Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Vicenda Faurisson all'Università di Teramo: rinviato a giudizio il giornalista Franchi

Vicenda Faurisson all'Università di Teramo: rinviato a giudizio il giornalista Franchi

di redazionale - 13/06/2008

RINVIATO A GIUDIZIO MASSIMO FRANCHI DE L'UNITA'. IL PROCESSO INIZIA IL 4 NOVEMBRE PROSSIMO. ANCORA UCCEL DI BOSCO IL VERTICE DELL'ATENEO DI TERAMO

Il giornalista Massimo Franchi de L'Unità è stato rinviato a giudizio al termine dell'udienza preliminare, per tre articoli pubblicati su l'Unità del 15, 17, 18 maggio 2007 sulla vicenda Faurisson di Teramo. Il GIP Mattioli ha ritenuto sussistenti i capi di imputazione proposti dal pubblico ministero Colaiocco e appoggiati dal difensore della parte lesa prof. Moffa, l'avv. Francesca Romana Fragale.
Si tratta di un buon segnale per una delle pagine più vergognose del giornalismo di cronaca e dell'accademia italiana: Faurisson, ex professore universitario e studioso fra i più noti del cosiddetto Olocausto, condannato in base all'infame legge Fabius-Gayssot e già ridotto in coma da un gruppo di criminali squadristi in Francia per aver sostenuto la sua tesi - e cioè l'inesistenza delle camere a gas nei lager nazisti a fini di sterminio dei prigionieri e degli ebrei in particolare - era stato invitato dal coordinatore del master Enrico Mattei Claudio Moffa a svolgere una conferenza a Teramo, per affrontare lo specifico tema dell'Olocausto in una conferenza di 2 ore, su un master di 300 ore complessive. Moffa aveva del resto invitato anche - oltre all'ambasciatore israeliano - diversi esponenti e storici della comunità ebraica, come Pisanty, Pezzetti, Dan Segre, Colombo, Gattegna e prima ancora che il master iniziasse e che si sapesse dell'invito a Faurisson, Michele Sarfatti, che aveva cortesemente rifiutato per altri motivi di partecipare al corso di studi con una sua lezione.
Una iniziativa didattica assolutamente lecita ed anzi utile, che non a caso è stata reiterata con successo e in un clima di assoluta tranquillità il 2 maggio scorso a Roma nell'ambito del nuovo master in edizione romana.
A Teramo invece non fu possibile: sobillati dal preside Pepe che, richiesto di un parere da Moffa fin dal 24 aprile precedente sull'allora ancora non deciso invito a Faurisson, mai rispose e, scavalcando il Consiglio di Facoltà cominciò invece a consegnare comunicati allarmistici alla stampa, alcuni giornali, prima in modo elegante e soft Il Centro di De Benedetti, poi L'Unità in modo violento e decisivo si scatenarono in una campagna diffamatoria pesantissima contro il master e il suo promotore.
Fra l'altro, il Franchi ebbe a scrivere sull'edizione del 18 maggio, che in quello stesso giorno "la comunità ebraica, in gran parte, si sposterà a Teramo". Istigazione a delinquere, dopo il rinvio a giudizio degli aggressori ebrei di Faurisson e Moffa?
In realtà, a Teramo sarebbero venuti in non più di dieci-venti, metà dei quali oggi rinviati a giudizio: ma tanti bastarono per creare un clima di isteria collettiva che paralizzò la stessa Questura, impedendole un normale intervento energico per rintuzzare la violenza liberticida e dare libertà di parola ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione al professor Faurisson.
Adesso, comunque, maturano le conseguenze: un processo a Teramo contro gli aggressori, e uno a Roma contro L'Unità, il grande quotidiano del grande PCI fondato da un dei più prestigiosi intellettuali del ventesimo secolo, Antonio Gramsci (anche lui accusato di antisemitismo, da sua cognata) e affondato da Furio Colombo e Antonio Padellaro.
Nel panorama dei responsabili veri della vicenda, un solo soggetto resta assolutamente "intoccabile": l'Ateneo di Teramo, ovvero i suoi vertici, fra cui il Preside Pepe nei cui confronti pende querela presso la Procura del capoluogo abruzzese, e il rettore Mattioli, del quale si mormora di un incontro decisivo con la Questura il giorno prima della chiusura dell'Università, e che decise di chiudere due Facoltà il 17 a sera, pur di tappare la bocca a Faurisson. Interruzione di servizio pubblico?
E' difficile pensare che a Teramo passi questo capo d'accusa: a fronte di tantissime università italiane finite sotto inchiesta per magagne varie, l'Ateneo di Teramo sembra "intoccabile", nonostante lo schiaffo in faccia di Ciampi, quando il Presidente della Repubblica in visita a Teramo rifiutò di venire all'Università: le denunce della stampa locale - in particolare del coraggioso quotidiano La Città di Antonio D'Amore - contro le 'spese magnifiche' del Rettore (una vicenda ripresa anche da Gian Antonio Stella nel suo recente libro in vendita in tutte le edicole italiane); alcune interrogazioni parlamentari sulla eccessiva contiguità di alcuni magistrati locali con l'Ateneo (c'è persino chi insegna nell'Ateneo sottoposto alla circoscrizione territoriale del proprio Tribunale); una denuncia per falso in atto pubblico archiviata come "questione amministrativa e civile" senza neanche un minuto secondo di indagini; lettere con firme false per denigrare qualche dipendente scomodo; una lettera minatoria ricevuta da un docente; denunce di concorsi irregolari e quant'altro possibile e immaginabile, nulla di tutto questo ha scalfito il muro d'acciaio del "non si indaghi" della Procura di Teramo. I vertici dell'Ateneo sono evidentemente più potenti del gruppo di ebrei rinviati a giudizio per "rissa".