilegiati quanti sono immersi nella folla senza nome; amati, quanti vivono in un ambiente affettivo abitualmente povero; importanti, quanti soffrono di un complesso d'inferiorità o di inadeguatezza. Si parla del proprio spirito-guida come se fosse uno zio saggio e affettuoso, mansueto quanto un cagnolino da salotto e affidabile quanto la propria banca di fiducia o una collaudata società di assicurazioni.

Sembra che a nessuno venga in mente che questo gioco con gli spiriti può presentare inconvenienti e perfino qualche rischio. La scrittura automatica, il gioco delle planchette o delle tavole Oujia sono visti quali  passatempi quotidiani assolutamente innocenti, ottimi per i noiosi pomeriggi di pioggia e quasi indispensabili per le lunghe serate invernali. Eppure, si tratta di scherzare con forze occulte e, potenzialmente, temibili. Chi non ricorda che Regan, la piccola protagonista del romanzo (e del film) L'esorcista, cade vittima di una grave forma di possessione demoniaca dopo aver socchiuso l'uscio -  inconsapevolmente - alle forze del Male, proprio mediante le tavolette Ouija?

Ne abbiamo parlato, di recente, nella Seconda parte dell'articolo La personificazione come fenomeno parapsicologico (sul sito di Arianna Editrice). Abbiamo anche visto come uno scrittore italiano, Igor Sibaldi, nel libro Il frutto proibito della conoscenza abbia fatto addirittura l'elogio del diavolo che, in una serie di premurose comunicazioni, gli si sarebbe presentato come un Maestro di verità nascoste e assai preziose. Perciò non ci soffermeremo oltre su questo aspetto del fenomeno del channeling, ma passeremo a considerare i due casi che, probabilmente, sono divenuti i più famosi a livello mondiale.

Entrambi hanno come protagoniste delle donne americane: la scrittrice Jane Roberts e l'ex casalinga J. Z. Knight; l'una scomparsa nel 1985, l'altra vivente. Di quest'ultima ci riserviamo di parlare in un prossimo articolo; ora diremo qualcosa della prima.

 

Jane Roberts è stata una delle prime e più famose channelers dell'ultimo mezzo secolo. Nata nel 1930 a Elmira, nello Stato di New York, dopo un'infanzia solitaria ed estremamente infelice, con una madre paralitica e incattivita dalla malattia, e dopo un primo matrimonio rapidamente fallito, sembrava aver trovato la stabilità in un secondo matrimonio con il pittore Robert Butts e con la passione per la letteratura. La sera del 9 settembre del 1963, mentre si era ritirata, dopo cena, per scrivere alcune poesie, improvvisamente ebbe una sconvolgente esperienza psichica, che ella paragonò a una potentissima "scossa" di LSD. Poi, di getto, si mise a scrivere a ritmo febbrile e rimase incollata al tavolo per ore, buttando giù un centinaio di pagine fitte, delle quali ella sentiva di non essere interamente l'autrice.

Per sua stessa ammissione, la Roberts non aveva mai sospettato, fino ad allora, di possedere facoltà medianiche, pertanto non sapeva interpretare esattamente l'esperienza che aveva vissuto. Sapeva solo che si era trattato di un eccezionale scoppio di creatività e, al tempo stesso, che aveva avito la sensazione di "qualcosa" o "qualcuno" che entrasse nei suoi pensieri, alterando totalmente il suo stato di coscienza. Insieme al marito, cominciò allora a praticare l'uso delle tavolette Ouija e venne a sapere che una entità disincarnata si era messa in contatto con lei, quella di un certo Frank Withers, deceduto nel 1942.

Dopo un tempo piuttosto breve, però, Frank Whiters  disse che non desiderava più essere chiamato con quel nome e lasciò intendere di essere una personalità molto superiore a quella di un qualsiasi essere umano, qualche cosa di divino o di aspirante alla totalità. Interrogato su come desiderasse essere chiamata, l'entità disse che il nome che le si addiceva era quello di Seth. Le "visite" di Seth cominciarono a farsi sempre più frequenti e più intense. Jane Roberts cadeva in trance, il suo viso cambiava espressione, la sua voce  prendeva un timbro maschile e il suo sguardo, i suoi gesti diventavano quelli di un altro.

