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Palestina. Delusa dai negoziati con Israele, Fatah si riavvicina ad Hamas

di Carlo M. Miele - 09/06/2008



Tra Hamas e Fatah è stata ristabilita una "atmosfera di fiducia e rispetto reciproco". A sostenerlo sono le due principali fazioni palestinesi, in una dichiarazione congiunta rilasciata al termine di due giorni di colloqui a Dakar.

I due partiti, che esattamente un anno fa erano entrati in conflitto per il controllo della striscia di Gaza e che successivamente avevano interrotto le relazioni reciproche, si sono incontrati nella capitale del Senegal, presidente di turno della Organizzazione della conferenza islamica.

Secondo le autorità dello Stato africano, all’incontro dello scorso fine settimana - presenziato da Emad Khalid Alamy per conto di Hamas e Hikmat Zeid per quanto riguarda Fatah – dovrebbero far seguito una serie di nuovi colloqui, con lo scopo di "comporre le divergenze e riconciliare la famiglia palestinese".

Nuovo spirito

La presa del potere a Gaza da parte di Hamas, lo scorso giugno, ha portato di fatto alla divisione dei Territori palestinesi occupati. Mentre Fatah mantiene il potere in Cisgiordania e viene considerato dalla comunità internazionale come unico interlocutore palestinese, il Movimento della resistenza islamica controlla la striscia di Gaza, oggetto da mesi dell’embargo israeliano.

Fino ad ora il presidente dell'Autorità palestinese e leader di Fatah, Mahmoud Abbas, che ha definito quello di giugno a Gaza un “golpe”, ha rifiutato ogni colloquio con gli islamici di Gaza.

Il clima tuttavia sembra essere cambiato nelle ultime settimane di fronte ai progressi nulli del negoziato di pace condotto dallo stesso Abbas con le autorità israeliane.

Un nuovo incontro tra negoziatori palestinesi e israeliani è fissato per il 16 giugno prossimo a Gerusalemme, ma come ha spiegato il negoziatore palestinese Saeb Erekat le prospettive di dialogo restano al momento minime, soprattutto a causa della “politica di colonizzazione” portata avanti da Israele, in virtù della quale “il negoziato diventa inutile”.

Si spiega anche così il discorso tenuto mercoledì scorso da Abbas a Ramallah, in cui il presidente palestinese ha lanciato un inatteso appello ad Hamas per rilanciare il dialogo - a partire dall’accordo yemenita accettato dalle due parti a marzo - senza peraltro chiedere ai rivali di rinunciare al controllo su Gaza.

La risposta di Hamas non si è fatta attendere. A meno di 24 ore di distanza il suo leader  Ismail Haniyeh ha accolto l’appello di Abbas e ha salutato “il nuovo spirito positivo che ha manifestato nel suo discorso”.
 
Gli stessi leader del Movimento islamico hanno legato la recente mossa di Abbas agli sviluppi negativi del negoziato con Tel Aviv. "Non c’è dubbio che l’appello del presidente Abbas sia legato allo stallo nei negoziati e al fatto che si rende conto che l’unità nazionale è essenziale per far fronte a Israele", ha detto il portavoce di Hamas, Sami Abou Zouhri.

E dopo le parole confortanti di Fatah, Hamas adesso aspetta anche segnali concreti dalla controparte. Il primo passo – ha sottolineato Fawzi Barhoum, portavoce del Movimento nella striscia di Gaza – potrebbe essere quello di mettere fine agli arresti dei militanti islamici in Cisgiordania.