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Le magiche erbe degli avi

di Elena Paredi - 31/07/2008

Fonte: ilpadano


 


Il bosco è uno fra i tanti luoghi dove possiamo trovare le nostre erbe: vale qualsiasi altra località di pianura e di collina, ma che assolutamente siano distanti, il più possibile, da ogni tipo di inquinamento magnetico (es. tralicci dell’alta tensione, antenne trasmittenti radio, radar, TV, ecc.); inquinamento chimico ed acustico. È preferibile il bosco in quanto luogo atemporale per eccellenza, che ci permette di tornare nella dimensione dei nostri antenati. Ad esempio, per chi ha la possibilità di frequentare i luoghi delle nostre magnifiche Alpi e Prealpi, potrà constatare come ci si possa immergere abbastanza facilmente, in un ambiente Celtico ancora genuino, quasi del tutto privo di ogni inquinamento acustico e ambientale ed ancora integro.

CESTINO E FALCETTO.
Bisogna iniziare a raccogliere le erbe con lo spirito dovuto, cominciamo col farcele amiche e chiedere il loro aiuto e consenso prima di entrare nel bosco sacro (Nemeton). Al di là dell’indicazione generica di cogliere la pianta al massimo della sua potenzialità, che si ha nei primi giorni di luna crescente, dobbiamo valutare la corrispondenza di ogni singola pianta consone alla problematica psico-somatica da curare. Seguiamo il “Pensiero” Celtico. Ben equipaggiati, con cestino e falcetto, entriamo nel bosco liberandoci prima da ogni pensiero negativo e preoccupazione: la tranquillità è fondamentale. Lentamente entriamo in contatto con i profumi che emanano gli ambienti del bosco: essi sentono che le nostre intenzioni sono positive, ed allora anziché opporsi, ci fanno strada e ci facilitano il cammino. Quando arriviamo in una radura, ci fermiamo al centro e poco alla volta, abituiamo la vista alla penombra e scorgiamo le nostre erbe. Ci chiniamo, e prima di maneggiare il falcetto, pronunciamo questa invocazione possibilmente nella propria parlata o in quella del luogo prescelto: “Salute a VOI, o luminosa… (nome della pianta), sono venuto a cogliervi affinché mi rendiate la salute, poiché sono affetto da un male che voglio curare”.

LINGUA MADRE. È importante la differenza che passa tra l'usare l'italiano (lingua ormai alla portata di tutti) e nel rivolgerci nella lingua madre; il secondo è più potente perché ha un vissuto storico genuino e quella carica magnetica pregna di tutte le Voci generazionali che provengono dalle nostre terre, dai nostri nonni. Quando avremo terminata la raccolta, ringrazieremo le forze amiche del bosco, sostando brevemente in contemplazione e in comunione con tutto l'ambiente che ci circonda, tornando poi a casa nostra. Lì giunti, stenderemo opportunamente le erbe ad asciugare per poterle mantenere più a lungo: è consigliabile, successivamente, conservarle in barattoli scuri, non esposti direttamente alla luce del sole. Meglio se questi barattoli sono di terracotta o vetro per evitare che vengano in contatto con materiali estranei alla costituente naturale.

AGRIFOGLIO O PUNGITOPO.
Funzionalità: Vene - Reni. Appartiene alla famiglia dei gigli. È una delle piante augurale più conosciute. Ha foglie dure, lucide, frastagliate e da giovane è dotata di forti aculei.
La sua crescita è lenta. In estate i fiori si trasformato in bacche che verso fine autunno diventano rosse e durano sulla pianta tutto l’inverno. È uno dei migliori astringenti del sistema venoso. È molto adatto nelle malattie venose e dei capillari, nella cura delle varici e dei rilassamenti venosi, negli edemi alle gambe ove esistono gonfiori con raccolta di siero. È uno dei migliori diuretici naturali per la cura delle oligurie e nei casi di gotta. Si utilizzano le foglie giovani che si possono cogliere in febbraio o settembre/ottobre.

ARNICA.
Funzionalità: Sistema nervoso - Cervello – Midollo spinale - Reni – Controllo idrosalino – Tubuli renali. È presente in tutte le zone prative dell’arco alpino e la sua fioritura talvolta è così copiosa da essere considerata infestante per il pascolo. Infatti, per il suo odore profondamente aromatico, è rifiutata dal bestiame. Ha un fiore giallo, abbastanza vistoso, a margherita. Tutta la pianta è ricoperta da una finissima peluria che al tatto risulta un po’ appiccicaticcia. Le foglie sono disposte quasi tutte rasoterra a formare una rosetta, mentre le foglie del fusto sono molto più piccole e opposte, e verso la parte superiore sono alterne. La pianta ha la funzione di stimolare il sistema nervoso, pertanto va usata con cautela.
È un buon diuretico e ottima cura contro la pertosse. Diluita nell’acqua è molto efficace nei casi di distorsioni nelle contusioni, nelle lussazioni, nelle fratture e negli ematomi. Da raccogliersi preferibilmente in estate, tarda primavera.