Ogni volta che tutto questo accadeva, il marito fissava, per mezzo di un registratore, i messaggi dell'entità chiamata Seth, che, battuti poi alla macchina da scrivere, non tardarono a riempire centinaia e centinaia di pagine. Non solo: pare che Seth sia stato in grado di fare sfoggio dei suoi poteri straordinari diagnosticando esattamente malattie, riferendo il contenuto di lettere poste all'interno di buste chiuse, descrivendo le caratteristiche di edifici situati a centinaia di miglia di distanza e fornendo una lettura circostanziata della vita di parecchie persone. Ancora: egli avrebbe  materializzato apparizioni all'interno di una stanza illuminata, avrebbe effettuato la lettura del pensiero e realizzato esperimenti di psicocinesi. E tutto questo è andato avanti per ventidue ani, dal 1963 al 1985, quando Jane Roberts è deceduta, all'età di soli cinquantacinque anni, a causa di una grave malattia.

Ma l'aspetto più interessante delle personificazioni di Seth attraverso la sua medium, a dire di quest'ultima, è il contenuto delle rivelazioni e degli insegnamenti che l'entità ha trasmesso, allo scopo di guidare gli esseri umani verso una più profonda comprensione del fenomeno "vita" e un migliore uso di essa. Ne è scaturita una valanga di opere, pubblicate e tradotte in tutto il mondo, che hanno invaso il mercato editoriale, con uno straordinario successo di pubblico, e che hanno attirato l'attenzione anche di parecchi studiosi  del paranormale.

In compesso, Jane Roberts ha scritto più di 20 libri, tutti straordinariamente fortunati, tanto da essere invitata a tenere lezioni e seminari sulla sua esperienza medianica. Non tutti quei volumi sono da attribuire alla personalità chiamata Seth; una parte sono opere di commento alla vicenda, o di carattere filosofico e psicologico, o, ancora, dedicate ai fenomeni parapsicologici. Solo negli ultimi anni di vita della Roberts ha fatto la sua comparsa una seconda entità, o, forse, una ulteriore evoluzione della stessa entità, chiamata Seth II. Per il resto, a parte il "preambolo" di Frank Whiters, per più di vent'anni Jane Roberts è stata il tramite di un'unica personificazione. Robert Butts, il marito, da parte sua, ha sostenuto di aver avuto numerose apparizioni di Seth, tanto da poterne eseguire parecchi ritratti. Questi raffigurano un uomo calvo, robusto, un po' oltre la mezza età, dai modi affabili e dallo sguardo luminoso e magnetico.

 

Passiamo a dire qualcosa del contenuto degli insegnamenti di Seth. Perché, al di là della fenomenologia paranormale e di una serie di consigli su come affrontare l'espansione della propria coscienza, sviluppando le tecniche di meditazione e di ESP, le migliaia di "sedute" hanno trasmesso un corpus dottrinario vero e proprio. Il nucleo di tale insegnamento ruota intorno al concetto della libera creazione del pensiero.  La realtà materiale, in senso letterale e non metaforico, è creata e plasmata dai nostri pensieri e dai nostri atteggiamenti.  Come ha scritto Massimo Biondi, sono le nostre attese a produrre le forme del mondo, perché esiste una correlazione diretta fra tutti i contenuti della mente e la struttura della realtà tangibile. Proiettando all'esterno le nostre idee e i nostri desideri, noi creiamo la realtà fisica; i nostri stessi corpi altro non sono che la materializzazione di ciò che noi pensiamo di essere.  Ogni individuo è un creatore, e l'universo è l'opera congiunta dell'intera umanità.

Secondo la dottrina di Seth, la realtà è costituita di una serie di piani o livelli, tutti interconnessi. La nostra personalità vive contemporaneamente su ciascuno di tali piani, ma noi non ce ne rendiamo conto, perché, in genere, siamo focalizzati verso il livello più basso, quello della dimensione fisica.  Tuttavia, il potere creativo del pensiero scorre liberamente dall'uno all'altro dei piani, uno dei quali è quello dei sogni. Altri stati di coscienza permettono l'acceso ad altri mondi extrasensibili. Il fine ultimo dell'esistenza è il raggiungimento della piena consapevolezza di tutti questi livelli e di questi mondi, perseguendo un perfezionamento infinito. Per puntare a un tale obiettivo, l'uomo deve spogliarsi di tutti i veli che la scienza, la filosofia e la religione hanno posto fra lui e la realtà; deve  liberarsi dalle proprie paure, dalle proprie angosce, ritrovare fiducia in se stesso ed esprimere il massimo della creatività, della libertà e della gioia vitale. Ciascuno, in sostanza, è il vero e unico artefice del proprio destino.

