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Quel giorno in cui l’Irlanda ci salvò

di Pierluigi Paoletti - 13/06/2008

 


Mentre i nostri dibattiti televisivi sono pieni di immondizia (ridere prego), si o no alle intercettazioni, delle gesta della nostra nazionale di calcio, oggi 12 giugno 2008 nel silenzio mediatico più assordante, in Irlanda si sta decidendo il nostro futuro.
La verde e magica Irlanda è l’unico paese, dei 27 che compongono l’Unione Europea, a ratificare o respingere il trattato di Lisbona tramite un referendum popolare. La cosa è determinante perché, mentre la ratifica parlamentare è scontata, avendo comprato tutti i governanti in gioco, il NO dell’Irlanda impedirebbe l’unanimità e quindi la ratifica del trattato.

Molti non sapranno nemmeno che cosa è il trattato di Lisbona, ma vi basti sapere che è la cosa più importante da quando nel giugno 1946 l’Italia decise se essere repubblica o monarchia.
Il trattato di Lisbona è la riedizione della vecchia costituzione europea naufragata con il NO espresso da Olanda e Francia nel 2005. Il trattato di Lisbona sarebbe la ratifica del passaggio dalla dittatura velata e mascherata da democrazia nella quale siamo immersi, alla dittatura vera e propria.



Chi ci legge sa che noi siamo a favore dell’unione tra i popoli, ma sa anche che siamo contrari ad un’unione fondata dagli interessi finanziari, che sfrutta gli squilibri dei vari paesi per far guadagnare pochissimi a danno di tutti gli altri.
Questa unione non ha niente di umano, ancor meno di democratico.

Vi ricordate forse di aver votato per adottare il trattato di Maastricht?
Vi ricordate forse di aver votato per l’entrata dell’Italia nella Unione Europea?
Vi ricordate forse di aver votato per l’adozione dell’euro?
Ovviamente no perché tutto è avvenuto nelle stanze del potere che ha escluso ogni partecipazione popolare a quello che si è rivelato un vero e proprio “colpo di stato” silenzioso, addirittura modificando sostanzialmente anche la Costituzione e assoggettandola ai poteri finanziari europei, vedi http://www.centrofondi.it/report/report_05_01_06.pdf e anche http://www.centrofondi.it/report/report_06_01_06.pdf .

Con il trattato di Lisbona i parlamenti nazionali sarebbero completamente svuotati di ogni potere di deliberare su questioni economiche, di polizia, di sicurezza, di difesa, delegando tutto alla decisione della commissione europea le cui modalità di elezione sono tutto fuorché democratiche http://it.wikipedia.org/wiki/Presidente_della_Commissione_Europea essendo il presidente, vero padre padrone, eletto dai governi e solo ratificato dal parlamento.

Senza contare che il trattato in questione reintroduce la pena di morte in caso di sommosse e rivolte e quindi anche il dissenso potrebbe essere represso con mezzi drastici e non solo con le cariche della polizia come a Chiaiano, senza contare che in uno stato federale come quello dopo il trattato i “ribelli” potranno essere inviati magari in un carcere in Georgia a riflettere sulle loro malefatte.

Di 27 paesi solo l’Irlanda ha deciso di sottoporre al giudizio popolare la ratifica del trattato di Lisbona, 16 paesi lo hanno già ratificato all’interno dei loro parlamenti ed è strano come Olanda e Francia che avevano espresso il loro netto rifiuto alla costituzione europea siano stati fra i primi a ratificare il trattato nel silenzio più completo, e gli altri paesi tra cui l’Italia lo faranno a breve in estate.
Perché tutti tacciono e nei mass media non si è dato risalto alcuno a questo trattato? Quanti di voi conoscevano il trattato di Lisbona, quanti di voi si sono fatti un’idea su che cosa voglia dire ratificare un trattato del genere? Che cosa comporti per il nostro paese?

Le risposte purtroppo sono sempre le stesse e saranno palesi, come il trattato di Maastricht, solo dopo, ma allora sarà troppo tardi.

Non ci è concesso fare molto, non ci viene chiesto il nostro parere e quindi oggi non ci resta che confidare nel buon senso dei cittadini irlandesi che oggi non decideranno solo del loro, ma anche del futuro di tutti noi.

CHE SAN PATRIZIO ILLUMINI GLI IRLANDESI!

Passando all’economia della carta, ormai quasi tutta straccia, l’oro continua a farla da padrone e sembrerebbe aver iniziato il 4 ed ultimo ciclo annuale del ciclo iniziato nel 2005

Confermato anche dal ciclo a sei mesi

Questo ultimo anno del ciclo a 4 anni non dovrebbe far vedere nuovi massimi per l’oro che dovrebbe scendere o consolidare intorno agli 800-850, l’euro non dovrebbe guadagnare più sul dollaro, anche lui è alla fine del ciclo a 4 anni

E se dovesse sfondare la parte inferiore del canale si potrebbe rivedere un euro sotto 1,50 sul dollaro. L’economia e le borse dovrebbero riprendere, giusto il tempo di far insediare il nuovo presidente senza tanti “fastidi”, una breve parentesi prima di riprendere l’euro a crescere, il dollaro a sprofondare e l’oro a crescere a dismisura e questa volta non sappiamo proprio dove potrà arrivare.
Nei prossimi anni il denaro di carta sarà sempre più materiale da poter riciclare negli appositi cassonetti della raccolta differenziata!

That’s all folks