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Vivere senza soldi

di Marco Cedolin - 09/09/2008

 

 

Il pensiero della decrescita, nel quale mi riconosco pienamente, auspica una progressiva diminuzione della dipendenza che l’uomo ha nei confronti del denaro, oggi indispensabile al soddisfacimento di ogni sua necessità. La riduzione di detta dipendenza (o progressiva fuoriuscita dall’economicismo come molti autori amano definirla) può essere ottenuta attraverso una serie di azioni individuali mirate allo scopo, che vanno dal recupero di una sobrietà dei consumi da contrapporre al consumismo sfrenato oggi imperante, alla riscoperta della capacità di autoprodurre beni e servizi che oggi si acquistano per mezzo del denaro, al ritorno di pratiche virtuose come lo scambio ed il dono finalizzate a ridurre ulteriormente il numero di beni e servizi per fruire dei quali occorre la disponibilità di denaro.

Chiunque introduca i principi della decrescita all’interno della propria vita sarà perciò in grado di diminuire gradualmente la propria “necessità” di denaro, avendo ridotto altrettanto gradualmente sia la quantità dei bisogni (mantenendo quelli reali ed eliminando quelli superflui) sia il numero dei bisogni che necessitano di denaro per essere soddisfatti. Anche chi è stato estremamente virtuoso ed è riuscito a tradurre in pratica tutti i proponimenti con successo non potrà comunque (almeno nell’immediato) nutrire la velleità di affrancarsi completamente dal denaro, ma semplicemente ridurre la propria dipendenza. In parole povere la persona che viveva discretamente con 1200 euro al mese potrà mantenere un tenore di vita ugualmente soddisfacente con la disponibilità di 700/800 euro al mese, lavorando di meno e dedicando il “tempo liberato” all’autoproduzione e alla compagnia dei propri cari.

 

Il pensiero della decrescita propone un’alternativa percorribile e concreta alla nostra società fondata sulla crescita economica.

La disinformazione dei media, al contrario, di fronte al dramma della mancanza di lavoro e della ormai catastrofica perdita del potere di acquisto di salari e pensioni  tenta di veicolare nell’immaginario collettivo il miraggio che si possa vivere anche senza soldi, semplicemente ricorrendo ad ogni genere di espedienti. Lo fa attraverso un farneticante articolo comparso qualche giorno fa su Repubblica che prende spunto dal best seller “Ho speso una sterlina al giorno” scritto da Kath Kelly, un’insegnante di 47 anni residente a Bristol che nonostante percepisca 15.000 euro l’anno, per scommessa sarebbe riuscita a “tirare” un anno intero spendendo solamente circa 1,40 euro al giorno, l’equivalente di un salario o una pensione di 45 euro al mese.

 

Prima d’intraprendere l’eroica impresa la signora avrebbe destinato una cifra non precisata al pagamento anticipato di un anno di affitto, nonché  4.000 euro al pagamento anticipato di un anno di bollette e tasse. Credo sia inutile sottolineare che per logica tali spese andrebbero sommate alla sterlina al giorno, cambiando radicalmente sia la cifra con cui l’eroina ha vissuto sia il titolo del libro stesso.

Dopodiché la lista degli espedienti per raggiungere l’obiettivo agognato (interdetto ad alcuni milioni d’italiani che con 900 euro non riescono a tirare la fine del mese) diventa variopinta e quanto mai ricca di fantasia. Spostamenti in autostop, ma chi deve andare a lavorare può permetterselo? Partecipazione ad eventi e buffet gratuiti in qualità d’imbucata per reperire qualcosa di commestibile, magari portando anche gli amici per condividere con loro il desco “gratuito”. Frutta e verdura “trovata” nei giardini e nelle aiuole, che evidentemente a Bristol sono più rigogliosi e meno inquinati rispetto ai nostri. Carne, pesce e uova acquistati a sconto (con meno di un euro e mezzo?) dai negozi nell’orario di chiusura per poi stiparli nel congelatore, tanto la corrente è già stata pagata precedentemente. Shampoo e saponette acquistati (con meno di un euro e mezzo?) nei grandi supermercati all’ingrosso. Post – it applicati sulla porta di casa degli amici dopo lunghe volate in bicicletta a sostituire le telefonate, quando il tempo è bello, cosa che a Bristol mi risulta essere abbastanza rara. Caffè sostituiti da zuppa di gallina, preparata con le carcasse regalate dall'amico macellaio. Cento sterline racimolate attraverso la raccolta delle monetine trovate in terra per la strada. Un viaggio in Francia in autostop, con tanto di attraversamento di Eurotunnel pagato grazie alla generosa elemosina di una turista francese. Addirittura un lavoro come volontaria (il salario rientra nella sterlina al giorno?) in una fattoria e infine perfino una visita dal dentista e l’acquisto di una bicicletta nuova (la vecchia era stata rubata) sempre attingendo a meno di un euro e mezzo al giorno?

Infine come corollario alla mistica esperienza l’acquisto di un regalo del costo di 2000 euro (con i soldi risparmiati vivendo con meno di un euro e mezzo al giorno) per le nozze del fratello ed il pagamento di parte delle spese del ricevimento che sicuramente non saranno state esigue se in molti avranno deciso di agire da imbucati seguendo l’esempio di Kath.

 

Per chi voglia godere appieno dell’articolo comparso su Repubblica: http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/esteri/sterlina-giorno/sterlina-giorno/sterlina-giorno.html