 

Ci sembra opportuno, giunti a questo punto, dare la parola a Jane Roberts, affinché il lettore possa farsi un'idea della sua prosa e della dottrina insegnata da Seth.

Scegliamo una pagina tratta da uno dei suoi libri più importanti, Dialoghi con Seth (titolo originale: The Seth material, 1970; traduzione italiana di Massimo Biondi, Edizioni Mediterranee, Roma, 1986, pp. 187-189), dal capitolo La personalità pluridimensionale.

 

Seth dice che il corpo fisico e i suoi sensi sono un dispositivo specializzato predisposto a consentirci di vivere nella realtà fisica. Per percepire altre realtà dobbiamo usare i Sensi Interiori, modalità di percezione che si estendono al sé interiore e operano sia che abbiamo una forma fisica sia che non l'abbiamo.  Seth chiama l'universo a noi noto un sistema di "camuffamento", poiché la materia fisica è semplicemente la forma che la vitalità - azione - assume in esso. Anche le altre realtà sono sistemi di camuffamento e all'interno hanno un dispositivo specializzato adatto alle loro caratteristiche specifiche. Ma i Sensi Interiori ci consentono di vedere ben oltre il camuffamento.

Questi Sensi Interiori si estendono ai sé totali di cui siamo parte. Ogni sé totale aiuta ed ispira le sue personalità. Partendo dalla personalità come usualmente la pensiamo, «dopo l'io operante c'è uno strato di materiale subcosciente personale. Oltre questo c'è materiale razziale che ha a che fare con la specie come un tutto. Al di là di questo c'è la conoscenza inerente al sé interiore, non distorta a vostra richiesta, riguardante la realtà come un tutto, i suoi principi e la sua composizione.

Qui troverete la conoscenza innata concernente la creazione dell'universo camuffato a voi noto, i meccanismi coinvolti e molto del materiale che vi ho dato. Troverete i modi e i mezzi con i quali il sé interiore, che esiste nel clima di realtà psicologica, aiuta a creare i vari piani di esistenza, costruisce i sensi esterni per proiettare e percepire questi piani, e i modi in cui le reincarnazioni si svolgono entro i vari sistemi. Qui troverete le vostre risposte su come il sé interiore trasforma l'energia per i suoi scopi, cambia la sua forma e adotta altre realtà.»

Molto giusto! Quello che Seth sta dicendo è che ciascuno di noi può raggiungere il sé interiore, che i Sensi Interiori ci aiutano a percepire cose diverse dalla realtà tridimensionale, che possiamo ottenere questa conoscenza con la determinazione e l'esercizio. Partiamo da noi stessi e viaggiamo attraverso la nostra esperienza soggettiva, lavorando dall'io verso l'interno. I sensi fisici ci aiutano a percepire la realtà esteriore che conosciamo. I Sensi Interiori ci fanno percepire quella interna.

In qualche misura Rob ed io abbiamo avuto l'esperienza della maggior parte di questi Sensi Interiori. Prendiamone uno semplice: il Tempo Psicologico. Seth dice: «Dal suo ambito vedete che il tempo fisico è simile a un sogno, così come una volta pensavate che lo fosse il tempo interiore. Riscoprirete i vostri sé totali, allo stesso 'tempo', all'interno e all'esterno, e troverete che tutto il tempo è un unico tempo e che tute le divisioni sono illusioni».

Quando facciamo lo Psi-Tempo (come Rob ed io lo chiamiamo) le nostre esperienze sembrano collocarsi fuori della usuale struttura temporale. è come cambiare marcia, sì da avere una percezione in un differente contesto. Lo Psi-Tempo è il tempo in cui viaggio quando, per esempio, mi proietto. Quando arrivai in California, nell'episodio riportato nel Capitolo IX, percorsi oltre 6.000 miglia in mezz'ora. Ovviamente, nel tempo normale questo sarebbe stato impossibile.