AGLIO.
Funzionalità: Fegato – Sangue – Gola – Arterie – Intestino – Reni – Organi maschili – Milza. Questa pianta è stata considerata sin dall’antichità una vera e propria panacea. E’ un potente antisettico e battericida, ottimo tonico e stimolante. Nella guerra mondiale i soldati russi portavano con loro spicchi d’agli contro le ferite e le infezioni. È l’erba degli Equinozi per eccellenza: in Primavera è utile per depurare il Sangue e in Autunno per depurare le Reni. Antisclerotico e fluidificante del sangue, diuretico e antiartritico. L’aglio risulta essere un potente ipotensore, un vasodilatatore delle arterie e dei capillari ed un cardiotonico efficace nell’affaticamento cardiaco, in alcune tachicardie, negli spasmi vascolari, nei disturbi circolatori. E’ un potente tonico che combatte la debolezza in generale, antisettico intestinale e anche vermifugo. Come pianta è un afrodisiaco e utilizzato come carminativo nelle atonie digestive, nelle digestioni difficili, nella flatulenza e nella mancanza di appetito. Combatte con efficacia la tubercolosi ed è molto utile nella blenorragia e nella cura contro il tetano. Si consiglia di fare una cura preventiva in primavera ed in autunno, in coincidenza dell’entrata negli Equinozi (21 marzo e 22 settembre), della durata di circa 20 giorni, assumendo poche gocce di tintura su di una zolletta di zucchero, al mattino e a digiuno. Da raccogliere in Primavera. Nota particolare: l’Aglio è la tintura che si ottiene in modo più semplice e rapido.
Per la preparazione: Aglio novello primaverile, intero; acquistarne 3. 1 litro di alcool buongusto (quello che si usa in cucina) a 100°. Bottiglia possibilmente opaca, in modo da non permettere alla luce di filtrare. Tagliare l’aglio in quattro pezzi (poiché le fese non sono ancora ben distinte) ed inserirlo nella bottiglia: mischiate con l’alcool fino alla metà. Lasciar macerare il composto per 40 giorni in luogo ben ventilato, scuotendo di tanto in tanto. Passati i 40 giorni filtrare e schiacciare l’aglio macerato per poterne utilizzare tutto il succo. In farmacia si possono acquistare bottigliette piccole con dosatore, in modo da poter assumere la tintura più facilmente.

ASSENZIO. Funzionalità: Organi femminili – Cistifellea – Tiroide – Paratiroide – Organi maschili – Fegato. L’artemisia absinthium (questo è il nome originale) è uno dei più potenti stimolanti, assieme all’Aglio, capace di contrastare il deperimento dell’organismo causato da malattie.
Presso i Celti, come presso gli Egizi, l’Assenzio veniva somministrato ai guerrieri così come ai sacerdoti, che in tal modo erano capaci di compiere sforzi al di sopra della media. Erba amarissima agisce su tutti gli organi del corpo, quindi il suo impiego sarà molto utile nei casi di convalescenza, quando il tono del corpo deve ritornare ai valori normali, nelle astenie, e in tutti quei casi ove il corpo ha bisogno di carica. È anch’esso uno stimolante dell’appetito, impiegato anche nelle gastriti e negli spasmi dello stomaco, oltre ad essere un buon antireumatico. Favorisce il ciclo per cui si usa nella insufficienza mestruale, e per le donne che hanno mestruazioni abbondanti è buona regola, una settimana prima che esse compaiano, sospenderne l’uso fino a ciclo ultimato. Abusarne significa cadere nell’eccesso di stimolazione, per cui invece di curare le atonie gastriche, il fegato e i reni, porta le affezioni, li ammala, finché giungendo al cervello, può portare a convulsioni e a disturbi mentali. Da raccogliere in luglio/agosto, quando avviene la massima inflorescenza.

ALLORO.
Funzionalità: Organi maschili – Vene – Fegato – Ipofisi – Arterie - Cuore – Fegato. È l’albero solare per eccellenza ritenuto celeste fin dai tempi mitologici, invulnerabile dalle folgori, ed elevato a simbolo delle virtù intellettive dell’uomo. È una pianta che apporta calore, che riscalda. Aiuta le dispepsie toniche e si impiega nell’affaticamento del fegato. L’olio che si estrae dalle drupe è un ottimo antidolorifico. Per uso esterno si usa nelle mestruazioni dolorose, impiegando un decotto di foglie. L’alloro è ottimo contro gli staffilococchi e le neoplasie. Da raccogliere nel mese di agosto. L’alloro veniva usato anche per la preparazione di un balsamo benefico: Olio di alloro – Galbano – Gomma arabica – Incenso – Mirra – Gomma edere – Legno aloe – Consolida minore – Noce moscata – Zedoaria – Dittamo bianco – Muschio. Tutte queste piante/sostanze mischiate assieme e imbottigliate, una volta lasciate macerare e filtrate, danno un balsamo da impiegare anche a scopi terapeutici.

