I gangster e i silenzi
di Gulietto Chiesa - 26/01/2006
Fonte: Il Manifesto
Dick Cheney ha avuto un moto d'impazienza, qualche settimana fa, di fronte alla sensazione provocata in Europa dalle rivelazioni delle «carceri segrete» della Cia. «Non facciamo le mammolette - ha detto in sostanza -. L'11 settembre 2001 ha cambiato la storia del mondo. Non ve ne eravate accorti?». Ha ragione. Lui sa benissimo che è così. Lo sa meglio di chiunque altro al mondo, probabilmente. Invece il mondo è pieno di ingenui (veri e finti) pronti a sbarrare gli occhi di fronte alla rivelazione dell'evidenza.
Adesso sappiamo - secondo le primizie offerteci dall'ex procuratore svizzero e deputato Dick Marty - che la Cia ha effettuato alcune migliaia di voli in decine di paesi del mondo per prelevare (dopo averli catturati segretamente), trasportare, consegnare a terzi, riprendere e scaricare a piacimento centinaia di persone.
In totale violazione di tutte le leggi internazionali salvo una: nuova, il decreto che l'imperatore George Bush emanò il 13 novembre 2001 nel quale si assegnava il diritto assoluto sul pianeta: «Ordine militare sulla detenzione, trattamento e processo di alcuni non-cittadini (americani, ndr) nella guerra contro il terrorismo». E scopriamo solo trasporti, detenzioni, torture, extraordinary renditions, mentre il quel decreto si parlava anche di processi e perfino di esecuzioni capitali impartite da tribunali militari speciali. Fino a quali profondità, dunque, l'11 settembre ha cambiato il mondo? Così interpretarono il nuovo secolo Cheney e Bush, mettendosi sotto i piedi anche le leggi e la Costituzione americana.
Sappiamo anche, adesso, che 750 di questi voli Cia hanno toccato 26 paesi europei, la gran parte dei quali sono avvenuti in casa del fido Tony Blair (209) e altri (176) in casa del meno fido Schroeder. Ma 12 riguardano l'Italia, uno dei quali l'hanno già scoperto i nostri magistrati (sequestro a Milano di Abu Omar), gli altri 11 da scoprire.
Potevano non sapere i governi europei, e quello italiano, che Bush, dubbio presidente degli Usa, usava «metodi da gangster», come ci ha detto Dick Marty? Assai improbabile, e comunque da accertare. Potevano non saperlo i servizi segreti europei e quello italiano? La favola di inefficienze, distrazioni e imbecillità che servì per seppellire ogni interrogativo sull'11 settembre non può essere riproposta oggi. Sapevano. Anzi non potevano non sapere. Adesso, quando deve cominciare la caccia ai responsabili, politici e funzionari, assisteremo a tutte le manovre immaginabili per insabbiare, dirottare, inquinare, impedire.
Ecco, dunque, cos'è questa Europa: governi succubi e infingardi, che non osano opporsi alle violazioni dei diritti umani fondamentali mentre pretendono di insegnarli a tutti gli altri. Governi che, in nome di una realpolitik miserabile, tacciono e ingannano i propri cittadini. Di quello nostro, composto di maggiordomi, che ci ha portato in Iraq non abbiamo motivo di stupirci. Dovremo solo disfarcene. Ma una considerazione concerne anche la sinistra. Non il caricaturale Labour di Tony Blair. Parlo degli altri, anche degli italiani, che hanno sposato la tesi della lotta globale contro il terrorismo internazionale, prendendo per buono con entusiasmo il boccone avvelenato che proponeva loro l'imperatore. Non si accorsero che fare di questa commedia (i risultati in cinque anni fanno pensare solo all'operetta) la «priorità assoluta» significava permettere ai gangster di lesionare la democrazia e i valori dell'occidente tutto intero.