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Gheddafi contro il Progetto euromediterraneo di Sarkozy

di Alessandro Lattanzio - 12/06/2008



Tripoli, 10 giu. (Apcom) - Il leader libico Muammar Gheddafi si è detto contrario al progetto dell'Unione per il Mediterraneo, avvertendo che porterà attenzione all'unità araba e africana, durante l'apertura del mini-summit arabo oggi a Tripoli.

All'incontro - secondo quanto annunciato ieri da una fonte diplomatica libica - prendono parte il presidente tunisino Zine El Abidine Ben Ali, i colleghi dell'Algeria Abdelaziz Bouteflika e della Mauritania Sidi Ould Sheikh Abdallahi, il premier marocchino Abbas El Fassi, i presidenti della Siria, Bachar al Assad, e dell'Egitto Hosni Mubarak.

Il summit punta ad adottare una posizione comune che riguarda l'adesione dei Paesi arabi della riva del Mediterraneo al progetto lanciato dal presidente francese Nicolas Sarkozy e che vedrà la luce il prossimo 13 luglio a Parigi. (fonte Afp)

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Commento

La ‘luna di miele’ tra Sarkozy e Gheddafi è finita. Apparentemente è stata rotta dalla questione ‘Israele’. Nell’Unione Mediterranea, Sarkozy prevede l’integrazione d’Israele nel sistema politico-istituzionale dell’Europa Occidentale, facendovi rientrare anche la costa mediterranea nordafricana (Marocco, Algeria e Tunisia), una zona dove ancora si proiettano, direttamente, gli interessi di Parigi. Insomma, il programma di Sarkozy ha lo scopo di legittimare l’adesione alla UE di Israele e, contemporaneamente, rabbonire i circoli ‘franco-francesi’, facendovi anche rientrare le ex-colonie francesi più prossime alla metropoli.

Apparentemente Gheddafi si oppone sia al riconoscimento istituzionale d’Israele come paese ‘mediterraneo’ e persino ‘europeo’, con tutte le conseguenze sul piano diplomatico, giuridico, istituzionale, economico, ecc. Dall’altra cerca di esercitare un contrappeso al riaffacciarsi della Francia in Nord Africa.

Perciò, Tripoli indice una riunione tra i paesi arabi coinvolti nel progetto di Sarkozy; per avere una posizione comune di opposizione, se non di rigetto, del programma avanzato dalla presidenza Sarkozy.

Ma il nocciolo vero del contendere è, senza dubbio, il confronto franco-libico nell’Africa sahariana (Chad, Centrafrica e soprattutto Sudan). In Sudan, Tripoli ha svolto con molto impegno, un’opera di mediazione fra le parti; riuscendo, alla fine, ad ottenere l’invio di un corpo di peacekeeping dell’ONU e dell’UA. Ma nella regione operano, sia direttamente che non, gli interessi francesi. Legionari, Mirage e ONG (Arca di Zoé) non solo sono presenti, ma intervengono direttamente a sostegno dei regimi corrotti di Ndjamena e Bangui. Senza tralasciare il caso del Sudan, dove le forze occidentali (USA, Israele, Regno Unito e Francia) alimentano le organizzazioni separatiste del sud e dell’ovest del Sudan.

L’ultimo esempio di tale confronto, è stato il tentato assalto del Gem alla capitale sudanese Khartoum, risoltasi nel fiasco totale delle forze ribelli. Probabilmente, vi era lo scopo di costringere Khartoum ad accettare la presenza di ‘truppe di pace’ occidentali, che non erano previste dagli accordi procurati da Tripoli, e a dimostrare, al resto della comunità internazionale, la debolezza del governo centrale sudanese.

La mossa di Tripoli, di contrastare il programma euro-mediterraneo di Sarkozy, è la risposta alla politica ‘neofoccartiana’*, portata avanti dai neocon di Parigi, in terra d’Africa.





*Su chi sia stato Jacques Foccart: http://en.wikipedia.org/wiki/Jacques_Foccart