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Prestigiacomo, ministro tutto fumo

di Alfredo Marsala - 18/10/2008

 
A Bruxelles s'è battuta a fianco del Cavaliere per allargare le maglie del protocollo di Kyoto, a Siracusa invece, da ex ministro per le Pari opportunità, ha dato il suo bel contributo all'accordo di programma sulla chimica, rimasto a tre anni di distanza chiuso nel cassetto, mentre mille posti di lavoro stanno per andare in fumo. Più che d'ambiente, il ministro Stefania Prestigiacomo, sa certamente di industria. E di fumi.
Neanche nella nuova veste, quella di titolare del dicastero per l'Ambiente, Prestigiacomo ha rinunciato alle quote azionarie che detiene in alcune società controllate dalla sua famiglia, e che in qualche caso in passato hanno persino avuto grane con la giustizia. Assieme al padre e alla sorella il ministro, poco ambientalista, ha interessi in un network di Srl ed Spa, imprese che operano in vari campi: dalla metalmeccanica, alla plastica tra Bologna e la Sicilia, fin nel cuore del Petrolchimico a Priolo (Siracusa). Si tratta del conglomerato industriale tra i più vasti del paese, che con Augusta e Gela ha contribuito ad avvelenare per anni centinaia di operai durante il boom della chimica senza controlli.

Il petrolchimico si trova a meno di due chilometri dal centro abitato, dove la popolazione di poco superiore ai 12mila abitanti, da cinquant'anni respira fumi e chiede maggiore sicurezza sulla salute e rispetto per l'ambiente. Appena quattro giorni fa un esplosione in un impianto della Isab Energy (51% Erg Power & Gas e 49% International power Mitsui&Co.Ltd) ha creato allarme tra la cittadinanza, con un auto della locale protezione civile che ha fatto il giro del paese per tranquillizzare la popolazione. Dal ministro per l'Ambiente non è arrivata nemmeno una parola. Eppure Stefania Prestigiacomo conosce bene il polo industriale. E' a un tiro di schioppo dalla sua Siracusa e nell'area operano le aziende riconducibili alla sua famiglia e a lei stessa. Forse è stata impegnata troppo in questi giorni a fare lobby contro Kyoto, per accorgersi che nella sua provincia si è verificato l'ennesimo incidente industriale.

Sebbene abbia la delega ambientale ormai da qualche mese, Stefania Prestigiacomo continua a mantenere il 21,5 per cento del capitale sociale della Fincoe srl, azienda di Casalecchio sul Reno (Bologna), con interessi nel ramo della plastica. Soci della Fincoe sono anche la sorella e il padre, insieme detengono la maggioranza della holding, i cui interessi sono concentrati soprattutto in Sicilia. La società ha in portafoglio il 99 per cento della Coemi spa, società che opera a Priolo Gargallo, appunto nel petrolchimico. A sua volta la Coemi controlla, attraverso una quota pari al 59,1 per cento, la Vetroresina engineering development (Ved), sempre a Priolo. Il 22,5 per cento della Ved risultava poi di proprietà del gruppo Sarplast spa, il cui 6,29 per cento è riconducibile a Giuseppe Prestigiacomo. La Sarplast è fallita nel 1997: nell'azienda si verificarono alcuni incidenti e casi di malattia denunciati dai dipendenti. Alcuni operai ebbero figli con malformazioni congenite, altri lavoratori dopo anni si ritrovarono polveri nei polmoni. La procura di Siracusa aprì un'inchiesta per lesioni colpose mentre la polizia rilevò nelle aziende dei Prestigiacomo una serie di violazioni, tra cui pendenze col fisco per circa tre milioni di euro nel giro di tre anni.

Nell'accordo di programma sulla chimica, a Priolo, ci sono impegni chiari per la riduzione del rischio ambientale e per la tutela dei lavoratori e dunque dell'intero conglomerato industriale, dove operano colossi come Erg ed Eni, con diversi impianti per la produzione chimica, energetica, petrolifera. Proprio al ministro Prestigiamo si rivolgono Cgil Cisl e Uil che assieme all'Osservatorio sulla chimica, istituito presso la Provincia di Siracusa, e ai sindaci del comprensorio chiedono il rilancio dell'accordo di programma, con la sua piena applicazione, compresi gli interventi sull'ambiente.