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8 settembre: due romanzi per riflettere

di Manuel Zanarini - 09/09/2008

 

 

 

Come tutti gli anni, ad ogni ricorrenza legata alla II Guerra Mondiale, al Fascismo o alla Guerra Civile Italiana, si riaccendono le polemiche sulla necessità di una “memoria condivisa” e su l’assegnazione di “patenti democratiche”. Sinceramente, penso che sia meglio evitare le strumentalizzazioni politiche, partitiche, di comodo, ecc., ed invece seguire un percorso più “originale”, per cercare di capire quei terribili anni: leggere due libri. Direte: sai che novità, migliaia di libri sono stati scritti a riguardo, e chi di noi non ne ha letti almeno un paio.

Quello che propongo io, però, è la lettura di due libri non storici, o almeno non due saggi, ma di due romanzi molto recenti.

L’utilità di tale lettura, a mio avviso, consiste nella leggerezza della loro forma, il romanzo appunto; nell’interesse dei temi trattati, gli autori citano molte fonti storiche; e nelle dichiarata faziosità dei loro autori, filo-partigiani gli uni e filo-fascista l’altro.

I libri in questione sono “Tango e gli altri” di Loriano Macchiavelli e Francesco Guccini (si, proprio il cantautore), e “Le uova del drago” di Pietrangelo Buttafuoco.

 

Il primo è un romanzo giallo, scritto nel 2007 e ambientato sull’ Appennino tosco-emiliano durante la Guerra Civile. La storia racconta l’indagine del Commissario Santovito, che riprende in mano un caso di tanti anni prima. Durante la Guerra Civile, un gruppo di partigiani “rossi” processa e fucila un loro compagno accusato di avere sterminato una famiglia ricca del paese di fede fascista. Visto che molte cose non tornano, un’altra brigata partigiana lo aveva inviato ad indagare, ma visto l’evolversi della guerra, non gli è impossibile. Nel 1960, diventato Carabiniere e rispedito in quel paese, riprende le indagini.

Lo schieramento politico e la faziosità dei due autori appare evidente, sia nella trama (i partigiani che sono contrari ad ogni rappresaglia) che nel tratteggio dei personaggi. Non vi svelo il finale, ma è la riprova che pur travestito da romanzo, il libro nasce quasi unicamente con lo “scopo politico” di opporsi alle “rivisitazioni storiche” sulla Resistenza e sui Repubblichini.

 

Il secondo è anch’esso un libro del 2007, ma, pur rimanendo un romanzo, è più storico che non “giallo”, anche perché narra delle vicende realmente accadute. E’ la storia di Eughenia Lenbach, una spia della Germania Nazista che viene inviata in Sicilia, per ordine diretto di Hitler, allo scopo di organizzare la resistenza all’imminente sbarco degli Alleati. Il piano dei Tedeschi è quello di organizzare “cellule dormienti” (sullo stile di Al-Qaeda), che si riorganizzino sotto il nuovo invasore, per colpire operazioni di “terrorismo” e sabotaggio. La donna riesce a reclutare un folto numero di Fascisti “che non vogliono arrendersi”, e dopo una serie di scontri a fuoco vittoriosi e pronta a lanciare il piano. Ma….

Anche in questo caso, l’appartenenza politica e la faziosità sono piuttosto evidenti (“buoni” da una parte e “cattivi” dall’altra, la Mafia tutta schierata con gli Americani contro i Fascisti che l’avevano sconfitta), e oltre a voler raccontare una Sicilia non ha accolto a braccia aperte i “Liberatori”, ha sicuramente l’intento di presentare le cosiddette “ragioni dei vinti”.

 

Ritengo che siano due letture estremamente interessanti, oltre che per la qualità dei libri in sé, per capire che in una Guerra Civile, è difficile dire dove sta la ragione e dove il torto, e che in guerra, ancor più che nelle altre epoche della vita umana, difficilmente esistono solo il “bianco” ed il “nero”, ma prevalgono le sfumature. Proprio per questo, consiglio in questi giorno la lettura di entrambi i testi in successione, perché sono convinto che non si può costruire una “memoria condivisa”, senza capire le ragioni di tutti gli schieramenti in campo.