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Le opinioni imbavagliate. I pericoli per la libertà di espressione in Italia (incontro pubblico)

di redazionale - 11/06/2008

Egregi Colleghi e Amici,

Egregi Avvocati, Storici, Intellettuali e Giornalisti,

 

il 7 luglio prossimo alle ore 15,30 presso la sala conferenze dell’Ordine degli Avvocati di Roma in via Valadier 42 (*), il Comitato 21 e 33 e l’Istituto Enrico Mattei di Alti Studi in Vicino e Medio Oriente promuovono un dibattito su

 

Editoria, web, insegnamento

LE OPINIONI IMBAVAGLIATE

I pericoli per la libertà di espressione
 e per il diritto di difesa in Italia

 

L’iniziativa, a cui hanno sinora dato l’adesione gli avvocati Vincenzo Bellucci (Roma), Lucente Corrias (Roma), Elvio Fortuna (Teramo), Mauro Mellini (Roma) vuole costituire un momento di riflessione sullo stato delle libertà garantire dagli articoli 21 e 33 della Costituzione, a partire da un duplice ordine di fatti: in primo luogo alcuni episodi che negli ultimi anni hanno rimesso in discussione libertà consolidate da lunga prassi nella storia della Repubblica italiana, garantite dalla Carta costituzionale: vedi il recente caso Fiore all’Università di Roma, concretizzatosi nella proibizione di una conferenza sulle foibe; quello Faurisson a Teramo nel maggio dello scorso anno (in reazione al quale si è consolidato il nostro Istituto a Roma); quello, del gennaio precedente, del professor Pallavidini a Torino, sottoposto a procedimento disciplinare ; alcune delibere di Consigli Comunali che hanno dichiarato “non graditi” giornalisti chiamati da associazioni locali per dibattiti e conferenze; la proibizione della canzone Bella Ciao alla festa di liberazione del 25 aprile scorso ad Alghero; o ancora, le curiose autocensure di alcune librerie che hanno deciso di non mettere in vendita alcuni libri, in base a argomentazioni pericolose dal punto di vista della libertà di stampa e di opinione.

Il panorama dunque non è roseo: gruppi politici, frazioni di Consigli comunali, autorità accademiche e scolastiche sembrano voler fare a gara nell’imporre di volta in volta la loro visione del mondo o peggio ancora la loro “verità storica” all’avversario di turno, che sia la maggioranza o la minoranza, che sia un giovane studente o un professore universitario, o il promotore di qualche iniziativa culturale in quale che sia centro abitato italiano.

 

Su questo terreno si sono peraltro registrate anche discutibili interferenze della magistratura, che ha attivato sequestri di blog e procedimenti giudiziari a danno di organi di stampa, a partire da motivazioni ambigue perché a rischio di lesione dei principi difesi dall’articolo 21 della Costituzione: quali i confini fra la diffamazione e la libertà di espressione? Quale applicabilità alla categoria “terrorismo”, fra la necessaria condanna di chi assassina innocenti e le mere esternazioni di condivisione del principio di autodecisione dei popoli? Quale il confine fra la libertà religiosa e l’oppressione e discriminazione per dichiarati motivi religiosi?

Se non si fissano criteri validi, il rischio è per tutti: anche per gli avvocati, come dimostrano alcuni recenti casi di criminalizzazione e diffamazione via internet di difensori solo perché patrocinavano indagati e imputati per reati di opinione, ritenuti gravissimi dal senso comune dominante, quello cioè quasi sempre imposto dai mass media.

 

Lo stesso clima che ha generato e genera episodi quali quelli sopra elencati, ha prodotto e produce il rischio di un restringimento delle libertà a causa di già approvati o progettati provvedimenti legislativi. Ed è questo sicuramente il terreno più importante su cui riflettere e impegnarsi. La libertà di insegnamento è da tempo minacciata a causa dall’invasività degli organi collegiali e dirigenziali scolastici o universitari, sull’attività didattica del singolo docente, come codificato da alcune recenti riforme della Scuola e dell’Università. La libertà di opinione e di espressione – nel mondo dell’editoria a stampa, audiovisiva e web – è a rischio permanente, come dimostra l’appello di 150 storici nel gennaio 2007 contro il paventato disegno di legge Mastella.

 

Il fatto è che esistono gruppi di pressione trasversali che, indifferenti agli schieramenti, cercano comunque di mettere il bavaglio alla libertà di opinione, e lavorano al ripristino ed anzi all’incrudimento della vecchia legge Mancino (peraltro opportunamente novellata in senso liberale dalla legge 85/2006 del precedente governo di centrodestra), o alla creazione di un sistema di controllo sulla rete internet – a partire da problemi reali: come l’esistenza di siti su cui la diffamazione dilaga col pretesto di “dibattiti” svolti in modo anonimo – affidato, stando ad un recente progetto, ad un’ampia discrezionalità del solo Garante. 

 

Tutto questo indica a nostro avviso che la difesa dei principi contenuti negli articoli 21 e 33 è diventata oggi un terreno di riflessione e di battaglia molto importante in Italia, tenuto contro peraltro delle forti tendenze liberticide esistenti in molti paesi europei, a partire dalla Francia e dalla Germania.

E’ per questo che gradiremmo molto la Tua partecipazione all’iniziativa, nella forma che ritieni più opportuna: se sei disponibile, contattaci pure all’indirizzo email: 21e33 @ libero.it. o al cell. 334-5057087.

 

 

Con i migliori saluti,

 

Claudio Moffa

 

 

 

 

 

(*) Tranne verifica della disponibilità della sala, essendo stata cambiata la data inizialmente prevista (30 giugno)