Una valutazione profonda della questione comunque richiede maggiori informazioni sulla natura reale del tempo, poiché secondo Seth il sé interiore opera non nel tempo a noi noto, ma attraverso percezioni che ignorano in larga misura il tempo che conosciamo.

Sorge allora la questione: come possiamo ignorare il tempo? Che c'è in noi stessi o nel tempo che ci consente di separare gli uni dall'altro?  (…)

Il passato esiste in una serie di connessioni elettromagnetiche nel cervello fisico e nella mente non fisica. Queste connessioni possono essere cambiate… «Anche il futuro consiste di una serie di connessioni elettromagnetiche nella mente e nel cervello e questa è la sola realtà che si consti al presente.

In altre parole, passato e presente sono reali allo stesso modo. A volte il passato può diventare più 'reale' del presente. In questi casi alle azioni passate si reagisce in ciò che chiami il presente. Dai per assodato solo che l'azione presente possa cambiare il futuro, ma le azioni presenti possono anche cambiare il passato. Il passato non è più oggettivo o indipendente dal percipiente di quanto lo sia il presente. Le connessioni elettromagnetiche che compongono il passato sono state fatte in larga misura dal singolo percipiente, che è sempre un partecipante

Le connessioni perciò possono essere cambiate e questi cambiamenti sono tutt'altro che rari. Avvengono spontaneamente su una base subcosciente. Raramente il passato è ciò che ricordi che fu, perché lo hai ricomposto già a partire dall'istante in cui ogni dato evento è accaduto. Il passato è costantemente ri-creato da ogni individuo quando cambiano atteggiamenti e associazioni psicologiche. Si tratta di una ri-creazione reale e non simbolica. Il bambino in effetti è ancora dentro l'uomo, ma non è più il bambino che 'era', perché il bambino nell'uomo cambia di continuo. Sorgono delle difficoltà, in verità, quando tali alterazioni non si producono spontaneamente. Una nevrosi grave si produce proprio perché l'individuo non ha cambiato il suo passato. Ancora una volta, la sola realtà che può essere attribuita al passato è quella concessa a simboli, associazioni ed immagini che esistono elettromagneticamente entro il cervello fisico e nella mente non fisica.

Sto parlando secondo la tua prospettiva e bisognerebbe comprendere che sto semplificando notevolmente il quadro. Un cambiamento di atteggiamento, una nuova associazione psicologica o una qualunque di innumerevoli altre azioni può sviluppare automaticamente nuove connessioni elettromagnetiche e interromperne altre.

Ogni azione cambia ogni altra azione. E così si torna all'inizio. Perciò ogni azione del tuo presente incide su quelle azioni che definisce passate. Le onde che si allargano sull'acqua dopo il lancio di un sasso vanno in tutte le direzioni. Ricordando ciò che conosci della natura del tempo, comprenderai che i confini apparenti tra passato, presente e futuro sono solo illusioni prodotte dalla quantità di azione che puoi fisicamente percepire.

Perciò è possibile reagire nel passato ad un evento che non è ancora avvenuto, cioè essere influenzati dal proprio futuro. È anche possibile per u  individuo reagire nel passato ad un evento nel futuro che può anche, dal tuo punto di vista, non avvenire mai (…)

Il sé interiore può in realtà percepire eventi che avverranno dopo la morte fisica. Non sarà mai imprigionato dal tempo dell'io.  Le sue percezioni sono soltanto inibite dall'io. Il sé interiore può percepire gli eventi che accadranno a lui stesso dopo la morte e anche quelli nei quali non è coinvolto. (…)

E ti ripeto: il passato è reale quanto il futuro, non di più, non di meno. Perché il passato esiste solo come una disposizione di correnti elettromagnetiche nella mente e nel cervello, in costante cambiamento… Le azioni future di un individuo non dipendono da un passato concreto, definito, perché un tale passato non è mai esistito».

 

Che cosa possiamo dire di questi insegnamenti, e dell'intera vicenda che vide quale protagonista Jane Roberts?

