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Che cos’è un ecovillaggio?

di redazionale - 25/07/2008

 
 
 
Ogniqualvolta si tenta di definire un’idea si rischia di impoverirne lo spirito originario. Lo stesso accade anche per gli ecovillaggi, la cui definizione risulta ancora più difficile per l’estrema eterogeneità delle esperienze esistenti. Hildur Jackson, cofondatore di Gaia Trust, ha provato a descrivere un ecovillaggio utilizzando una chiave originale di lettura basata sui quattro elementi: terra, acqua, fuoco, aria.

Terra: ovvero la struttura fisica 

1. Produrre alimenti biologici su scala bioregionale o locale.
Ogni regione del pianeta dovrebbe produrre alimenti freschi e salutari in primo luogo per soddisfare i propri abitanti, dedicando una parte della propria superficie per lo sviluppo delle specie selvatiche. L’esportazione di derrate alimentari, fibre e altri prodotti dovrebbe avvenire solo dopo che questa condizione di base sia pienamente soddisfatta. La Permacultura è un sistema di produzione in linea con tali criteri poiché essa si basa sul rispetto della biodiversità e delle conoscenze locali ed inoltre richiede un consumo energetico limitato. Diverso è il caso dell’agricoltura biologica, anche se oramai si tratta di una pratica largamente accettata per le sue valenze ecologiche.

2. Costruire in maniera ecologica.
Quando si costruisce o si ristruttura un edifico si utilizzeranno il più possibile materiali edili locali, naturali e non tossici (argilla, legno, pietre, paglia, ghiaia, ecc.), di facile riciclaggio. I criteri di costruzione debbono tener conto anche della possibilità di integrare sistemi di energia rinnovabile, il trattamento delle acque di scarico e la produzione di alimenti.

3. Analisi del ciclo vitale.
Ogni qualvolta si utilizzano materiali naturali per ottenere un determinato prodotto bisognerebbe chiedersi: “Si tratta di un prodotto necessario e utile? Possiamo utilizzare materiali locali, naturali e non tossici per fare la stessa cosa? Il prodotto può essere fabbricato in modo da favorire il riciclaggio dei materiali utilizzati? Il suo processo di produzione è completamente innocuo?”

4. Ripristinare l’ambiente naturale.
La salvaguardia e il ripristino dell’ambiente naturale è parte integrante del programma di gran parte degli ecovillaggi. In molti luoghi lo strato superficiale di humus si è drasticamente ridotto. Nostro compito è ricostruirlo attraverso adeguate pratiche agronomiche e il compostaggio.


L’acqua: ovvero le infrastrutture

1. Salvaguardare le risorse idriche.
La cura e il recupero degli sprechi idrici fatti in passato è un punto importante. Il trattamento biologico delle acque di scarico, il recupero dell’acqua piovana, la cura dell’acqua di superficie e della falda freatica sono scelte inevitabili in un ecovillaggio.

2. Sistemi di energia integrati e rinnovabili.
Nel Nord del pianeta è necessario ridurre i consumi energetici del 90%. Ovviamente questo risultato non si può ottenere unicamente risparmiando energia. E’ necessario ristrutturare le abitazioni in maniera adeguata, se necessario, e soprattutto modificare lo stile di vita e potenziare l’impiego delle energie rinnovabili (sole, vento, acqua e biomassa).  

3. Razionalizzare i sistemi di trasporto.
Quello degli ecovillaggi è uno stile di vita che riduce l’incidenza dei trasporti, il cui incremento oggi costituisce uno dei principali problemi ambientali del pianeta. Un sistema alternativo di trasporto si potrà sviluppare solo ponendo l’enfasi sul trasporto collettivo. 

4. Accesso alla comunicazione.
In alcuni casi, i sistemi di comunicazione, come per esempio fax, telefono, e-mail o internet possono costituire un’alternativa allo spostamento fisico delle persone. Il Gen (Global Eco-Village Network) ha già realizzato una rete a cui i nuovi ecovilaggi possono accedere per attingere tutte e informazioni di cui hanno bisogno. 


