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La Russia riabilita lo zar Nicola

di Fabrizio Dragosei - 02/10/2008

I Romanov Secondo la sentenza la famiglia imperiale fu trucidata «senza motivo»

La chiesa li aveva già proclamati martiri e Eltsin nel 1998 li aveva fatti seppellire nella Fortezza di San Pietro e Paolo a San Pietroburgo

La chiesa li aveva proclamati martiri e Boris Eltsin nel 1998 li aveva già fatti seppellire nella Fortezza di Pietro e Paolo a San Pietroburgo. Ieri, finalmente, anche la magistratura ha messo da parte i cavilli e ha riconosciuto che i membri della famiglia imperiale assassinati dai bolscevichi nel 1918 furono vittime della repressione sovietica. Lo zar Nicola II, la moglie e i suoi figli sono stati quindi ufficialmente riabilitati. Un fatto ovvio che al capo della famiglia Romanov, Nikolaj, appare «ridicolo». Sarebbe come «riabilitare San Pietro o San Paolo perché furono condannati a morte dai romani», ha detto alla rete televisiva Ntv.
Soddisfatta invece Maria Romanova, esponente di un'altra ala della famiglia che aveva iniziato la causa davanti alle autorità russe. Adesso l'associazione Memorial chiede che venga riabilitato l'intero movimento «bianco» che si batté contro i bolscevichi. E che siano rimossi «tutti i simboli del terrore rosso», a cominciare dalla salma di Lenin che ancora si trova nel mausoleo al centro della Piazza Rossa.
Nel novembre scorso la Corte Suprema aveva negato la riabilitazione affermando che nel 1918 i membri della famiglia Romanov «non erano stati arrestati per motivi politici e non erano stati condannati da una corte». Quindi, formalmente, mancavano i presupposti per una decisione positiva.
Ora il presidium della stessa Corte (il direttivo) ha riconosciuto che comunque lo zar e i suoi familiari «furono repressi senza motivo». E ha deciso di riabilitarli.
Trasportati sugli Urali a Ekaterinburg dopo l'abdicazione, i Romanov vennero massacrati in una cantina il 17 luglio del 1918 e poi sepolti nei boschi attorno alla città. Nicola II, la moglie Alessandra, le figlie Olga, Tatyana, Anastasia e Maria; l'erede al trono Aleksej. Assieme a loro furono uccisi il medico di corte, una cameriera, il cuoco e il maggiordomo (non riabilitati).
Nel 1991 vennero trovati in una fossa comune i resti della coppia imperiale e di tre figlie. Quelli di Maria e di Aleksej sono invece riemersi pochi mesi fa dopo ulteriori ricerche.
La legge russa sulla riabilitazione delle vittime di Stalin e Lenin prevede che gli eredi possano chiedere i danni e la restituzione dei beni ingiustamente confiscati, ma non se questo è avvenuto «in base alle leggi in vigore al momento della confisca stessa».
La famiglia Romanov ha detto che non intende aprire questo capitolo, ma secondo alcuni esperti potrebbe comunque presentare un ricorso alla Corte Europea dei diritti umani (c'è un precedente a favore di Costantino di Grecia). Per reclamare anche l'Hermitage, il famoso museo di San Pietroburgo che era abitato dalla famiglia imperiale quando si chiamava Palazzo d'Inverno.