Per quanto riguarda gli insegnamenti di Seth, si sarà notato che non si discostano molto da quanto sostenuto da numerosi teosofi, antroposofi e cultori di spiritualità New Age. È riconoscibile, inoltre, un elemento di tipo junghiano, perché, in fondo, la realizzazione del sé ricorda abbastanza da vicino il processo di individuazione, inteso come la trasformazione dell'uomo nel suo costante confronto con il proprio inconscio. Crediamo che anche le analogie con il pensiero taoista, presenti nella dottrina di Seth, siano riconducibili all'influsso delle teorie di Jung, piuttosto che a un riferimentoi diretto ai testi originali del taoismo.

Si sarà notato anche che il tono complessivo della dottrina di Seth è molto americano, con quel volontarismo accentuato e quella carica di fiducia in se stessi che hanno fatto la fortuna di molti psicologi e saggisti di quella nazione; valga uno per tutti, il noto Wayne M. Dyer, autore di un fortunatissimo Prendi la vita nelle tue mani. Il pragmatismo, l'attivismo, l'ottimismo sottesi alla "filosofia" di Seth potrebbero essere sottoscritti dalla quasi totalità dei connazionali di Jane Roberts, specie con la chiara sfumatura spiritualistica che proviene dalla "controcultura" giovanile degli anni Sessanta. Occhio alle date: Seth si manifesta nel 1963, l'anno prima dei fatti all'Università di Berkeley; e manifesta il massimo della sua presenza negli anni a cavallo del 1968. Il clima complessivo della società americana era quello di una forte contestazione dei valori tradizionali della middle class, sia per reazione alla guerra del Vietnam, sia per la riscoperta della saggezza dell'Oriente e, in particolare, dell'India.

La dottrina relativa al tempo esposta da Seth, alla quale si riferisce il brano che abbiamo su riportato, è più originale, e tocca aspetti che noi stessi abbiamo, a suo tempo, esaminato e discusso (cfr. F. Lamendola, Il passato può essere cambiato o è radicalmente immodificabile?, sul sito di Edicolaweb; e La mente può non solo creare, ma anche ri-creare la realtà in cui viviamo, sul sito di Arianna Editrice). In essa si possono notare tracce del pensiero alchemico, esoterico e, forse, anche cabalistico. Non sappiamo se Jane Roberts coltivasse tali interessi, anche se il fatto che fosse una scrittrice induce a qualche "sospetto".

 

Siamo giunti, così, all'ultimo aspetto della questione, ossia alla personalità della channeler, alla sua sincerità e attendibilità, e, in definitiva, alla valutazione complessiva che si intende dare dell'intera vicenda che la vide protagonista.

Un arco di tempo di circa ventidue anni è insolitamente lungo per questo genere di fenomeni: questo è il primo dato che balza all'occhio.

Il secondo è che le personificazioni di Seth non presentarono mai quei caratteri di incostanza e, a volte, di scontrosità o enigmaticità, che sono caratteristici di questa fenomenologia. La personalità di Seth si manifestò come armoniosa, equilibrata, sinceramente desiderosa di aiutare l'evoluzione spirituale di quanti l'ascoltavano. Il suo linguaggio e i suoi modi erano quelli di un pacato professore di liceo, che vuole essere sicuro di essere stato ben compreso dai suoi alunni, anche i  meno dotati, purché animati da sincero interesse.

Il terzo elemento, a prescindere dai fenomeni parapsicologici (non provati, a quanto ne sappiamo, e comunque ritenuti secondari sia da Seth, sia dalla Roberts), è dato dalla estrema coerenza, ma anche da una certa pedanteria e ripetitività dei messaggi: centinaia e migliaia, tanto da riempire un intero scaffale di faldoni, pieni zeppi di fogli dattiloscritti. Il minimo che si possa dire in proposito è che Seth manifestava una tendenza ad essere logorroico e, forse, che riempiva un vuoto, affettivo ed esistenziale, della medium.

Non vogliamo avventurarci in ipotesi di tipo psicanalitico, tirando in ballo l'infanzia solitaria e infelice della Roberts o, meno ancora, il suo eventuale desiderio di conferire a Seth dei tratti paterni fortemente idealizzati (i genitori della Roberts avevano divorziato quando lei aveva appena tre anni e il padre, da quel momento, era praticamente uscito dalla sua esistenza). Non desideriamo avventurarci su questo terreno, perché lo riteniamo estremamente infido e poco produttivo: da Freud in poi, sulla base della libido frustrata o repressa, gli psicanalisti si ritengono più o meno autorizzati a dimostrare tutto e il contrario di tutto, in qualunque ambito e per qualunque soggetto  (a dispetto del principio popperiano della falsificabilità di ogni autentica scienza).