Fuoco: ovvero la struttura sociale

1. Sistema decisionale.
La struttura sociale non deve essere troppo estesa, in modo da favorire la partecipazione di tutti. Alla conferenza di Findhorn del ‘95, l’idea generale, circa la dimensione ottimale di una comunità era intorno ai 500 membri. Abbiamo bisogno di un sistema decisionale realmente democratico, dove la gente possa esercitare il diritto di risolvere i propri conflitti, darsi le proprie regole, prendersi cura della propria salute e vivere pienamente la propria vita. 

2. Economia sostenibile.
L’economia, dopo tutto, è un’invenzione dell’uomo. E quindi può essere profondamente rinventata allo scopo di servire, anziché dettare regole che oggi appaiono sempre più inique soprattutto per i paesi del Sud del mondo. Le economie locali debbono essere stimolate in modo che il denaro possa circolare localmente senza che venga dissipato nelle grandi città, incentivando le esperienze come le banche del tempo e altri sistemi di scambio locale. 

3. Medicina.
La medicina sia in senso generale che a livello preventivo, costituisce una delle aree che necessita più di altre richiede una profonda trasformazione. Nel Nord del pianeta, è possibile risparmiare l’80% delle spese mediche solamente modificando lo stile di vita, senza per questo pensare di rifiutare i numerosi benefici assicurati dalla medicina occidentale. 

4. Insegnare e andare oltre.
L’insegnamento di nuovi modi di progettare, fare agricoltura, curare e gestire l’energia è fondamentale per realizzare tutte queste trasformazioni. E il primo obiettivo di ogni ecovillaggio dovrebbe essere lo sviluppo personale di ognuno insieme a quello della comunità.
 

Aria: ovvero la cultura

1. Arte e creatività.
Dare spazio alla creatività è importante perché consente a ogni membro della comunità di esprimere la propria unicità e come tale va in direzione opposta al conformismo della società di massa. 

2. Rituali, celebrazioni e diversità culturale.
Festival, rituali e celebrazioni sono utili per manifestare la propria interconnessione con i propri simili e la natura, nonché la tolleranza e comprensione della diversità culturali. Il senso di connessione ci consente di metterci in relazione con gli altri e ci da un senso di gioia e di appartenenza, trascendendo il modello dualistico di comunicazione.

3. Un punto di vista olografico e circolare.
Siamo vicini ad un salto di coscienza e “coscienza globale” potrebbe essere il nome per questo nuovo paradigma. In diversi settori della società sta emergendo un punto di vista nuovo: “Quello che accade nella natura, accade anche al nostro corpo”. E’ questo il principio olografico. Tale principio si è manifestato in passato nelle antiche culture e ora viene ripreso anche dalla scienza occidentale.

4. Un processo attraverso la pace, l’amore e la coscienza globale.
Ci sono diversi percorsi attraverso i quali è possibile integrare la coscienza globale nel nostro modo di pensare e nei nostri comportamenti. Richiede tempo e impegno per eradicare i condizionamenti indotti nel passato dalla cultura industriale occidentale e l’ecovillaggio è il luogo ideale per questo processo di crescita. 


La vostra comunità è realmente un ecovillaggio?
Ognuno dei quattro elementi presi in esame costituisce un aspetto insostituibile per la definizione di un ecovillaggio e presenta come abbiamo visto 4 aree di interesse, si hanno così 16 aree in tutto. Per verificare lo stadio di sviluppo della vostra comunità è sufficiente prenderne in esame i vari aspetti e assegnare un punteggio da 1 a 4. Se raggiungete 64 punti, il vostro è un ecovillaggio ideale, altrimenti...rimboccatevi le maniche.

Letture consigliate:

>> Cohousing e condomini solidali

>> Comuni Comunità Ecovillaggi

Per ulteriori informazioni sugli ecovillaggi: www.mappaecovillaggi.it