ANGELICA. Funzionalità: Vene – Fegato – Ipofisi – Organi maschili – Sistema linfatico – Gola – Laringe – Polmoni – Sistema nervoso – Stomaco – Bocca – Timo – Ipotalamo – Simpatico – Parasimpatico. La pianta esercita la sua efficacia corroborando e sostenendo gli organi e i veicoli vitali interessati, risultando così una pianta di estrema versatilità ed utilità, il cui impiego va associato ad altre piante. I Benedettini mettevano nelle loro ricette a base di erbe, nella composizione dei loro famosi liquori, l’Angelica, impiegando semi e radici. Ha proprietà tonificanti per l’ipotalamo e stimolanti per l’ipofisi. Combatte le insufficienze epatiche e si impiega nei vomiti spasmodici e nei gonfiori del ventre. Aiuti gli organi genitali combattendo l’impotenza e per le donne si impiega nei disturbi del ciclo, associata ad altre erbe. Buon diuretico e ottimo rimedio contro le bronchiti croniche. Di preferenza la si raccoglie nel mese di luglio/agosto, quando è al massimo della sua fioritura.

ACHILLEA. Funzionalità: Timo – Pancreas – Bocca – Lingua – Polmoni – Vene – Sistema linfatico – Pancreas. Erba efficace contro l’affaticamento generale e il linfatismo. Adatta per i disturbi della circolazione, nel caso vi siano varici, nei postumi delle flebiti, in presenza di emorroidi, e nei disturbi della menopausa. È un ottimo sedativo nei disturbi nervosi e negli spasmi delle vie digestive. L’achillea la si può usare anche come emostatico; le foglie frizionate sulla ferita fermano il sangue in pochissimo tempo. Per uso esterno, in decotto, la si impiega nell’infiammazione delle mucose, sulle ulcere delle gambe, contro i dolori della cellulite.

BRIONIA.
Funzionalità: Sistema linfatico – Gola – Laringe – Corde vocali – Reni – Surrenali – Organi femminili. Appartiene alla famiglia delle cucurbitacee ed è un rampicante le cui foglie sono simili a quelle del convolvolo, ma più arrotondate. Data la sua pericolosità è bene assumerne con discrezione. In genere se ne impiega la sola radice, raccolta in autunno. Ha un’azione specifica sugli organi femminili; utile per curare le metrorragie e i disturbi vaginali. Fa regredire i fibromi senza dover ricorrere alla loro asportazione e riducendoli di volume. Buon purgante, utile contro la pertosse, cura notevolmente i reumatismi cronici, se usato in tintura e in oleolito. In casi di tensione opera sul simpatico e parasimpatico come calmante.

BORRAGINE. Funzionalità: Organi maschili, Vene, Fegato, Ipofisi, Gola, Laringe, Sistema linfatico, Reni, Cistifellea, Tubuli. È una pianta con imponenti foglie e fiori molto azzurri. È tradizione montana aggiungerla nel minestrone e nelle insalate perché dà un buon sapore. È la pianta del buonumore perché interessa il metabolismo generale del corpo in quanto combatte le depressioni psichiche. Ha un’azione tonica per il sistema nervoso, combattendo così l’angoscia con le sue notevoli quantità di Calo e Potassio. Agisce sulla ghiandola ipofisaria permettendo di potenziare l’emissione di ossicitina, l’ormone preposto alla secrezione lattea; agisce sulle reni favorendo la diuresi. Oltre al preparato spagirico è molto utile utilizzare anche il succo di pianta fresca.

BIANCOSPINO. Funzionalità: Sistema nervoso – Cervello – Midollo spinale – Arterie e Cuore. Pianta dalla corteccia biancastra che sfuma verso il rosso, dai fiori bianchi che si trasformano poi in bacche rosse (in autunno). Agisce potentemente sulla tiroide come supporto di volontà, in quanto è una pianta cardiaco-nervina. Cura efficacemente i disturbi di distonia neuro-vegetativa, come le angosce, le vertigini, l’irratibilità, l’insonnia, le palpitazioni e le vampate congestive della menopausa. È anche un buon tonificante del cuore poiché agisce sul vaso dilatatore. Abbassa la pressione arteriosa perché migliora la circolazione, compresa quella che irrora il cervello.

BETULLA. Funzionalità: Sist.linf. – Gola – Laringe – Reni – Surreni – Tubuli contorti. È una pianta leggera, aggraziata, i cui rami venivano usati dalle fanciulle lombarde per confezionare i pettini che ornavano i capelli (come descritto ne “I Promessi Sposi”). È un ottimo diuretico in quanto favorisce l’eliminazione dei cloruri, dell’urea e dell’acido urico. Si impiega in casi di reumatismi gottosi, di coliche nefritiche, di albuminuria. È una delle piante che favorisce al meglio i ricambi cellulari del sodio e del potassio. Molto impiegata è la linfa della betulla che si ottiene segando un ramo dell’albero in primavera; è una bevanda rinfrescante se conservata in bottiglia, corretta con zucchero e aggiungendo 5 chiodi di garofano per ogni litro di linfa, per impedirne la fermentazione.