Questo, tuttavia, non ci assolve dal dovere di tenere nel debito conto il fatto che Jane Roberts, come qualsiasi essere umano, potrebbe essere stata influenzata da motivazioni e spinte inconsce; e che tali spinte e motivazioni avrebbero potuto spingerla a produrre da se stessa tutta la fenomenolgia legata all'entità Seth. In fondo, è proprio la dottrina di Seth a sostenere che la nostra mente e i nostri desideri creano la realtà esterna: perché, dunque, la donna non avrebbe potuto creare Seth, del tutto inconsapevolmente e in buona fede?

Quest'ultimo elemento, la cosiddetta buona fede, sembra presente - a nostro avviso - nell'intero  l'arco della ventennale vicenda. Se vi fu uno sfruttamento commerciale di essa, ciò non sembra essere stato né l'obiettivo principale, né la molla originaria che diede luogo alle personificazioni di Seth. Questo non significa che si debba credere a tutto ciò che la Roberts riferisce, così come ella lo riferisce e come, onestamente, ritenne di interpretarlo.

Una esperienza di channeling come quella che abbiamo descritta, se vissuta come autentica, andrebbe, probabilmente, custodita gelosamente e utilizzata per il proprio perfezionamento interiore. La sua spettacolarizzazzione, e la pubblicazione di numerosi libri in ogni lingua, escono  da una logica di tipo spirituale e sconfinano decisamente in un ambito di tipo utilitaristico. Forse era inevitabile che la vicenda prendesse una simile piega, dal momento che Jane Roberts era una scrittrice, e che scrivere era la sua passione e il suo mestiere. Inoltre, per la mentalità americana, sarebbe inconcepibile non cogliere una simile occasione per unire l'utile al dilettevole e per trasformare il talento creativo in talento imprenditoriale, anche se sarebbe ingiusto sospettare che la Roberts avesse mirato a questo fin dall'inizio.

Quello che è certo, è che si può sottoscrivere una buona parte della dottrina esposta da Seth, senza trovare in essa delle verità particolarmente originali e, soprattutto, senza scomodare le entità disincarnate in funzione di maestri spirituali. Ciò sembra rispondere più all'idea di una evoluzione fai-da-te, che a  quella di un duro, paziente apprendistato, fatto di un confronto costante con la realtà della vita di ogni giorno, con le situazioni di ogni giorno e con gli esseri umani che si incrociano nella vita di ogni giorno.

L'idea di uno spirito-guida che ci istruisce a domicilio, senza troppa fatica da parte nostra e senza grossi traumi, è ingenua e infantile, e appare come una comoda scorciatoia verso la realizzazione integrale e armoniosa del proprio Sé. I veri maestri insegnano, infatti, che per aprire gli occhi sulla verità che sta dietro le apparenze del mondo, bisogna prima rinascere e morire. Il concetto di morte e rinascita è inseparabile da quello di autentica evoluzione spirituale.

Ora, dove sono la morte e la rinascita nella dottrina insegnata per vent'anni da Seth, per bocca di Jane Roberts? Leggendo i suoi insegnamenti, si ha piuttosto l'impressione che la comprensione dei mondi spirituali e la chiara, rasserenante chiarificazione interiore possano arrivare integralmente, in una volta sola; e non come una conquista dell'Io che muore a se steso, ma come una espansone e un potenziamento dell'Io medesimo, indotti, per di più, dall'esterno: da un agente disincarnato che ci spiega ogni cosa, senza che noi abbiamo fatto un austero percorso di ricerca per meritarci la verità, oltre che per essere in grado di accoglierla. Nei messaggi di Seth, ogni cosa appare semplice e riposante come bere un bicchier d'acqua zuccherata.

Vogliamo tutto e lo vogliamo subito: era, appunto, uno degli slogan preferiti del '68.

Ma, dal punto di vista della crescita spirituale, quella frase è un puro e semplice non-senso. Anche se è perfettamente in accordo, come dicevamo all'inizio, con la moda del grande supermercato della New Age, ove ciascuno compra, già bello e confezionato, tutto ciò che ritiene necessario per "sentirsi" in armonia con se stesso e con il mondo.