Non sono bastati alcuni tagli ai sussidi per lo sviluppo delle fonti rinnovabili per scalzare la Germania dalla sua posizione di leader tra i produttori di energia solare.
Lo ha evidenziato il Financial Times facendo notare inoltre come, a dispetto di un’esposizione al sole inferiore a molti altri Paesi, Berlino abbia saputo implementare una politica efficace capace di far proliferare la diffusione dei pannelli fotovoltaici nelle abitazioni private.
Il taglio dei sussidi, per altro, è stato appena del 9-10% annuo a fronte di una proposta iniziale che aveva contemplato una riduzione del 30%.
Il Paese, che garantisce la metà della capacità energetica solare mondiale nelle sue installazioni, dovrà ora fronteggiare una più intensa concorrenza su scala globale. Ma le prospettive sono ottime e i dati parlano chiaro.
Il settore dell’energia solare impiega 60 mila lavoratori con un giro d’affari che dovrebbe raggiungere i 13 miliardi di euro l’anno entro il 2010 (nel 2007 il fatturato è stato di 7 miliardi) mentre il Paese si conferma terzo produttore mondiale di pannelli fotovoltaici con una quota pari a 1/5 del mercato globale.
Secondo gli analisti nel lungo periodo il solare alimenterà il 30% del fabbisogno di elettricità e acqua calda dei cittadini tedeschi contro l’1% scarso di oggi.